La Svizzera respinge i tagli sull’IVA nel settore alberghiero

Dopo anni di lobbismo da parte dell’industria, Eveline Widmer-Schlumpf, capo del Dipartimento Federale delle Finanze svizzero, ha spiegato perché il Governo ha deciso di respingere le richieste per una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto per l’industria alberghiera.

Eveline Widmer-Schlumpf ha spiegato che un taglio dell’IVA dall’8% al 2,5% andrebbe a tradursi in un “privilegio ingiustificato per l’industria del settore alberghiero (…) e, di conseguenza, in una notevole perdita di entrate fiscali per le casse federali.”

La proposta mirava a pareggiare il trattamento dei rifornimenti di cibo e bevande analcoliche da parte di ristoranti e hotel ed i rifornimenti da parte dei supermercati.

Widmer-Schlumpf ha sottolineato come il cibo da asporto è già soggetto ad aliquota ridotta, ma ha detto che il cibo e le bevande che vengono forniti da ristoranti e alberghi dovrebbero continuare ad essere soggetti all’aliquota dell’8% in quanto il rifornimento di questi fa parte di un servizio piu’ ampio e costoso.

Ha poi specificato che, per contrastare il calo dei ricavi, l’aliquota ridotta si sarebbe dovuta portare dal 2,5% allo 3,8%.

Il Consiglio Federale ha inoltre espresso dei dubbi con riferimento al fatto che la riduzione fiscale possa ripercuotersi sui consumatori. Tuttavia, ha spiegato Widmer-Schlumpf, il taglio fiscale andrebbe ad amplificare il carattere regressivo dell’IVA, portando ad un aumento della pressione fiscale sulle famiglie a medio e basso reddito e facendo viceversa beneficiare della situazione i contrbuenti piu’ abbienti.

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