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L’Unione Europea approva l’agevolazione fiscale del Regno Unito sui videogiochi

La Commissione Europea ha concluso che i progetti del Governo britannico di concedere sgravi fiscali ai produttori di videogiochi sono in linea con le norme dell’Unione Europea in materia di aiuti di Stato.

Lo sgravio fiscale è destinato ad incentivare gli sviluppatori di videogiochi a produrre giochi che rispondano a determinati criteri culturali. La Commissione aveva avviato un’indagine approfondita su tali proposte, dicendosi in dubbio sul fatto che tali aiuti potessero rivelarsi utili.

Quest’ultima infatti evidenziava come non vi fosse alcun evidente pericolo di fallimento in questo settore del mercato, in quanto tali giochi venivano prodotti anche in assenza di aiuti di Stato. La Commissione aveva inoltre rilevato che limitare le spese che si qualificano per lo sgravio fiscale ai beni o ai servizi “utilizzati o consumati” nel Regno Unito avrebbe potuto rivelarsi discriminatorio.

Il Regno Unito ha rimosso le spese legate alla territorializzazione imposte ai beneficiari del regime. Secondo la Commissione, il Governo ha dimostrato che il test culturale proposto garantisce che tali aiuti forniscano supporto solamente ai giochi di elevato valore culturale.

Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione responsabile della politica sulla concorrenza, ha annunciato: “I nostri dubbi iniziali sono stati dissipati. Gli aiuti proposti per i videogiochi si stanno infatti focalizzando su un piccolo numero di determinati giochi inglesi, ad alto livello culturale, che incontrano delle crescenti difficolta’ nel trovare finanziamenti privati.”

Solo circa il 25 % dei giochi prodotti nel Regno Unito potra’ beneficiare di tali aiuti. La Commissione ha concluso che, senza questo sostegno, i nuovi giochi inglesi di tipo culturale potrebbero diminuire in modo considerevole. Ha inoltre rilevato che tale misura promuove la cultura senza tuttavia falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico. La Commissione ha già approvato gli aiuti ai videogiochi in Francia.

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Il Ministro delle Finanze tedesco annuncia il taglio delle imposte

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha suscitato grandi speranze riguardo possibili tagli fiscali prima della fine della presente legislatura in occasione del forum fiscale tenutosi recentemente a Berlino ed organizzato dalla Confederazione tedesca dell’artigianato (ZDH).

Riferendosi al fatto che in Germania la soglia dell’imposta sul reddito delle persone fisiche non ha tenuto il passo con l’inflazione, il Primo Ministro ha detto che, nonostante attualmente vi sia una mancanza di consenso sia all’interno della grande coalizione sia all’interno della camera alta del parlamento per quanto riguarda l’aumento delle soglie dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, cio’ non significa che alla questione non sarà data la dovuta considerazione nei prossimi anni.

Cosi’ come vi e’ un aumento di fiducia all’interno dell’Unione Cristiano-democratica (CDU) e Socialdemocratica (SPD), allo stesso modo vi e’ la possibilita’ di raggiungere una soluzione comune nel campo della politica fiscale, ha poi aggiunto Wolfgang Schäuble. L’esperienza dimostra che un accordo di coalizione concluso all’inizio della legislatura può sembrare “abbastanza vecchio” a fine legislatura, quindi non bisogna perdere ogni speranza, ha sottolineato.

Hans Peter Wollseifer, presidente della Confederazione tedesca dell’artigianato, aveva in precedenza chiesto al Governo di utilizzare le entrate fiscali in eccesso per ridurre l’imposta “nascosta” per i cittadini e le imprese in Germania. Anche se la grande coalizione nell’accordo si e’ impegnata a non aumentare le tasse, si stanno comunque verificando nuovi aumenti di imposte, ha avvertito. Questi ha pertanto invitato il Governo a presentare una relazione sugli effetti che dette soglie invariate di imposta stanno generando sugli oneri fiscali a cui sono soggette le persone.

