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Fiat Industrial assumerà la residenza fiscale nel Regno Unito

In Italia è nata una nuova discussione politica riguardo alla proposta fusione tra Fiat Industrial, il produttore italiano di trattori e autocarri, e CNH Global, il produttore di macchinari agricoli e per la costruzione, di cui Fiat Industrial è già l’azionista maggioritario. Le discussioni sono sorte sul fatto che la nuova società (NewCo) sarà domiciliata fiscalmente nel Regno Unito, piuttosto che in Italia.

È previsto che NewCo, formata dalla fusione, manterrà la residenza di CNH Global presso i Paesi Bassi, e continuerà ad essere quotata sulla Borsa di New York. Tuttavia, in una recente dichiarazione Fiat Industrial ha sottolineato che la scelta del domicilio fiscale è del tutto allineata ai principali obiettivi della transazione, e cioè la creazione di una società che sia attraente per gli investitori internazionali.

Dopo avere esaminato diversi accordi bilaterali contro la doppia imposizione, il gruppo ha ritenuto che stabilire il domicilio fiscale della società nel Regno Unito, che è del tutto conforme a tutte le normative applicabili e per il quale è stata richiesta una delibera da parte delle autorità di competenza sia nei Paesi Bassi che nel Regno Unito, metterà NewCo nella stessa posizione dei suoi più importanti concorrenti.

In seguito alla notizia del trasferimento è stato riportato che verrebbero a mancare nelle casse dello Stato italiano più di 500 milioni di euro in entrate fiscali; questo ha causato reazioni negative da parte del Governo che sta cercando di migliorare il sistema di riscossione delle imposte e la conformità fiscale. Tuttavia, questi report sono stati del tutto negati da Fiat Industrial.

Nella dichiarazione fatta da Fiat Industriale è sottolineato che, in Italia e altrove, le società che fatto parte del gruppo mantengono una presenza legale nei vari Paesi dove operano e continueranno a versare le imposte in quelle giurisdizioni come è stato fatto in precedenza. La figura di 500 miliorni di euro a cui viene fatto riferimento, viene detto, si basa su un valore aggregato delle imposte dovute dalle sue controllate nel rispetto delle normative fiscali locali.

Di fatto, Fiat Industrial ha dichiarato che il 46 per cento di tale figura fa riferimento a società che operano in America settentrionale, l’11 per cento a società che operano invece in America meridionale e 27 per cento in Europa, di cui solo 5 per cento è attribuibile alle attività del gruppo svolte in Italia.

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Il Presidente del Partito Liberale belga introduce i piani di riforma fiscale per il 2014

Charles Michel, presidente del Partito Liberale francofono belga (MR) , ha evidenziato il bisogno di intraprendere, a partire dal 2014, una riforma al regime fiscale del Paese.

Il Partito Liberale è uno degli otti partiti che compongono la coalizione di governo, che è stato formata dopo le elezioni del 2010, in seguito a un periodo di negoziazione di durata record di 543 giorni.

Con un solo anno prima delle elezioni del 2014, il presidente del MR ha presentato l’idea di allineare alla media europea l’aliquota nominale d’imposta applicata ai redditi delle società. Michel ha quindi proposto di abbassare l’aliquota sui redditi delle società dall’attuale 33 per cento al 25 per cento. Michel ha anche suggerito una revisione dell’imposta sul reddito individuale, per porre fine alle esistenti “trappole d’impiego”, la riduzione delle imposte su successioni e donazioni in modo da ridurre le ingiustizie esistenti, e l’introduzione di aliquote d’imposta ridotte al fine di incoraggiare i reinvestimenti nell’economia belga.

Sottolineando l’impegno del partito alla consolidazione fiscale, Michel ha reso chiaro che una futura coalizione di governo potrà intraprendere una riforma al regime fiscale solo quando le finanze del paese saranno in ordine.  Michel ha rimarcato l’importanza di spendere meno e in maniera più efficace, e ha esortato la Wallonia e Brussels (dove il partito MR e nell’opposizione) a seguire l’esempio federale.

