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L’Europa sviluppa pacchetto di misure per migliorare gli strumenti di difesa del commercio

La Commissione Europea ha presentato proposte volte al miglioramento delle operazioni dell’Unione Europea per la difesa del commercio; la Commissione prevede di adottare misure aventi lo scopo di offrire agli importatori maggiore prevedibilità per quanto riguarda le tasse d’importazione e di rendere più severe le norme anti-dumping.

Secondo la Commissione, le tasse anti-dumping e anti-sovvenzione sono spesso l’unico mezzo a disposizione dell’UE per proteggere le proprie industrie produttive dall’impatto di pratiche commerciali sleali adottate dalle imprese estere. Nonostante ciò, il sistema di difesa del commercio è rimasto largamente invariato dal 1995. Al termine del 2012, erano in vigore nell’UE centodue misure anti-dumping e dieci misure anti-sovvenzione. Le proposte della Commissione seguono un periodo di “riflessione” durato diciotto mesi, nel corso del quale è stata condotta anche un consultazione pubblica sui problemi riscontrati dalle imprese europee nell’affrontare le pratiche commerciali sleali.

La sezione legislativa del pacchetto di riforma presentato dalla Commissione contiene quattro direttive principali.  In futuro, la Commissione comunicherà alle imprese l’introduzione di misure anti-dumping o anti-sovvenzione provvisorie due settimane prima dell’applicazione delle relative tasse. Questa iniziativa ha lo scopo di aumentare la prevedibilità per le imprese. Sarà inoltre offerto agli importatori un rimborso delle tasse riscosse nel corso di un riesame in previsione della scadenza, per offrire protezione nel caso in cui il riesame in questione concluda che dopo cinque anni non c’e’ bisogno di mantenere in vigore le misure per la protezione delle attività commerciali.

Saranno imposte tasse più elevate sulle merci importate da paesi che fanno uso di sussidi “sleali” e che creano distorsioni strutturali nei mercati interni di materie prime. Facendo questo, l’UE devierà dalla regola generale della “tassa inferiore”, che prevede che la tariffa supplementare sia in ogni caso mantenuta al di sotto del limite considerato strettamente necessario a prevenire danni all’ industria dell’ UE. Infine, nei casi in cui sia ritenuto che esiste un pericolo di ritorsione, la Commissione sarà in grado di avviare verifiche ex-officio, senza che sia necessario il pervenire di una richiesta ufficiale da parte dell’industria.

Proposte aggiuntive di natura non legislativa faciliteranno la cooperazione con le imprese e le associazioni commerciali coinvolte nelle verifiche, estendendo alcuni dei termini durante il processo. Saranno inoltre permesse verifiche antielusione ex-officio, al fine di assicurare che vi sia una reazione veloce nel caso in cui sia riscontrata l’evasione illegale delle misure, e di migliore la capacità della Commissione di monitorare i flussi commerciali.

Il Commissario al Commercio dell’UE, Karel De Gucht, ha dichiarato, a proposito della proposta: “Questo è un pacchetto di misure bilanciato che porta significativi miglioramenti per tutti colori che sono soggetti alle tasse per la difesa del commercio – produttori, importatori ed acquirenti. Vogliamo che le imprese dell’UE abbiamo i mezzi necessari ad affrontare le pratiche commerciali sleali estere, allo stesso tempo assicurando di non danneggiare i consumatori europei o le imprese che dipendono sulle importazioni”.

Sarà ora condotta una consultazione della durata di tre mesi, dopo la quale la Commissione analizzerà le osservazioni presentate e adotterà una versione finale dei piani. Gli emendamenti legislativi sono soggetti all’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. La Commissione prevede che gli emendamenti entrino in vigore non prima del prossimo anno.

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I risultati dell’OCSE mostrano che l’isola di Guernsey scambia le informazioni fiscali in modo efficace

Il Global Forum dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha approvato il quadro di trasparenza del’ isola di Guernsey in relazione allo scambio di informazioni fiscali che avviene su richiesta di altri paesi. I risultati della seconda fase di valutazione del sistema adottato dalla giurisdizione mostrano che le funzioni di scambio di informazioni vengono condotte in modo efficace.

La valutazione, fatta da altre nazioni che fanno parte del Global Forum, ha esaminato in modo comprensivo il quadro legale e pratico attualmente in vigore nell’isola di Guernsey per lo scambio di informazioni nel contesto degli accordi internazionali sottoscritti in materia.