Mentre la CDU vuole introdurre sgravi fiscali per famiglie e imprese, la SPD ha annunciato l’intenzione di aumentare le soglie di imposta sul reddito solamente se gli stipendi piu’ alti  verranno soggetti ad imposte piu’ elevate. Cio’ ha portato ad una situazione di stallo politico, in quanto la CDU ha respinto tali piani.

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I Caraibi Orientali negoziano gli accordi FATCA con gli USA

L’Unione Monetaria Caraibica (ECCU) ha dato inizo ala trattativa con gli Stati Uniti d’America attraverso un accordo intergovernativo (IGA) per l’attuazione del Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA).

Il FATCA necessita di istituzioni finanziarie straniere (FFI) al fine di riferire le informazioni all’US Internal Revenue Service (IRS) sugli asset del valore di USD 50,000 o più, detenute dai contribuenti americani, o da società estere ove i contribuenti statunitensi detengono un sostanziale interesse di proprietà. L’inottemperanza da parte dell’FFI di fornire informazioni potrebbe tradursi in una ritenuta alla fonte del 30% riscossa su determinati pagamenti, e può comportare la perdita potenziale di rapporti bancari di corrispondenza.

I Governi di Saint Kitts e Nevis hanno rivelato che i governi membri dell’ECCU hanno deciso di perseguire il modello 1 IGA. Gli stessi sono inoltre impegnati ad introdurre il “Foreign Account Tax Compliance (Stati Uniti) Implementation and Enforcement Bill, 2014“, al fine provvedere alla legalizzazione della presentazione delle informazioni sui clienti da fornire alle autorità statunitensi, hanno affermato.

Il Governo ha avvertito che tutte le istituzioni finanziarie non bancarie sono tenute a registrarsi sul Portale IRS prima del 25 aprile 2014, termine ultimo per evitare l’imposizione della ritenuta alla fonte del 30% dal 1 ° luglio 2014.

L’ECCU comprende Antigua e Barbuda, Dominica, Grenada, St. Kitts e Nevis, St. Lucia e St. Vincent e Grenadines.

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L’Italia dovrebbe annunciare l’amnistia

Il nuovo Governo in Italia ha dichiarato che è “altamente probabile” che possa emanare una normativa, elaborata dal precedente Governo Letta, per consentire la regolarizzazione del capitale sommerso detenuto all’estero dai residenti italiani.

Se approvato, il decreto dovrebbe fornire una struttura giuridica tale da permettere all’Italia di completare gli accordi bilaterali con altri paesi e far parte degli standard internazionali emergenti per lo scambio di informazioni fiscali, ma anche inasprire le sanzioni per coloro che non cooperano.

Tuttavia, il Governo precedente ha anche proposto l’introduzione di una iniziativa, che dovrebbe includere riduzioni delle sanzioni per coloro che fanno un’autodenuncia relativa ai patrimoni non dichiarati, e volontariamente collaborano con le autorità fiscali italiane.

Secondo il decreto, l’autodenuncia dovrebbe essere fatta entro il 30 settembre 2015, ed escluderebbe le persone soggette ad una verifica o controllo fiscale. Dovrebbe contenere i dettagli di tutti gli investimenti o attività finanziarie detenute all’estero (direttamente o indirettamente) fino al 31 dicembre 2013.

E’ stato riferito che la procedura per l’attivazione dell’autodenuncia probabilmente verrà introdotta prima della pausa estiva nel mese di agosto, e che la sanzione applicata a coloro che la adottano verrà fissata al 10% o al 12,5%. Un tasso del 12,5% sarebbe equivalente alla ritenuta alla fonte applicata sui titoli di Stato.

Mentre la percentuale dell’eventuale sanzione che verrà introdotta non è ancora stata confermata, il Sottosegretario al Ministero dell’Economia, Enrico Zanetti, ha riferito che sarebbe certamente “di più” rispetto alla sanzione del 5% applicata col condono fiscale predisposto dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel 2009/10. Zanetti ha sottolineato che non sarebbe possibile vedere il nuovo procedimento volontario come un’altra amnistia, ma che l’adesione ad esso “dovrebbe essere ancora conveniente.”