Recentemente, l’Unione Europea ha  lamentato l’incapacità del Belgio di ridurre sufficientemente la spesa pubblica. Anche se l’Unione Europea non ha deciso di applicare una sanzione al Belgio per non aver raggiunto i suoi obiettivi di riduzione del deficit, ha, tuttavia, richiesto al paese di implementare nel corso di quest’anno iniziative pari ad un risparmio dell’1 per cento dell PIL belga e di un ulteriore 0.6 per cento il prossimo anno.

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Le isole di Jersey e Guernsey rispondono a Cameron in materia di scambio di informazioni fiscali

I Capi Ministri delle isole di Jersey e di Guernsey hanno entrambi risposto alla recente lettera del Primo Ministro David Cameron indirizzata ai capi di governo di tutte le Dipendente della Corona e dei Territori d’Oltremare. Nella lettera, Cameron li esortava a collaborare con il Regno Unito al fine di assumere un ruolo di guida nelle iniziative relative allo scambio di informazioni fiscali.

La risposta del Capo Ministro dell’isola di Jersey, Ian Gorst, ha accolto favorevolmente “gli sforzi del Primo Ministro per migliorare gli standard in materia di informazioni sulla proprietà beneficiaria a fini fiscali a livello globale,” e ha confermato la sua intenzione di raccomandare “che l’isola di Jersey prenda parte al progetto pilota avviato dal G5, ora esteso a 17 paesi membri dell’UE, avente l’obiettivo di sviluppare uno standard unico per lo scambio automatico di informazioni fiscali.”

Tuttavia, Gorst ha fatto notare che “la Banca Mondiale ha riconosciuto l’isola di Jersey come giurisdizione leader nel creare gli standard in materia di informazioni a fini fiscali sulla proprietà beneficiaria. I nostri severi requisiti per la costituzione di società presso l’isola di Jersey, così come le normative e la supervisione delle società che forniscono servizi societari e dei trust, assicurano che informazioni adeguate, accurate e aggiornate sui beneficiari effettivi siano a disposizione delle autorità fiscali mondiali.”

“Condivido la Sua opinione che minori imposte, applicate in modo equo in tutto il mondo, siano un fattore determinante per la crescita e la prosperità, “ ha aggiunto, “e siamo felici di continuare a fornire i servizi finanziari che sono essenziali per la futura crescita economica e per la stabilità.”

In modo simile, il Capo Ministro dell’isola di Guernsey, Peter Harwood, ha accolto l’invito del Primo Ministro britannico a supportare gli sforzi internazionali su questioni di fiscalità, commercio e trasparenza.

Il Capo Ministro ha confermato che “L’isola di Guernsey continua a dimostrare il suo impegno sia nei confronti dello scambio automatico di informazioni sia nell’assicurare che le informazioni condivise siano conformi agli standard internazionali. Inoltre, il fatto che l’isola di Guernsey sia una delle giurisdizioni che il governo del Regno Unito reputa soddisfino gli standard britannici in materia di scambio di informazioni, prova che il Regno Unito è consapevole che l’isola sia parte integrante della soluzione all’evasione fiscale, e non parte del problema.”

Harwood ha infine sottolineato che “L’isola di Guernsey fa parte di un gruppo molto ristretto di giurisdizioni in tutto il mondo che effettivamente attuano misure al fine di regolare le attività dei fornitori di servizi societari; inoltre, ci conformiamo anche alle principali raccomandazioni della Financial Action Task Force in materia di proprietà beneficiaria.”

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Il Fondo Monetario Internazionale invita la Nuova Zelanda a considerare regime di tassazione dei risparmi

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha raccomandato alle autorità neozelandesi di procedere con una completa revisione del regime fiscale applicato ai risparmi, in modo da incoraggiare i contribuenti a risparmiare non solo investendo in immobili.

Secondo il FMI, la Nuova Zelanda è l’unico dei Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econmico (OCSE) dove i contribuenti non possono accedere ad alcun veicolo di risparmio, oltre all’acquisto d’immobili. La Nuova Zelanda e l’Irlanda sono gli unici due Paesi OCSE che non hanno uno schema pensionistico di secondo livello – un conto di risparmio privato obbligatorio o una combinazione di sussidi statali e schemi di previdenza sociale, e il finanziamento mediante la riscossione di contributi. Altri rapporti stilati dal FMI mostrano come, rispetto ad altri paesi OCSE, le casse della Nuova Zelanda dipendano in modo significativo dalla riscossione di imposte dirette; ciò potrebbe causare una riduzione dei risparmi privati.