Nella valutazione è esaminato se l’isola di Guernsey opera in conformità ai termini di riferimento del Global Forum, che includono 10 elementi principali, i quali sono a loro volta suddivisi in 31 ulteriori voci. E’ stato riscontrato che alla data della valutazione l’isola di Guernsey aveva tutti gli elementi essenziali considerati in regola.

Il Capo Ministro dell’isola di Guernsey, Peter Harwood, ha dichiarato: “Questo è un processo di valutazione rigoroso, condotto da esaminatori esperti riguardo ai sistemi legali e pratici che sono richiesti al fine di attenersi agli standard internazionali in materia. L’isola di Guernsey è stata una delle prime giurisdizioni a essere stata sottoposta a una valutazione di fase  2 a sé stante, ed è risultata soddisfare tutti gli elementi necessari al fine di essere considerata in regola. In breve, abbiamo dimostrato di continuare a soddisfare gli standard internazionali in materia di trasparenza, di cooperazione e di scambio d’informazioni di natura fiscale.”.

La valutazione inter pares è stata condotta in due fasi: la prima, al termine del 2010, ha considerato il quadro legale in vigore presso l’isola di Guernsey; la seconda, condotta al termine del 2012, ha esaminato il sistema effettivamente in vigore per un efficiente scambio d’informazioni.

Gavin St Pier, Ministro del Tesoro e del Dipartimento delle Risorse dell’isola di Guernsey, ha dichiarato: “L’isola di Guernsey ha assunto l’impegno ad aderire ai principi di trasparenza e di scambio di informazioni a fini fiscali a partire dall’ 2002, anno di assunzione formale dell’impegno politico con l’ OCSE. Abbiamo sottoscritto 40 accordi sullo scambio di informazioni fiscali e 5 accordi contro la doppia imposizione comprensivi, di cui tutti soddisfano i più elevati standard internazionali. Altri sono attualmente in fase di negoziazione.”

“Al momento, scambiamo informazioni anche nell’ambito di accordi equivalenti alla Direttiva dell’UE sui risparmi fiscali e stiamo al momento conducendo negoziazioni sia con gli Stati Uniti, per quanto riguarda un accordo intergovernativo legato all’atto FACTA, che  con il Regno Unito, per un pacchetto di misure similare.”

Il Global Forum conta 120 membri  (includendo l’Unione Europea), e varie organizzazioni internazionali che svolgono il ruolo di osservatori. Il Global Forum aggiorna regolarmente il G20 sui progressi fatti; è previsto che un aggiornamento che include i risultati della valutazione dell’isola di Guernsey sia presentato ai Ministri delle Finanze del G20 ed ai Governatori della Banca Centrale nel corso di un loro incontro in data 18 aprile 2013.

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Il G5 annuncia i piani per sviluppare ed implementare un programma pilota per lo scambio multilaterale di informazioni fiscali

Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna hanno concordato di sviluppare ed implementare un nuovo importante programma per lo scambio multilaterale di informazioni in materia fiscale; lo scopo del programma sarà quello di contrastare l’evasione fiscale internazionale, minimizzando i costi sia per le imprese che per i governi.

L’iniziativa é descritta in una lettera comune inviata al Commissario Fiscale dell’ Unione Europea, Algirdas Šemeta, e sottoscritta da tutti i ministri delle finanze degli stati che fanno parte del G5. In essa, i ministri si riferiscono sia ai piani di lotta all’evasione dell’ Unione Europea che a quelli degli Stati Uniti come a fondamentali passi in avanti. Nel mese di dicembre, Šemeta ha presentato un Piano d’Azione contenente due raccomandazioni sviluppate al fine di promuovere una forte presa di posizione del’ Unione Europea nei confronti dei cosiddetti paradisi fiscali, e di combattere la pianificazione fiscale aggressiva. La legislazione contenuta nell’atto FACTA degli Stati Uniti ha lo scopo di assicurare che l’ Internal Revenue Service (IRS, l’Agenzia delle Entrate statunitense) ottenga le informazioni relative ai conti bancari detenuti dai contribuenti statunitensi presso istituti finanziari esteri. La Commissione europea ha supportato il G5 nelle discussioni intraprese con il Governo statunitense su un possibile approccio intergovernativo all’atto FACTA. Il modello per l’accordo risultante da queste discussioni é stato sviluppato e pubblicato lo scorso Luglio.