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Il Lussemburgo sostiene la nuova direttiva in materia di tassazione dei redditi da risparmio

Il Primo Ministro del Lussemburgo Xavier Bettel ha detto che le conclusioni adottate in occasione della recente riunione del Consiglio Europeo sulla revisione della Saving Tax Directive (ossia la direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio) hanno determinato “il via libera” da parte del Granducato di Lussemburgo.

Il Primo Ministro ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea (UE) abbiano raggiunto un accordo in occasione dell’ultima riunione del Consiglio Europeo a Bruxelles, ed ha aggiunto che il Lussemburgo intende avere “un centro bancario trasparente”.

Bettel ha sottolineato l’importanza di quanto e’ stato assicurato dalla Commissione Europea riguardo al fatto che verranno portati avanti i negoziati con i paesi terzi europei al fine di stabilire misure equivalenti, con l’obiettivo di giungere ad una conclusione entro la fine dell’anno.

I 28 Stati membri dell’UE hanno formalmente adottato la rivista direttiva sulla tassazione del risparmio il 24 marzo 2014. La direttiva in questione mira a reprimere l’evasione fiscale transfrontaliera attraverso lo scambio automatico di informazioni (AEI). Il campo di applicazione della direttiva è esteso ai fondi di investimento, alle pensioni e agli strumenti finanziari innovativi, chiudendo le scappatoie esistenti.

Lussemburgo e Austria avevano dato il loro sostegno al nuovo accordo condizionandolo al fatto che venissero accelerati i negoziati con paesi terzi, come la Svizzera, per creare delle condizioni di parità.

Prendendo atto dell’accordo del Consiglio Europeo di estendere il campo di applicazione della direttiva, la Luxembourg Bankers’ Association (Associazione lussemburghese dei banchieri – ABBL) ha dichiarato:

“Accogliamo con favore gli attuali sforzi al fine di stabilire lo scambio automatico di informazioni come standard globale. Gli emendamenti che sono stati approvati sulla direttiva sul risparmio rappresentano solo un passo intermedio nell’ambito di un piu’ grande processo ancora in corso.”

“Le banche lussemburghesi sono state attive nei preparativi per l’introduzione dello scambio automatico di informazioni almeno dal 2009, quando il Lussemburgo ha accettato di introdurre lo scambio di informazioni su richiesta nelle sue convenzioni sulla doppia imposizione.”

Ha poi continuato: “Nell’interesse del settore europeo della gestione patrimoniale, la ABBL desidera ribadire la richiesta di una parità di condizioni per quanto riguarda l’attuazione dell’ “automatic exchange of information” (AEI). Invitiamo pertanto la Commissione Europea a proseguire i suoi sforzi e ad progredire rapidamente in modo da garantire che i Paesi non Ue che vi sono interessati continuino ad applicare delle misure equivalenti a quelle dell’UE. In questo contesto, accogliamo con favore l’annuncio del Primo Ministro Bettel con cui questi ha comunicato che il Lussemburgo ha ricevuto garanzie sul fatto che i negoziati della Commissione Europea con questi paesi dovrebbero venire conclusi entro la fine del anno”.

“Chiediamo inoltre alle autorità di assicurare che venga posto in atto un quadro unico, allineato e coerente per quanto riguarda lo scambio automatico di informazioni. Le strategie dell’Unione Europea e dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) devono essere allineate fra loro, in modo da evitare l’entrata in vigore di una quantita’ eccessiva e costosa di provvedimenti e scadenze relative allo scambio automatico di informazioni. Ci uniamo i nostri colleghi della Federazione Bancaria Europea nell’insistere per una normativa AEI snella e semplificata, i cui costi ed oneri amministrativi siano sopportabili per il settore finanziario e facili da gestire quotidianamente”.