In questo ambito, presentando alla nazione le proprie raccomandazioni nel corso di una consultazione sull’Articolo IV, il FMI ha sottolineato l’importanza di dare seguito alle conclusioni raggiunte dal gruppo di lavoro sui risparmi, e ha accolto favorevolmente il cambiamento visto nella composizione delle entrate fiscali, da imposte sul reddito a quelle sui consumi.

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I deputati del Parlamento Europeo adottano risoluzioni sulle iniziative anti-evasione

I legislatori dell’Unione Europea hanno dichiarato che sarà richiesto a tutti gli stati membri di approvare le misure volte a contrastare l’utilizzo dei cosiddetti “paradisi fiscali” e di misure di pianificazione fiscale aggressiva, così come quelle per bloccare le scorciatoie fiscali.

Adottando una risoluzione in materia di evasione fiscale, i deputati del Parlamento Europeo hanno rimarcato la necessità di colmare il “buco fiscale” creato dalla perdita di entrate causata non solo dalla frode e dall’evasione fiscale, ma anche dall’elusione legittima e da attività di pianificazione fiscale “aggressiva”. È stato stimato che a causa di queste attività ogni anno vengono perse entrate pari a 1 miliardo di euro; la risoluzione adottata dal Parlamento europeo prevede che i governi si pongano l’obiettivo di dimezzare questa figura entro il 2020.

Un’altra risoluzione adottata in relazione al report annuale del Parlamento in materia di tassazione presenta le modalità in cui i governi potrebbero coordinare più efficacemente i propri sistemi fiscali. Secondo Ildiko Gáll-Pelcz, Parlamentare europeo e responsabile per questa risoluzione, l’Europa necessita di “una piattaforma comune per lo scambio di informazioni fiscali negli anni a venire e di sistemi fiscali che promuovano la crescita. Non abbiamo bisogno di più tasse, ma di più persone ed imprese che le paghino.”

Entrambe le risoluzioni richiedono agli stati membri di accordarsi su una chiara definizione, valida a livello europeo, dei “paradisi fiscali”, e di stilare una blacklist comune delle giurisdizioni che si qualificano come tali. In modo similare, dovrebbero essere attuate e rafforzate misure per prevenire che le imprese trasferiscano redditi verso queste giurisdizioni; i governi dovrebbero inoltre fare uso di tutte le fonti di informazioni a loro disposizione.

I Parlamentari hanno anche consigliato di non concedere alcun finanziamento, sia europeo che statale, alle imprese che non rispettano gli standard fiscali dell’UE, mentre le  imprese che prendono parte in competizioni per l’assegnazione di appalti pubblici dovrebbe essere obbligate a fornire i dettagli relativi a qualunque sanzione o condanne legate a questioni di natura fiscale. Nei casi in cui i fornitori violino i propri obblighi fiscali, le autorità pubbliche dovrebbero avere il diritto di terminare il contratto stipulato.

Concludendo, i deputati del Parlamento Europeo vogliono che l’UE assuma un ruolo di guida nel migliorare la trasparenza fiscale ed i meccanismi per lo scambio di informazioni, raccomandando un sistema per facilitare la coordinazione in quest’area.

Le risoluzioni sono state votate in vista della riunione del Consiglio Europeo previsto per oggi. Nel corso di un intervento durante una sessione plenaria del Parlamento, il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha spiegato che i ministri discuteranno le iniziative anti-frode e anti-evasione, con l’obiettivo di ristabilire “il senso di equità che cittadini e imprese non riconoscono più in seguito alla crisi finanziaria.”

Barroso ha chiarito la sua intenzione di insistere affinché vi sia un impegno politico sullo scambio automatico di informazioni per tutte le tipologie di reddito, fissando il 1° gennaio 2015 come data termine per l’implementazione di tali meccanismi. Lavoro, pensioni e assicurazioni sono i campi già inclusi in questo progetto; Barroso vuole però estendere la nuova proposta anche ad altre tipologie di reddito, come quello da dividendi o plusvalenze capitali.

