Dopo la significativa maggioranza parlamentare del suo governo, a seguito delle recenti elezioni in Giappone, il primo ministro Shinzo Abe sta ora mettendo a punto i suoi piani di riforma fiscale, tra cui la riduzione dell’aliquota sulle società, entro la fine di quest’anno.
All’inizio dell’anno, il governo aveva deciso di ridurre l’aliquota d’imposta sul reddito delle società del paese di almeno il 2,5 %, nel bilancio del prossimo anno fiscale che inizia il 1° aprile 2015. Questo rappresenta un primo passo verso la riduzione dell’attuale aliquota sulle societa’ dal 35 % al 30 % nei prossimi anni, come parte delle strategie di crescita promesse di Abe.
Si prevede che la proposta finale si concretizzerà in una riduzione del 2,5 %, con ulteriori tagli delle aliquote previste per gli esercizi finanziari successivi.
Il governo aveva in precedenza previsto che, anche se l’aumento del due per cento delle imposte sui consumi era previsto entrasse in vigore per il mese di ottobre 2015, il taglio dell’aliquota sulle societa’ sarebbe possibile con le altre misure per compensare la maggior parte delle conseguenti perdite di gettito, che determinano il deficit fiscale del Giappone. Poiché tale aumento delle imposte sui consumi sarà ora rinviato fino ad aprile 2017, tali fonti di reddito alternative sono viste come obbligatorie.
Infatti, dato che circa solo il 30 per cento delle aziende giapponesi attualmente paga l’imposta sulle società, si propone che le entrate possano essere aumentate ampliando la base imponibile, almeno in parte, passando da un sistema basato sul profitto ad uno sulle dimensioni, possibilmente basata sul numero dei dipendenti o sull’utilizzo del capitale.
D’altra parte, le piccole e medie imprese mantengano le loro aliquote ridotte e le esenzioni, mentre le societa’ che decidono di aumentare i salari dei lavoratori in compensazione per la riduzione fiscale potrebbero ricevere agevolazioni fiscali.
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