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OECD – Nuove norme sullo scambio di informazioni utili

Il Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD), Angel Gurrìa, ha accolto gli impegni provenienti da oltre 40 paesi per adottare un calendario dettagliato al fine di intensificare la lotta contro l’evasione fiscale.

La scorsa settimana il Consiglio Europeo ha invitato un certo numero di Stati europei a unirsi ad un gruppo di paesi “early adopter” impegnati nella nuova norma globale per lo scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali, sviluppata dall’OECD. I primi utilizzatori hanno annunciato pubblicamente il loro impegno ad attuare la nuova norma. Allo stesso tempo, l’Austria e il Lussemburgo hanno rinunciato a presentare le loro obiezioni sulla revisione della Direttiva UE sul risparmio, spianando così la strada per la sua adozione.

Gurrìa ha detto: “L’impegno preso da tanti paesi e giurisdizioni di attuare dell’OECD Global Standard sulla base di un calendario preciso e ambizioso, è una buona notizia per tutti coloro che vogliono vedere un sistema fiscale internazionale equo e trasparente. La rapidità con cui le nuove norme sono sviluppate e concordate, dimostra che lo slancio politico per la riforma è ormai schiacciante.”

L’adozione della nuova norma globale non riguarda solo la questione di stabilire una cooperazione tra gli Stati, si tratta anche di ripristinare la fiducia dei cittadini nel governo“, ha aggiunto.

La norma obbliga i paesi e le giurisdizioni a scambiarsi annualmente informazioni ottenute dalle loro banche ed istituzioni finanziarie automaticamente. I Governi del Gruppo dei Venti (G 20) hanno incaricato il Global Forum on Transparency and Exchange of Information for Tax Purposes (Forum Globale sulla Trasparenza e lo Scambio di Informazioni ai fini fiscali) ospitato dall’OECD, a monitorare e valutare l’attuazione della norma.

L’OECD dovrebbe fornire un commento dettagliato sulla nuova norma, nonché soluzioni tecniche per attuare gli scambi di informazioni reali, nel corso della riunione dei ministri delle finanze del G20 nel settembre 2014.

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I leader dell’Unione Europea raggiungono un accordo sulla Direttiva in materia di tassazione dei redditi da risparmio

Dopo sei anni di trattative, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno formalmente adottato una revisione della Direttiva sulla tassazione del risparmio, con una mossa descritta dal Commissario responsabile per le questioni fiscali Algirdas Šemeta come un importante passo avanti nella lotta contro l’evasione fiscale.

L’accordo politico e’ stato raggiunto durante un meeting del Consiglio Europeo tenutosi il 21 marzo, seguito poi dall’adozione formale dell’accordo il successivo 24 marzo.

La direttiva mira a combattere l’evasione fiscale transfrontaliera attraverso la creazione di un sistema di scambio automatico di informazioni fra le Autorità fiscali, sistema utile per l’identificazione delle persone che ricevono redditi da risparmio in uno Stato membro diverso dal proprio. La Commissione sta premendo per la riforma della direttiva dal 2008, con l’obiettivo di colmare numerose lacune estendendo il campo di applicazione di questa ai fondi di investimento, alle pensioni ed agli strumenti finanziari piu’ innovativi. La direttiva entrera’ a far parte della struttura legislativa predisposta dall’Unione Europea per l’attuazione di un nuovo standard globale sullo scambio automatico di informazioni.

Il Commissario Šemeta ha detto: “Dopo anni di stallo e’ stato raggiunto un importante obiettivo per la lotta contro l’evasione fiscale. Questo e’ un chiaro indizio che il periodo di segreto bancario e di poca trasparenza fiscale e’ giunto al termine”.

“L’evasione fiscale danneggia gravemente la sostenibilità fiscale, la tassazione equa e la libera concorrenza. La perdita di miliardi in tasse non pagate pesa sulle tasche dei contribuenti onesti. Ecco perché la lotta contro l’evasione è balzata in cima all’agenda politica di tutti nel corso degli ultimi due anni.”

Concludendo, Algirdas Šemeta ha richiesto uno sforzo finale, al fine di garantire che la lunga serie di proposte anti- evasione presentate dalla Commissione negli ultimi anni venga attuata correttamente.

