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Singapore modifica la Tax Guide sulle Mergers & Acquisitions

L’Inland Revenue Authority di Singapore (IRAS) ha pubblicato una e-Tax Guide rivedendo i dettagli sulle fusioni ed acquisizioni in Singapore (M&A), sulle indennità e sul piano di sgravio d’imposta di bollo, che è stato introdotto nel bilancio 2010 e potenziato nel bilancio 2012.

Il regime M&A, per una società costituita e residente fiscalmente in Singapore che acquisisce una partecipazione di controllo in un’altra società, concede alla società incorporante un’indennità sulla M&A, pari al cinque per cento del valore dell’acquisizione, nel periodo tra il 1 aprile 2010 ed il 31 marzo 2015 (entrambe le date incluse).

L’importo massimo d’indennità di M&A concesso ad una società incorporante è SGD 5m (USD 4m) per ogni anno di valutazione per tutte le acquisizioni di quote qualificanti eseguite in quell’anno (cioè cinque per cento del corrispettivo di acquisto delle quote qualificanti fino ad un totale di SGD100m).

L’importo dello sgravio d’imposta di bollo, che viene concesso unicamente alla società incorporante, si riduce a SGD 200,000 per ciascun esercizio finanziario.

La riveduta e-Tax Guide dall’IRAS comprende l’introduzione nel bilancio 2012 di un regime di doppia deduzione fiscale per i costi di transazione sostenuti per l’acquisizione di azioni qualificanti effettuate nel periodo tra il 17 febbraio 2012 e il 31 marzo 2015. Lo sgravio d’imposta del 200 % è applicabile ai costi della transazione, soggetti a un tetto di spesa di SGD 100,000 nell’anno di accertamento.

I costi della transazione includono le spese legali, contabili o tasse per consulenza fiscale, commissioni di valutazione, e altre prestazioni professionali che sono necessariamente sostenute per l’acquisizione dell’azione qualificante, ma non coprono onorari professionali ed accessori in relazione a qualsiasi accordo di prestito. I costi di transazione sostenuti in relazione alle acquisizioni azionarie avvenute prima del 17 febbraio 2012, restano fiscalmente non deducibili.

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La Scozia stende la propria normativa antielusione

Nella prima fase del report relativo alla nuova agenzia tributaria “Revenue Scotland” (RS) e alle “Tax Powers Bill” pubblicato il 2 maggio 2014, il Comitato delle Finanze scozzese ha accolto con favore le proposte per una nuova normativa generale antielusione.

Il disegno di legge prevede una norma generale anti-abuso (general anti-abuse rule, GAAR) tramite la quale consentire all’agenzia tributariaRevenue Scotland di contrastare l’evasione fiscale.

Tale normativa scozzese andrebbe a coprire meno tasse rispetto a quella prevista dal Regno Unito, applicandosi solo a quelle imposte che sono state devolute dal Regno Unito. Tuttavia, e’ stato proposto di rendere la normativa antielusione scozzese più severa rispetto al sistema in vigore nel Regno Unito, che si occupa solamente dei meccanismi di elusione fiscale altamente abusivi ed artificiosi.

Il Comitato ha sostenuto le disposizioni previste nel disegno di legge per un’applicazione piu’ estensiva di tale norma antielusione. Si crede che un campo di applicazione piu’ ampio dovrebbe garantire una maggiore certezza per le imprese, eliminando nel contempo la necessità di ulteriori norme anti-evasione piu’ mirate (targeted anti-avoidance provisions, TAAR).

Il disegno di legge è il terzo di tre disegni di legge correlati presentato in seguito alle misure adottate nello Scotland Act del 2012 per dare alla Scozia maggiore autonomia fiscale dal Regno Unito, in particolare per quanto riguarda la politica fiscale sul reddito delle persone fisiche. La prima fase avra’ ad oggetto la devoluzione dell’imposta di registro (stamp duty land tax) e la tassa sullo smaltimento dei rifiuti a partire  da aprile 2015. Durante la stesura della norma generale anti-elusione scozzese, il Governo scozzese ha seguito i principi base della normativa generale antielusione esistente nel Regno Unito e nell’Unione europea.