Nonostante ciò, Barroso ha avvisato che l’UE dovrà far fronte a un “divario di implementazione” di tali iniziative. Ha spiegato che le attività svolte a livello nazionale, europeo ed internazionale devono essere velocizzate e coordinate in modo più efficace. Gli stati membri dovrebbero affrettarsi ad adottare il Piano d’Azione della Commissione su evasione ed elusione, così come le Raccomandazioni relative ai paradisi fiscali ed alla pianificazione fiscale aggressiva.

Nel corso dei prossimi giorni la Commissione presenterà delle raccomandazioni per la riforma del controllo e dell’amministrazione fiscale specifiche per ogni paese.

Al termine del suo discorso, Barroso ha sottolineato l’importanza dell’incontro: “Ora è il momento di andare avanti, non con altre parole ed analisi, ma approvando ed implementando proposte ed azioni concrete.”

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Lussemburgo e Austria approvano mandato di negoziazione dell’UE

Luc Frieden, Ministro delle Finanze del Lussemburgo, ha confermato che il Lussemburgo e l’Austria sono incluse nel mandato che permette alla Commissione Europea di condurre negoziazioni relative allo scambio automatico di informazioni con cinque paesi terzi. Nel corso dell’ultimo incontro tenutosi a Bruxelles tra l’Unione Europea e il Consiglio ECOFIN, entrambi i paesi hanno revocato la loro opposizione alle discussioni tra la Commissione Europea e Svizzera, Liechtenstein, Andorra, Monaco e San Marino.

Stando a quanto dichiarato da Frieden, il Lussemburgo e l’Austria hanno anche approvato che la proposta di emendamento alla Direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio debba essere utilizzata come base di partenza per le negoziazioni, nonostante il fatto che il testo non sia ancora stato formalmente approvato. Frieden ha spiegato che, una volta concluse le negoziazioni, il Consiglio ECOFIN potrà allora formalmente adottare la Direttiva, al fine di assicurare che ci sia una parità di condizioni di mercato con i cinque stati in questione.

Il Ministro del Lussemburgo ha fatto riferimento allo schema pilota proposta da Spagna, Regno Unito, Germania, Francia e Italia per lo scambio multilaterale di informazioni fiscali tra i paesi che vi prenderanno parte; questo schema è basato sul modello dell’atto FACTA. In questo contesto, Frieden ha sottolineato che il Granducato del Lussemburgo condivide l’obiettivo politico di sviluppare un “sistema coerente di scambio automatico”, applicato su una scala geografica più estesa possibile.

Concludendo, il Ministro delle Finanze Frieden ha annunciato i piani di sottoscrivere, a Parigi alla fine di Maggio, un accordo OCSE sulla mutua assistenza amministrativa per questioni di natura fiscale.

Rivolgendosi al Consiglio ECOFIN, Frieden ha insistito che il Lussemburgo ha sempre dato grande importanza alla lotta all’evasione ed elusione fiscale. Pur rendendo chiaro che, nella sua opinione, il sistema di ritenuta alla fonte rimane il metodo più efficace di raggiungere questo obiettivo, Frieden ha sottolineato la decisione del Lussemburgo di tenere in considerazione i recenti sviluppi internazionali, indicando che lo scambio automatico di informazioni è ora lo standard internazionale per contrastare la frode fiscale.

Frieden ha avvertito che, affinché questo standard sia applicato efficacemente, è di importanza vitale assicurare un’applicazione a larga scala geografica, in modo di salvaguardare la competitività dell’economia europea. Frieden ha sottolineato che è essenziale garantire che ci siano condizioni di parità tra i centri finanziari sia europei che internazionali, da qui l’importanza di questo riferimento nel recente comunicato del G20. Il Segretariato di Stato svizzero per le questioni finanziarie (SIF) ha già confermato la presa di conoscenza di Berna del mandato di negoziazione. Il SIF ha annunciato che il Consiglio Federale prevede di rispondere una volta esaminata una richiesta concreta per l’estensione da parte della Svizzera della Direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio.