Questo é il modello su cui sarà basato il programma pilota. Quando questo sarà attivo, una vasta gamma di informazioni finanziarie sarà scambiata in modo automatico tra i paesi del G5. Secondo quanto scritto nella lettera, l’obiettivo dello schema pilota é quello di “non solo aiutare ad individuare e fungere da deterrente per gli evasori fiscali, ma anche di fornire un modello per un accordo multilaterale più esteso che speriamo si manifesti a tempo debito.” Altri paesi dell’UE saranno invitati a prendere parte allo schema, con la “speranza che l’Europa possa assumere la guida nella promozione di un sistema di scambio automatico di informazioni a livello globale, eliminando tutti i nascondigli esistenti per coloro che cercano di evadere il pagamento delle imposte.”

Commentando su questa notizia, Sophie Dworetzsky, partner specializzata in pianificazione patrimoniale presso Withers, ha dichiarato: “Per quanto riguarda i contribuenti britannici, la promessa fatta nella presentazione della finanziaria due settimane fa é stata mantenuta. La HM Revenue and Customs (l’Agenzia dele Entrate britannica) ha promesso di contrastare ancora più duramente l’evasione offshore, che é stato stimato sia la causa di perdite in entrate fiscali fino a 4 miliardi di sterline ogni anno. Non é possibile stabilire con certezza quanto queste figure siano accurate; tuttavia, i contribuenti possono ora avere la certezza che tutto ciò che non é pienamente conforme alle leggi in materia fiscale non sia più un’opzione. Senza dubbio, la HMRC farà buon uso di queste informazioni, grazie alla nuova potente tecnologia adottata.”

Dworetzsky ha tuttavia avvertito: “Speriamo che coloro che agiscono in piena conformità non siano soggetti a verifiche semplicemente perché sono titolari, per motivi totalmente legittimi, di conti o di altre strutture al di fuori del Regno Unito. E’ importante ricordare che semplicemente detenere fondi e/ o strutture fiduciarie ecc. offshore spesso non é legato a motivi di natura fiscale ma a questioni legate alla successione dei beni ed alla scelta di sistemi legislativi migliori.”

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Panama apporta riforme all’autorità fiscale

L’Assemblea Nazionale di Panama ha approvato la legge numero 566, che prevede la creazione di una nuova Autorità Nazionale delle Entrate, a cui saranno concesse competenze più ampie ed una personalità giuridica propria, separata da quella del Governo, al fine di assicurare che l’amministrazione fiscale sia oggettiva, trasparente e più efficiente.

Nel corso di una sessione parlamentare, Luis Cucalon, Direttore Generale delle Entrate, ha spiegato che l’Autorità Nazionale delle Entrate Pubbliche (ANIP), che prenderà il posto dell’ esistente Dipartimento delle Entrate (DGI), sarà responsabile per il riconoscimento, la riscossione, le verifiche e l’applicazione delle imposte.

La legislazione prevede che all’ANIP sia assegnata una vasta gamma di poteri esecutivi, in modo che possa affrontare in modo più efficiente le violazioni alle leggi fiscali nazionali. Cucalon ha spiegato che, al momento di decidere se imporre sanzioni per non conformità, l’ANIP è tenuta ad agire unicamente per conto del Tesoro Nazionale, piuttosto che di qualsiasi altra istituzione statale.

Al fine di promuovere un approccio più coerente alle questioni fiscali regionali, e per garantire uniformità nel trattamento dei contribuenti da parte delle autorità locali, ANIP ospiterà un dipartimento incaricato di supervisionare le questioni fiscali provinciali, collaborando con altri dipartimenti che si occupano invece di questioni fiscali federali. Cucalon ha sottolineato che la modifica all’organizzazione dell’autorità tributaria dovrebbe servire a promuovere lo sviluppo regionale.

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La Francia pubblica calendario di riscossione delle imposte sul reddito per l’anno 2013

Il Ministero delle Finanze francese ha recentemente pubblicato le informazioni relative alle date chiave del calendario di riscossione delle imposte sul reddito per l’anno 2013.

A partire dal 15 aprile 2013, sanno inviati ai contribuenti i modelli cartacei necessari per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Il servizio di dichiarazione dei redditi online potrà invece essere utilizzato a partire dal 19 aprile. I modelli cartacei dovranno essere presentati entro il 27 maggio, mentre la data termine per la dichiarazione online è il 3 giugno per i contribuenti che risiedono nei dipartimenti 1-19, il 7 giugno per coloro che vivono invece nei dipartimenti 20-49 ed infine l’11 giugno per i contribuenti che hanno la propria residenza nei dipartimenti 50-974.