Il presidente del Comitato per le Finanze, Mr. Kenneth Gibson, ha cosi’ dichiarato: “Questo progetto di legge è probabilmente la parte di legislazione piu’ importante di cui ci occuperemo in questa sessione parlamentare, perché fornisce la soluzione per garantire che le imposte devolute vengano raccolte in modo efficiente ed efficace”.

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Grecia – nessuna tassa retroattiva sulle obbligazioni CGT

Il Ministero delle Finanze della Grecia ha rilasciato una dichiarazione che chiarisce che non esiste un piano per imporre una tassa retroattiva sugli investitori stranieri che hanno acquistato titoli di Stato dal 1 gennaio 2014.
Voci di tale piano hanno messo pressione sul mercato obbligazionario della Grecia, ma i funzionari hanno detto che un recente documento sul regime fiscale precedente per gli investitori stranieri era stato frainteso.
Sotto il regime fiscale in vigore dal 29 febbraio 2012 al 31 dicembre 2013, l’aliquota d’imposta sulle plusvalenze applicata era del 33 % per le persone giuridiche e del 20 % per gli individui, ma queste aliquote potrebbero essere abbassate attraverso accordi di doppia imposizione.
La dichiarazione del ministero afferma che l’eliminazione della tassa dall’inizio di quest’anno dimostra l’impegno del governo di ridurre le tasse.

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I legislatori francesi cercano un piano di regolarizzazione fiscale piu’ semplice

I deputati francesi hanno recentemente suggerito che imporre una tassa forfettaria del 10% su tutti i beni rimpatriati ai sensi del sistema volontario di regolarizzazione fiscale andrebbe a generare nuove entrate per un ammontare pari a 10 miliardi di Euro (pari a 13.7 miliardi di dollari USA), il 50% delle quali potrebbe venire destinato alle piccole imprese (SMEs – Small and Medium Enterprise) per creare nuovi posti di lavoro.

Un gruppo di legislatori ha presentato una proposta legislativa con l’obiettivo di introdurre un nuovo articolo nel general tax code del Paese (CGI), con il fine di semplificare la procedura di comunicazione esistente ed incrementare il numero di rimpatri. L’articolo 1755 bis andrebbe ad imporre tasse, interessi, sanzioni e multe sulla somma media annua non dichiarata ad un tasso forfettario del 10%, aumentato al 15% per i beni ereditati e ricevuti in donazione, a condizione che almeno la metà dell’importo venga investito nel capitale di un’azienda di medie o piccole dimensioni con meno di 250 dipendenti. Le azioni dovrebbero essere detenute per un periodo minimo di otto anni.

Il regime di legalizzazione fiscale della Francia è attualmente disciplinato da una circolare del 21 giugno 2013. Il gruppo di legislatori ha affermato che, mentre le disposizioni sono indulgenti per i cosiddetti truffatori “passivi”, tra cui possono venire ricompresi, ad esempio, eredi con beni non dichiarati situati all’estero, in tutti gli altri casi le sanzioni sono piu’ severe. Una procedura piu’ semplice, capace di offrire maggiore certezza giuridica, incoraggerebbe più contribuenti a regolarizzare la loro situazione fiscale con le autorita’, andrebbe ad aumentare la riscossione delle entrate e contribuirebbe a sostenere le imprese.

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Lussemburgo esclude l’incremento dell’aliquota massima

Il Ministro delle finanze lussemburghese Pierre Gramegna ha recentemente chiarito in una risposta scritta al parlamento che l’aumento dell’aliquota massima d’imposta sul reddito delle persone fisiche non è attualmente all’ordine del giorno del governo.

Il governo non ha preso in considerazione l’impatto che un aumento dell’imposte massima comporterebbe sull’attrattività del Granducato o sulle entrate dirette, Gramegna ha spiegato. Il Governo intende raggiungere un accordo su un “pacchetto equilibrato di misure” per ristrutturare il regime fiscale nel 2016, ha aggiunto.