Šemeta ha detto di aspettarsi di “raggiungere un rapido accordo sulla Direttiva per la Cooperazione Amministrativa, al fine di rafforzare il più possibile lo scambio automatico tra gli Stati membri”; lo stesso Šemeta ha poi aggiunto che: “e’ necessario continuare a lavorare a pieno ritmo per garantire che le imprese paghino la loro giusta quota di tasse – comprese quelle multinazionali e digitali.”

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IBEC: richieste di tagli fiscali per sostenere la ripresa irlandese

L’Associazione delle imprese e dei datori di lavoro irlandese IBEC ha richiesto al Governo irlandese di ridurre l’aliquota marginale dell’imposta sul reddito al di sotto del 50% ed aumentare la soglia, per supportare la fase successiva della ripresa economica.

Al fine di promuovere “An Ireland that works ” l’Ibec ha evidenziato i settori chiave in cui occorre intervenire, e dove si ritiene che la politica di Governo non è al passo con le esigenze economiche del paese.

In particolare, l’Ibec sostiene che il carico fiscale sul paese è troppo alto come lo è l’impatto sull’occupazione, gli investimenti e la spesa dei consumatori. Il documento rilasciato per accompagnare la campagna afferma che mentre era “necessario ampliare la base imponibile ed aumentare alcune imposte nei bilanci di austerità, gli aumenti delle tasse sono stati troppo elevati ed hanno frenato la ripresa delle vendite al dettaglio e dell’economia nazionale in generale.”

L’aliquota marginale dell’Irlanda del 52% è notevolmente superiore alla media del 36% applicata negli altri paesi come sottolineato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD). L’aliquota massima colpisce un reddito poco superiore a EUR 32,000 (USD 44,145). Pertanto, l’Ibec invita il Governo a portare l’aliquota fiscale marginale per i lavoratori autonomi di nuovo in linea con gli altri lavoratori e di garantire che l’aliquota marginale d’imposta sul reddito scenda al di sotto del 50%.

L’Ibec sostiene anche che “il prelievo pensionistico del Governo è una tassa ingiusta e ingiustificabile sui risparmi dei lavoratori del settore privato, che mina i diritti di proprietà. Le tasse sui consumatori sono anche tra le più alte in Europa e stanno erodendo il potere d’acquisto delle famiglie.” Il prelievo dovrebbe essere interrotto, l’eccessivo aumento delle aliquote di accisa e le plusvalenze riformati, per sostenere gli investimenti delle imprese, afferma.

L’Ibec evidenzia il potenziale impatto sull’Irlanda delle continue discussioni internazionali sull’elusione e l’evasione fiscale. La stessa ha chiesto che il Governo supporti la posizione competitiva dell’Irlanda nelle trattative di riforma fiscale internazionale. Il Governo dovrebbe “concludere accordi con gli Stati Uniti, l’Asia e altri paesi al fine di sostenere le opportunità commerciali e di investimento per le imprese irlandesi e dell’Unione europea, e in modo proattivo plasmare la politica e la regolamentazione dell’UE, promuovendo le priorità delle imprese irlandesi al fine di influenzare il Consiglio europeo, la Commissione e il Parlamento” dichiara.

In Irlanda, il Governo dovrebbe lavorare per “migliorare il flusso di credito alle imprese potenziando gli schemi di investimento, i fondi di capitale garantito dallo Stato, il sostegno dall’European Investment Bank (EIB) e il mercato del capitale di rischio” e “garantire che il modello dei crediti d’imposta dell’R&D irlandese sia di rilevanza mondiale.”

Lanciando la sua campagna “l’Irlanda che funziona”, il direttore della rappresentanza aziendale dell’Ibec, Mary Rose Burke, ha dichiarato: “Il sistema fiscale non funziona ai fini della crescita. La pressione fiscale è troppo alta ed è un freno per l’occupazione, gli investimenti e la spesa dei consumatori. Rende il passaggio dal welfare al lavoro meno attraente e rende più difficile attrarre talenti nel Paese “.