Il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi (in forma cartacea od online) per coloro che non risiedono in Francia è il 17 giugno per i contribuenti che vivono in Europa, sulle coste del Mediterraneo, nell’America del Nord ed in Africa; il termine è invece fissato per il 1 giugno per i contribuenti che vivono nell’ America centrale, nell’Asia meridionale, in Oceania e negli altri paesi.

In una dichiarazione rilasciata in concomitanza alla pubblicazione del calendario, il Ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici ed il Ministro del Bilancio Bernard Cazeneuve hanno sottolineato l’importanza di presentare la dichiarazione dei redditi annualmente. I ministri hanno anche rimarcato come il versamento delle imposte sul reddito relativo al precedente periodo imponibile sia vitale, in quanto contribuisce al finanziamento dello Stato e dei servizi pubblici, alla solidarietà nazionale ed anche all’interesse generale. I ministri hanno inoltre evidenziato come sia il dovere di ogni cittadino francese assicurare il futuro del paese finanziando l’istruzione, la lotta alla disoccupazione, l’ordinamento giudiziario e la sicurezza in Francia.

In cambio, i ministri hanno spiegato come i contribuenti abbiano diritto ad un “sistema fiscale equo ed efficiente”. In questo contesto, i ministri hanno fatto riferimento alla riforma implementata dal Governo a partire da quest’anno, il cui obiettivo è quello di assicurare maggiore giustizia e solidarietà fiscale, e di garantire che ciascun individuo contribuisca agli sforzi collettivi in modo equo e rappresentativo.

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Il Commissario europeo Potocnik pone obiettivi in materia di tassazione ambientale

Il Commissario europeo per l’Ambiente ha richiesto a tutti gli stati membri di adottare le misure necessarie ad aumentare le entrate fiscali generate dalle tasse ambientali.

Nel corso di un discorso tenutosi ad un evento delle Nazioni Unite il 4 aprile scorso, Janez Potocnik ha detto di voler “sfidare” in materia di tassazione sia i suoi colleghi che fanno parte della Commissione sia gli individuali stati membri dell’UE. Il contributo medio delle tasse ambientali alle entrate fiscali totali di ogni paese è  pari al 6%. Questa figura è significativamente inferiore al 10% registrato in alcuni paesi.

Potonick ha calcolato che “se tutti i paesi ottenessero gli stessi risultati di quelli che registrano le entrate da tasse ambientali più alte, ci sarebbe un gettito fiscale aggiuntivo all’incirca pari all’1.4% del PIL europeo.” Le entrate generate potrebbero a loro volta essere utilizzate per ridurre i debiti pubblici o le imposte sul lavoro.

Concentrandosi in modo particolare sulle tasse sul lavoro, Potocnik ha spiegato che, per ogni euro generato dalla tassazione di attività dannose per l’ambiente, vengono riscossi 8 euro in tasse sul lavoro.

L’enfasi posta sulle tasse ambientali piuttosto che su quelle sul lavoro riflette i commenti fatti da Potocnick nel corso di un altro discorso tenutosi la sera precedente. Allora, il Commissario aveva dichiarato che la trasformazione dell’economia dell’UE dipenderà in parte sulla transazione dalle tasse sul lavoro a quelle sull’inquinamento e sull’utilizzo delle risorse ambientali.

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Regno Unito: le imprese britanniche sostengono le riforme al regime fiscale

La CBI (Confederation of british Industry, la principale organizzazione rappresentativa delle imprese britanniche) ha accolto favorevolmente una serie di miglioramenti apportati al regime fiscale del Regno Unito che sono entrati in vigore in data 1˚ aprile 2013. Tra le modifiche apportate al regime d’imposta vi e’ la riduzione al 23% dell’aliquota d’imposta sui redditi delle societa’, volta ad aumentare l’attrattiva del Regno Unito come centro d’affari.

Katja Hall, direttrice capo presso il dipartimento politiche della CBI, ha benvenuto favorevolmente il taglio all’aliquota d’imposta, dichiarando: “Per poter aumentare la fiducia delle imprese, il nostro regime fiscale deve essere competitivo a livello internazionale. Questo e’ un altro passo del Regno Unito verso il raggiungimento, previsto per il 2015, dell’aliquota d’imposta sui redditi delle societa’ piu’ bassa. La misura e’ inoltre un chiaro messaggio dell’apertura del Regno Unito verso le imprese.” Hall ha pero’ esortato il Governo del Regno Unito ad adottare misure ulteriori in modo da rendere il “regime fiscale competitivo su tutta la linea”.