Gramegna rispondeva ad una lettera parlamentare del 25 marzo 2014, nella quale il componente lussemburghese del parlamento Marc Spautz ha chiesto quanto reddito avrebbe portato al Tesoro l’aumento dell’aliquota massima d’imposta al 45 % se fosse applicata ai redditi personali superiore a EUR 200.000 (USD 274.390), o ai redditi congiunti oltre 400.000 euro.

Spautz ha presentato la sua richiesta dopo che Alex Brody, ex presidente di governo componente della coalizione Luxembourg Socialist Workers’ Party (LSAP), ha fatto capire che un aumento dell’aliquota massima non è stata esclusa dal dibattito sulla riforma fiscale. La misura non è nell’accordo di coalizione, ma se il governo mira a tariffe più basse per i redditi modesti, avrebbe dovuto prevedere una redistribuzione del carico fiscale verso i redditi più elevati al fine di mantenere il gettito delle imposte dirette al suo livello attuale, Brody ha detto.

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Lotta all’evasione dell’imposta sulle società

Lotta all’evasione dell’imposta sulle società

La modifica della normativa europea sull’imposta sulle società mira ad aumentare le entrate dei bilanci nazionali e a colmare le lacune utilizzate da alcune imprese per evadere le tasse.

La nuova normativa intende impedire che le differenze esistenti tra le varie legislazioni fiscali vengano sfruttate dalle imprese per non pagare il dovuto.

Approvata nel 1990, la direttiva sulle società madri e figlie puntava ad eliminare il rischio di doppia imposizione per le imprese che operano in diversi paesi dell’UE. Tuttavia, alcune società hanno sfruttato le lacune presenti nel sistema per evitare di pagare le imposte sui pagamenti transfrontalieri.

Stop alla “doppia non-imposizione”

Alcune imprese si avvalgono di apposite forme di prestito ibride per sfruttare a loro vantaggio la normativa vigente. Tali prestiti vengono considerati, a seconda del paese, rimborsi di prestiti fiscalmente deducibili o dividendi esenti.

Ne può derivare una deduzione fiscale in un paese, per la società figlia, e un’esenzione per la società madre in un altro. Concretamente ciò significa che la società madre paga una imposta ridotta o nulla sugli utili realizzati in alcuni paesi dalle società figlie.

La nuova normativa imporrà alle imprese di pagare le imposte dovute sui pagamenti in entrata se altrove questi sono stati dedotti come rimborsi di un prestito. Ciò dovrebbe impedire alle imprese transfrontaliere di programmare i loro trasferimenti interni in modo tale da poter beneficiare delle lacune del sistema.

In questo ambito un intervento a livello europeo è particolarmente appropriato, perché un’azione da parte dei singoli Stati membri rischierebbe di incidere negativamente sul gettito fiscale nazionale. Le imprese non avranno più la possibilità di trasferire la sede o creare una società figlia in un altro paese dell’UE soltanto per sfruttare le differenze esistenti nelle legislazioni nazionali.

Lotta all’evasione ed elusione fiscale

L’evasione dell’imposta sulle società non è soltanto una priorità per l’UE, ma lo è anche a livello internazionale. Il tema è stato discusso recentemente ai vertici del G8 e G20, dove i leader si sono espressi a favore del piano d’azione dell’UE per la lotta alla frode e all’evasione fiscale.

Presentato nel dicembre 2012, il piano prevede una serie completa di misure per aiutare i governi dell’UE a recuperare i miliardi di euro di mancato gettito dovuti alla frode ed evasione fiscale.

Oltre a voler colmare le lacune fiscali, la Commissione sta lavorando ad un pacchetto che include un codice europeo del contribuente, un codice d’identificazione fiscale dell’UE, linee guida per rintracciare i flussi monetari e misure contro i paradisi fiscali.

Prossime tappe

I paesi dell’UE sono chiamati ad attuare la nuova normativa e ad adottare una legge antiabuso a livello europeo, una salvaguardia contro pratiche fiscali abusive, entro il 31 dicembre 2014.