L’Associazione dei Banchieri Svizzeri (ABS) ha sottolineato che accoglierebbe favorevolmente un accordo, che nel medio termine migliorerebbe l’accesso degli istituti finanziari svizzeri al mercato europeo. L’ABS ha tuttavia fatto notare che la Svizzera sarà in grado di accettare solo misure che sono equivalenti alle normative interne europee.

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L’ECOFIN raggiunge un accordo sulla Direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio

Il Consiglio dell’Economia e della Finanza (ECOFIN) dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo su un mandato per permettere alla Commissione Europea di negoziare emendamenti agli accordi stipulati nel contesto della Direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio. Dopo l’incontro, il Commissario per la tassazione, Algirdas Šemeta, ha confermato che, dopo due anni di discussioni, i ministri si sono ora accordati sul dare il via alla Commissione in modo che possa cominciare ad intraprendere negoziazioni con la Svizzera, San Marino, l’Andorra, il Liechtenstein e Monaco. Descrivendo questa decisione come “un grande passo in avanti”, Šemeta ha sottolineato di essere “pronto a procedere con queste negoziazioni con grande velocità ed ambizione”. Il Commissario ritiene che “maggiore cooperazione e trasparenza nella tassazione tra l’UE e questi paesi potrà far sì che milioni di euro ritornino ai tesori legittimi.”

La Commissione aveva per la prima volta adottato una proposta di emendamento alla Direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio nel Novembre 2008. L’obiettivo era quello di eliminare le scorciatoie esistenti, prevenire più efficacemente l’evasione fiscale e assicurare la tassazione dei pagamenti di interessi trasferiti attraverso strutture non soggette a tassazione.

Queste riforme saranno discusse nel corso dell’incontro della prossima settimana del Consiglio Europeo. Il differimento ha deluso Šemeta, il quale ha dichiarato che un accordo è stato bloccato sulla base che debba essere data priorità al progresso con i paesi terzi. Šemeta è convinto che questo “sia uno strumento troppo importante per poter continuare ad ignorarlo,” e che “una Direttiva sui risparmi rafforzata sia cruciale affinché tutti gli Stati Membri siano in grado di identificare e perseguire gli evasori che si trovano nell’UE”.

Šemeta spera che la situazione sarà corretta, avvertendo che ci sarà un cambiamento effettivo solo se la “sede stessa dell’UE sarà interamente in ordine.” I suoi commenti fanno eco a quelli fatti dal Cancelliere del Regno Unito in una lettera ai ministri britannici, pubblicata prima dell’incontro. Nella lettera, George Osborne ha dichiarato che: “Se l’Europa non riesce a dimostrare di potersi accordare sulla proposta esistente, il nostro impegno nei confronti di uno standard nuovo e rafforzato non sarà credibile. È una prova della nostra serietà; e il mondo ci sta guardando”.

Nonostante ciò, l’ECOFIN ha adottato una serie di conclusioni in materia di evasione e frode fiscale. Stando a quanto dichiarato da Michael Noonan, Ministro delle Finanze irlandese e presidente della riunione: “Questo è un vero progresso nella lotta all’evasione ed alla frode fiscale, un obiettivo condiviso da tutti gli stati membri. Sosteniamo fortemente il movimento internazionale verso lo scambio automatico di informazioni come uno nuovo standard mondiale.”

In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo l’incontro, i ministri di Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno riconfermato che “tutti gli stati membri riconoscono l’importanza di adottare misure efficaci per contrastare l’evasione e la frode fiscale.” Il documento dichiara inoltre che l’ECOFIN “riconosce il bisogno di una combinazione appropriata degli sforzi a livello nazionale, europeo e globale,”  e che questo supporta la transizione verso un uso maggiore dello scambio automatico di informazioni. I Ministri hanno anche sottolineato il “ruolo utile” che può essere svolto dal Piano d’Azione della Commissione in relazione all’evasione, e dalle sue raccomandazioni sulla pianificazione fiscale aggressiva e sull’appropriata gestione delle questioni fiscali. Hanno ricordato il lavoro attualmente svolto dal Consiglio, e riconosciuto che gli stati membri stanno implementando le misure legali esistenti, in modo particolare la Direttiva del Consiglio per la cooperazione amministrativa e la mutua assistenza per il recupero dei crediti. I partecipanti hanno invitato i propri governi a “considerare, ove appropriato, in quale misura il quadro legale nazione esistente possa includere una Regola Generale Anti Elusione che permetta un’azione efficace, in conformità ai Trattati dell’UE, per contrastare le strutture di elusione fiscale.”