Hall ha tuttavia sottolineato che “Per molte imprese le condizioni restano difficili, in modo particolare per i commercianti,”. “Il taglio dei contributi che devono essere versati dai   datori di lavoro per i dipendenti, annunciato a sorpresa nella finanziaria, e’ un primo passo nella giusta direzione; i ministri devono pero’ valutare urgentemente come alleviare gli oneri imposti dalle business rate sulle imprese che operano nei principali settori di consumo.”

La legislazione introdotta nella legge finanziaria per il 2013 apportera’ tagli ulteriori all’aliquota d’imposta sui redditi delle societa’, che calera’ al 21% in data 1˚ aprile 2014, ed al 20% il 1˚ aprile 2015 – diventando la piu’ bassa tra quelle applicate nelle nazioni che fanno parte del G20.

Tra le misure che sono entrate in vigore il 1˚ aprile 2013 vi sono la nuova “Patent Box”, che prevede sgravi fiscali per i profitti generati da invenzioni brevettate e da alcune innovazioni, e l’estensione degli esistenti crediti fiscali di cui possono beneficiare le attivita’ di ricerca e sviluppo. Il credito fiscale concesso agli investimenti nella ricerca e nello sviluppo, introdotto anch’esso il 1˚ aprile 2013, prevede un tasso di sgravio fiscale del 9.1% che sara’ inizialmente opzionale, ma che diventera’ obbligatorio a partire dal 1˚ aprile 2016.

Hall ha proseguito: “Per anni il Regno Unito e’ rimasto indietro rispetto ai nostri concorrenti per quanto concerne la capacita’ di attrarre nuovi investimenti in iniziative di innovazione e di ricerca e sviluppo. La Patent Box ha un vero potenziale di promozione dell’innovazione – vitale per proteggere i posti di lavoro ad alto valore nel settore produttivo e per trattenere nel Regno Unito il reddito generato da nuovi brevetti.” Nel frattempo, “l’estensione del credito fiscale esistente stimolera’ nuovi investimenti nella ricerca e nello sviluppo in tutte le fasi del ciclo economico e dei processi produttivi,” Hall ha dichiarato.

“E’ incoraggiante che il Governo stia ora prendendo decisioni importanti in relazione ad investimenti di lungo termine nel campo della ricerca e dello sviluppo dei settori ad alto potenziale che sono in una fase di grande crescita, come quelli aerospaziale, automobilistico, delle tecnologie agricole e dell’energia. Le fallite politiche industriali degli anni ’70 hanno reso per decenni i politici restii a prendere iniziative in questo campo; tuttavia, considerato il difficile clima economico, siamo ora tenuti ad intraprendere tutte le aree di crescita in modo aggressivo.”

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La Banca di Cipro conferma la conversione dei depositi in azioni

La Banca Centrale di Cipro ha confermato che il 37.5% dei depositi presso la Banca di Cipro, che alla data del 26 marzo superavano i 100,000 Euro, saranno convertiti in azioni della banca, e che un ulteriore 22% potrebbe essere soggetto alla stessa misura entro 90 giorni a seguito di una valutazione di professionisti indipendenti incaricati dalla banca stessa. Comunque, Mario Skandalis, un alto funzionario della banca, ritiene che arrivare ad una conversione del 60% sia una “possibilità remota”.

E’ stato inoltre confermato che per determinare il raggiungimento del limite di 100,000 Euro saranno tenuti anche in considerazione eventuali prestiti e altre linee di credito, e che nel caso di conti congiunti le regole saranno applicate per la parte riconducibile ad ogni singolo beneficiario. L’ulteriore 22.5% che potrebbe o meno essere convertito in azioni sarà per il momento congelato e non maturerà interessi, ma verranno corrisposti interessi in via retrospettiva per la quota di esso che non sarà oggetto di conversione. I fondi depositati dopo il 26 marzo non sono soggetti ad alcune di queste misure.

Questa operazione fa parte del pacchetto di misure studiate per raccogliere 5.8 miliardi di Euro dall’economia domestica, condizione imposta dall’UE  e FMI per accedere all’ulteriore fondo di salvataggio del valore di 10 miliardi di euro. La proposta del Ministro delle Finanze Michalis Sarris di applicare una tassa forfettaria su tutti di depositi è stata respinta dal Parlamento in seguito alle proteste della popolazione. Rimangono in vigore stretti limiti sugli importi massimi dei prelievi in contanti.