Comunicato stampa – Lotta all’evasione fiscale da parte delle imprese

Lotta alla frode e all’evasione fiscale.

Commissione Europea

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L’Isola di Man introduce la dichiarazione dei redditi on-line

Il governo dell’Isola di Man ha lanciato una consultazione sull’introduzione del deposito on-line obbligatorio per le dichiarazioni dei redditi – un sistema già utilizzato da più della metà delle società dell’isola. La misura è stata annunciata col Bilancio del 2014, ed il governo intende attuarla al più tardi entro aprile 2015.

Il Ministro del Tesoro Eddie Teare ha detto, nel suo discorso di bilancio del 18 febbraio 2014: “La gamma di servizi fiscali online ha continuato ad espandersi. Una persona su cinque ora utilizza questo servizio per presentare la dichiarazione dei redditi annuale, ed ho in precedenza introdotto una normativa che rende obbligatoria per i datori di lavoro utilizzare il servizio online, che sta funzionando molto bene. Pur contribuendo in modo significativo per la nostra economia, a causa della nostra aliquota zero la maggior parte delle società dell’isola pagano un’esigua o inesistente imposta sul reddito. Oltre il 50 % delle società sono ora assoggettate a dichiarazione dei redditi on-line, e quindi credo che sia giunto il momento di chiedere all’Assessore dell’Imposta sul reddito di introdurre l’obbligo di deposito on-line per le imprese a partire da aprile 2015.”

La Divisione sull’imposte sul reddito, per conto del Tesoro, ha pubblicato questa settimana un documento di introduzione dell’obbligo di deposito on-line della dichiarazione dei redditi, che invita le parti interessate a fare osservazioni sulla proposta nei prossimi due mesi.

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Giro di vite sulle frodi IVA transfrontaliere

L’UE inasprisce la lotta contro la frode fiscale e rafforza la collaborazione sull’IVA con i paesi vicini.

L’IVA, fatturata come un’imposta sulle vendite di beni e servizi, è una delle principali fonti di gettito tributario per i governi. Nei paesi dell’UE, rappresenta oltre 700 miliardi di euro all’anno.

Ogni anno però quasi un quinto delle entrate IVA potenziali vanno perse. Nel 2011 l’IVA non versata sarebbe stata pari a circa 193 miliardi di euro (l’1,5% del PIL), almeno in parte a seguito di frodi ed evasione.

Servizi elettronici nel mirino

Le frodi con l’IVA che coinvolgono operatori extra UE nei settori in piena espansione delle telecomunicazioni e dei servizi elettronici sarebbero particolarmente frequenti, perché in molti casi i truffatori sfruttano le differenze e la mancanza di informazioni fra un paese e l’altro.

Spesso i servizi elettronici quali i download di musica e video sono forniti da server e aziende che operano al di fuori dell’UE.

Rispetto alle operazioni più tradizionali, con questi tipi di acquisti non è sempre facile identificare fornitore, cliente e luogo di consegna. È quindi più complicato stabilire se l’IVA sia stata pagata o no.

Limitare i danni economici dell’evasione fiscale

Grazie a una più stretta collaborazione con i partner internazionali l’UE spera di sviluppare strumenti più efficaci per lottare contro questo tipo di frode, aiutando i paesi a recuperare le imposte dovute e proteggendo le finanze pubbliche.

Per affrontare il problema, la Commissione propone di avviare negoziati formali con Russia e Norvegia per migliorare la cooperazione amministrativa in materia di IVA. Si sono già tenuti colloqui esplorativi con Canada, Turchia e Cina.

Fra le misure previste: incoraggiare le autorità fiscali nazionali a condividere maggiormente i dati a loro disposizione sulle attività dei contribuenti e agevolare l’accesso alle rispettive banche dati. Questa collaborazione è già una realtà fra i paesi dell’UE, ma finora i principali partner commerciali non vi partecipano.

In un’economia sempre più globalizzata, gli accordi di cooperazione come quelli proposti con la Russia e la Norvegia permetterebbero di individuare e contrastare più facilmente le frodi con l’IVA, limitando le perdite ai danni delle casse statali. Le perdite di gettito fiscale costano ai contribuenti onesti diversi miliardi di euro all’anno.