Concludendo, i ministri hanno esortato le future presidenze dell’UE a “continuare a lavorare per trovare i modi più appropriati di contrastare la frode e l’evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva a livello nazionale, europeo e globale,  così come rafforzare gli sforzi di promuovere la buona gestione delle questioni fiscali nei paesi terzi, sottolineando l’importanza di rafforzare la cooperazione con OCSE e G20, condividendo punti di vista, esperienze e migliori pratiche tra gli stati membri.”

Questa dichiarazione è stata accolta positivamente dal Tesoro del Regno Unito: “Vi è ora grande slancio verso un cambiamento radicale nell’approccio della comunità internazionale alla lotta contro l’evasione mediante strutture offshore, che il governo è pienamente impegnato a rendere una realtà il più presto possibile. Si sta formando un grande consenso internazionale, sia in Europa che al G20, al fine di raggiungere un nuovo standard globale sulla trasparenza fiscale “.

Commentando, Chas Roy-Chowdhury, responsabile delle imposte per l’Associazione dei Dottori Commercialisti, ha dichiarato: “Gli ampi sforzi dell’Europa per reprimere la pratica illegale di evasione fiscale rappresentano un passo positivo. Tuttavia, se la condivisione di informazioni fiscali sarà utilizzata per motivi che vanno oltre al prevenire che le leggi siano infrante, allora cominceremo ad entrare nel regno della ‘grande Fratello’.

“Dovrebbe, ormai, essere inciso nella mente di tutti che l’elusione fiscale rientra nelle norme di legge, mentre l’evasione fiscale è illegale. Se la condivisione tra gli Stati membri dell’UE di informazioni fiscali relative a privati e aziende sarà utilizzata per qualcosa di diverso dal contrastare l’evasione fiscale, come ad esempio, per umiliare coloro che operano nel rispetto della legge al fine di pagare meno imposte, allora l’UE rischia di diventare una zona da evitare per la comunità d’affari del mondo. “

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L’Olanda intende bloccare la Tassa sulle Transazione Finanziarie dell’UE

Il Ministro delle Finanze dell’Olanda e Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem,  ha recentemente dichiarato che l’Olanda intende opporsi alla decisione di 11 paesi membri dell’Unione Europea che intendono implementare una tassa sulle transazioni finanziarie. Come Ministro delle Finanze dell’Olanda, Dijsselbloem ha argomentato che questa tassa avrebbe serie ripercussioni sulla fondi pensione del paese, il che non sarebbe “appropriato”. Il Ministro ha dichiarato che l’Olanda ritiene inoltre che le entrate generate da questa tassa dovrebbero entrare nelle casse dei governi nazionali e non direttamente a quelle di Brussels.

Pur sottolineando che l’Olanda e’ disponibile per discutere la questione, Dijsselbloem ha tuttavia reso chiaro che il Governo olandese intende porre “condizioni severe”.

L’Olanda si e’ opposta all’idea di una tassa sulle transazioni finanziarie fin dal suo concepimento. Tuttavia, questa e’ la prima volta che il paese ha dichiarato apertamente la sua intenzione di boicottare i piani degli altri stati membri dell’UE di andare andare avanti con l’implementazione dell’imposta.

Francia, Germania, Austria, Belgio, Estonia, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna intendono implementare la tassa nell’ambito della cooperazione rafforzata.

Secondo i piani correnti, una tassa ad aliquota dello 0.1% potrebbero essere imposta sul trading di azioni e titoli, mentre un’aliquota dello 0.01% sarebbe imposta sul trading di derivati. Stando alla Commissione Europea, questa tassa genererebbe entrate tra 30 e 35 miliardi di euro ogni anno.