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Il Parlamento svizzero pone il veto sull’accordo francese relativo alla tassa di successione

Il Consiglio degli Stati della Confederazione Elvetica ha respinto quasi all’unanimita’ l’accordo sulla tassa di successione (Inheritance Tax) riveduto con la Francia, chiedendo la rinegoziazione del testo di tale accordo.

Il Senato ha bloccato l’accordo con 35 voti favorevoli e soli 4 contrari, ed i legislatori hanno dichiarato di non poter ignorare la forte opposizione proveniente dai cantoni di lingua francese, che vedono il trattato come un atto di resa. I legislatori hanno anche detto che Francia e  Svizzera devono impegnarsi in un nuovo dialogo per trovare una soluzione per uscire dall’impasse, richiedendo delle concessioni alla Francia.

Il Ministro delle Finanze svizzero Eveline Widmer-Schlumpf ha chiarito che l’accordo è stato negoziato su richiesta della Svizzera, dopo che nel 2011 Parigi aveva annunciato la sua intenzione di rescindere dall’accordo originario del 1953, in quanto non piu’ corrispondente all’orientamento politico del Paese in materia di convenzioni. Eveline Widmer-Schlumpf ha quindi precisato che l’accordo non è stato rivisto a causa delle pressioni della Francia.

Il Ministro delle Finanze ha anche avvertito che l’alternativa all’accordo riveduto non è un’altra convenzione, ma semplicemente l’opzione di rinunciare del tutto ad un trattato, siccome la Francia ha categoricamente rifiutato nuovi negoziati. Il ministro ha anche osservato come la mancanza di un trattato rischia di sottoporre i 180.000 cittadini svizzeri domiciliati in Francia ad una doppia imposizione. Oltretutto la Francia intende probabilmente bloccare quelle  discussioni volte a risolvere le controversie ancora insolute in materia fiscale, comprese quelle relative alla tassazione dei pendolari transfrontalieri e alle disposizioni sull’imposizione forfettaria, ha aggiunto Eveline Widmer-Schlumpf.

L’accordo riveduto sulla tassa di successione consente alla Francia, a determinate condizioni, di tassare gli eredi ed i beneficiari dei cittadini svizzeri residenti in Francia. Il testo dell’accordo consente inoltre a Parigi di tassare quei beni (compresi mobili, dipinti, e, di recente, lingotti d’oro e gioielli) situati in Francia ed appartenenti ad una persona deceduta in Svizzera.

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L’Ucraina propone la tassa sui depositi bancari dei soggetti benestanti

Secondo un annuncio del Ministero delle Finanze dell’Ucraina, il Governo temporaneo del Paese intende introdurre una tassa sugli interessi maturati da quei depositi bancari di importo pari o superiore a 100,000 UAH.

Tale importo e’ pari al doppio della soglia precedentemente proposta dal Primo Ministro Mr. Arseniy Yatseniuk, il quale aveva respinto la proposta di tassare tutti i conti correnti. L’imposta andrebbe ad applicarsi al 1,5 % dei depositi, che rappresentano il 70  % di tutti i risparmi bancari.

Il Ministero delle Finanze ha evidenziato la palese ingiustizia di imporre una tassazione sui salari quando invece i ricavi dei depositanti piu’ benestanti rimangono esenti da imposte. Il Ministero delle Finanze ha poi sottolineato che il contribuente ucraino medio che lavora nel settore dell’istruzione guadagna un salario mensile di 2.476 UAH, ed è soggetto ad un’imposta sul reddito pari a 358 UAH.

Senza annunciare un tasso per i depositi in Ucraina, il Ministero delle Finanze ha invece evidenziato quelli che sono i tassi in vigore in altri Paesi: In Lituania e in Giappone il tasso è del 15 %; in Polonia del 19 %; in Germania al 25 %, in Svizzera al 35 % e nei Paesi Bassi tra il 37 % e 52 %.

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