Commissione Europea

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Reso più facile l’accesso ai servizi dell’Ufficio Tributario Australiano

I servizi on-line dell’Ufficio tributario australiano (ATO – Australian Taxation Office) sono stati resi disponibili attraverso il portale myGov, con l’obiettivo di rendere più veloce e più semplice per i contribuenti la gestione dei propri affari fiscali.

Il portale MyGov garantisce un modo semplice e veloce di accesso ai servizi pubblici on-line con un semplice log-in. I contribuenti saranno ora in grado di collegare i servizi online dell’Australian Taxation Office al proprio account myGov, e potranno presto utilizzare il servizio on-line myTax o e-tax utilizzando myGov per autenticare la loro identita’.

L’Australian Taxation Office consente ai contribuenti di fare una serie di transazioni on-line, compreso l’aggiornamento dei loro dati personali, tenere traccia della loro pensione, disporre il pagamento di un debito, e controllare lo stato della loro dichiarazione dei redditi.

Il Tesoriere Aggiunto, Mr. Mathias Cormann, ha detto: “Garantire un accesso facile e sicuro ai servizi essenziali è molto importante per il Governo e gli utenti myGov possono stare tranquilli che i loro dati personali e le registrazioni sono in mani sicure.”

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Conto in banca: un diritto di tutti

Presentate nuove misure per riconoscere a tutti i cittadini europei il diritto ad avere un conto bancario con caratteristiche di base e facilitare il trasferimento dei conti da un istituto all’altro.

Ora che i pagamenti elettronici stanno rimpiazzando sempre più le operazioni in contanti, tutti hanno bisogno di un conto corrente.

Eppure circa 25 milioni di cittadini europei che vorrebbero averne uno, attualmente ne sono privi. I 2,5 milioni che hanno fatto domanda se la sono visti rifiutare per vari motivi, tra cui quello di essere considerati troppo poveri.

Le persone che non dispongono di un conto bancario hanno difficoltà o sono impossibilitate a ricevere il pagamento dello stipendio o dei sussidi, a trasferire somme di denaro o fare acquisti con la carta di credito o di debito.

La Commissione ha cercato di venir loro incontro, ad esempio incoraggiando le banche ad attenuare su base volontaria i requisiti. Tuttavia, negli ultimi due anni la situazione è rimasta pressoché invariata.

Servono quindi misure vincolanti per garantire che chiunque desideri aprire un conto possa farlo. Le proposte della Commissione intendono:

  • consentire a tutti gli europei, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria, di aprire un conto di pagamento con caratteristiche di base in qualsiasi paese dell’UE, con cui poter eseguire le operazioni bancarie essenziali
  • permettere ai consumatori di confrontare facilmente le spese che un conto comporta, imponendo agli istituti di credito di fornire informazioni chiare su tutte le spese previste e ai singoli paesi di attivare un sito indipendente per il confronto delle spese bancarie
  • istituire un sistema semplice e veloce per il trasferimento dei conti da una banca all’altra di qualsiasi paese dell’UE.

Le misure consentirebbero ai cittadini di scegliere il conto bancario più adatto alle proprie esigenze in ambito europeo. Permetterebbero anche di creare un mercato più competitivo e quindi di contenere le spese.

Le banche beneficerebbero di una normativa più coerente a livello dell’UE e di una riduzione degli adempimenti burocratici.

I paesi europei sarebbero chiamati a fissare norme nazionali, ad esempio decidendo se i conti di pagamento di base debbano essere gratuiti o prevedere spese ragionevoli. Non tutte le banche sarebbero tenute ad offrire conti di pagamento di base, ma i governi potrebbero chiedere ad un unico istituto di mettere a disposizione conti di questo tipo.

Prossime tappe

Le proposte passano ora all’esame dei leader dell’UE e del Parlamento europeo. Se approvate, potrebbero entrare in vigore nel 2014.

Commissione Europea

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