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Lussemburgo abbandona modello di ritenuta alla fonte “irrealistico”

Il Ministro delle Finanze del Lussemburgo, Luc Frieden, ha reso chiaro che il modello di ritenuta alla fonte “non ha alcun futuro”, come strumento per contrastare l’evasione ed assicurare la conformità fiscale nel contesto della Direttiva Fiscale sui Risparmi.

Pur ammettendo che il modello di ritenuta alla fonte è più efficace e, nel complesso, un “sistema migliore,” il Ministro delle Finanze Frieden ha insistito che questo non rappresenta più un’opzione o soluzione realistica. Frieden ha difeso il cambio di posizione del Principato, in modo particolare la decisione di applicare, a partire dal 2015, una direttiva per lo scambio automatico di informazioni in relazione ai pagamenti di interessi fatti a coloro che risiedono negli altri paesi dell’Unione Europea (UE). Frieden ha dichiarato che la decisione di cambiare posizione è stata presa alla luce delle negoziazioni in corso con gli Stati Uniti riguardo all’accordo sull’atto FATA e dell’incapacità del Parlamento tedesco di raggiungere una decisione sull’accordo di ritenuta alla fonte tra Germania e Svizzera.

Il Ministro ha spiegato che, ora che il modello di ritenuta alla fonte non ha alcun futuro, il Lussemburgo intende fare i passi necessari per garantire la certezza giuridica e determinare in modo attivo il futuro del Principato, prendendo parte agli sviluppi a livello internazionale. Frieden ha sottolineato l’importanza di assicurare che tutti i centri finanziari siano soggetti alle stesse regole; creando quindi condizioni di competizione alla pari. Il Ministro delle Finanze Frieden ha rimarcato il ruolo chiave ricoperto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) al fine di riuscire a raggiungere questo obiettivo, facendo notare che non solo gli stati membri dell’UE, ma anche gli Stati Uniti e la Svizzera partecipano con l’OCSE. Frieden ha sottolineato l’importanza che Singapore e Hong Kong prendano parte alle negoziazioni, al fine di prevenire trasferimenti di capitali.

Concludendo, il Ministro del Lussemburgo ha sottolineato la sua convinzione che il meccanismo di scambio automatico di informazioni diventerà uno standard globale. Avvisando che la tutela della sfera privata rimane di importanza vitale, e che le informazioni devono quindi essere condivise solamente tra le amministrazioni fiscali degli stati con cui è stato concluso un accordo bilaterale, Frieden ha enfatizzato che l’obiettivo a lungo termine del Lussemburgo è quello di diventare un centro finanziario riconosciuto a livello globale e di essere in grado di attrarre i clienti internazionali, piuttosto che condurre negoziazioni isolate.

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Barroso esorta gli Stati Membri a fare progressi sulle iniziative anti-evasione

Jose Manuel Barroso ha confermato che la Commissione Europea presenterà proposte di legge per estendere il campo di applicazione dello scambio automatico di informazioni.

Scrivendo agli altri leader in vista del summit che si terrà il 22 Maggio, il Presidente dell’UE ha spiegato che la Commissione cercherà di applicare emendamenti alla Direttiva sulla Cooperazione Amministrativa. Lo scopo è quello di “assicurare che siano considerati, senza alcuna esclusione ed in modo costante, tutti i tipi di reddito pertinenti, in tutti gli Stati Membri.”

Barroso ha allegato alla sua lettera una nota in cui viene descritta l’ “importanza della tassazione nell’esistente contesto di consolidazione fiscale negli Stati Membri e in particolare l’impatto negativo della frode fiscale e dell’evasione.” La nota argomenta che queste attività limitano la capacità dei governi di aumentare le entrate, con decine di miliardi di euro che sono detenuti presso giurisdizioni offshore, spesso non dichiarati e non tassati. Barroso vuole che tutti “contribuiscano alle finanze pubbliche pagando le imposte dovute.”

La nota descrive anche le iniziative intraprese a livello europeo. Barroso esorta gli Stati Membri a prendere una decisione in relazione alle raccomandazioni, tra cui la Direttiva sulla Tassazione dei Risparmi ed il Piano d’Azione della Commissione sulla pianificazione fiscale aggressiva e sui cosiddetti paradisi fiscali.

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