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Gibilterra finalizza le trattative con l’UE in materia di tassazione delle società

Faban Picardo, Capo Ministro di Gibilterra, ha dichiarato che sara’ necessario apportare modifiche minori alla legislazione in materia di tassazione sui redditi di Gibilterra in modo da allinearla ai piú elevati standard internazionali, come valutato dal Gruppo del Codice di Condotta europeo in materia di Tassazione sulle Aziende.

Il Gibraltar Chronicle ha riportato che Picardo, nel corso di una conferenza stampa a Brussels, ha dichiarato: “Ritengo che ci troviamo, nel vero senso della parola, nella fase di messa a punto finale delle parole contenute in un emendamento che potrebbe interessare una o due sezioni dell’ Atto sulla Tassazione sui Redditi.”

“Prevedo, quindi, che presenteremo a breve una proposta finale agli ufficiali del Code Group per una lettura informale. Dalle informazioni che abbiamo a disposizione, riteniamo che sara’ favorevole.”

La valutazione del Codice del Gruppo di Condotta segue l’esame condotto sui regimi fiscali zero-dieci delle isole di Jersey, Guernsey e di Man, il quale si e’ concluso con separate, ma allo stesso tempo identiche, sentenze secondo le quali le normative in materia di distribuzione sono state ritenute “dannose”. Le normative in questione sono volte ad assicurare che, con l’aumentare del prezzo delle quote di societa’ che registrano profitti,  vengano pagate le imposte sulle quote detenute da individui. Nel rispetto di questo regime d’imposta, il Governo presume la “distribuzione ritenuta” ed applica un’imposta sui redditi individuali, senza tenere in considerazione se sia effettivamente occorsa una distribuzione nei confronti dell’azionista.

E’ stato anticipato che dopo che saranno apportate al regime fiscale le modifiche ritenute necessarie, il quadro fiscale di Gibilterra applicabile alle societa’ – come nel caso delle isole di Guernsey, Jersey e di Man – sara’ formalmente sostenuto dal Gruppo del Codice di Condotta e, in seguito, dai Ministri delle Finanze europei, ma non prima, Picardo ha anticipato di una sfida “motivata da ragioni di natura politica” da parte della Spagna.

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L’isola di Jersey mantiene il primo posto come centro finanziario offshore

L’Isola di Jersey ha mantenuto il primo posto come giurisdizione offshore nel più recente Indice dei Centri Finanziari Globali, che viene redatto biannualmente. L’Isola di Jersey ha mantenuto il primo posto nonostante le Isole del Canale abbiano registrato un calo complessivo sulla graduatoria, probabilmente a causa della forte concorrenza onshore.

Tra le giurisdizioni offshore, l’Isola di Jersey si è piazzata al primo posto in ventottesima posizione, seguita dall’Isola di Guernsey (trentunesima posizione), dalle Isole Cayman (quarantunesima) e dell’Isola di Man (quarantatrettesima). Londra ha mantenuto la prima posizione come centro finanziario, davanti a New York, Hong Kong e Singapore.

L’Isola di Jersey ha segnalato che, nonostante la sua valutazione complessiva sia migliorata rispetto all’ultimo indice, in cui si era piazzata al ventesimo posto, la performance particolarmente forse di varie città, tra le quali Parigi, Vienna e Kuala Lumpur, ha causato un calo nella sua posizione rispetto a quelle di altri centri finanziari. Sull’indice, l’Isola di Jersey si trova ora appena dopo Melbourne, Parigi e Monaco, e davanti ad Oslo e Qatar.

Geoff Cook, capo esecutivo della Jersey Finance, l’agenzia promozionale dell’industria dei servizi finanziari dell’isola di Jersey, ha commentato: “Negli ultimi otto indici consecutivi, l’isola di Jersey è stata la giurisdizione offshore con il piazzamento più alto. È incoraggiante che l’isola di Jersey continui a mantenere una posizione così elevata, davanti non solo ai principali concorrenti offshore, ma anche davanti a diversi centri finanziari di giurisdizioni che fanno parte dell’UE, come Malta e Dublino.”

“Le recenti condizioni di mercato ed un periodo durante il quale sono state apportate significative modifiche normative hanno rappresentato sfide importanti per i centri offshore e, in modo particolare, per le Dipendenze della Corona. Gli ultimi indici ed il posizionamento di vari centri finanziari di città onshore riflettono questi fattori. Da un lato, questo è un promemoria di quanto questo mercato sia competitivo per i centri finanziari a livello globale, dall’altro, il fatto che il posizinonamento del Jersey sia aumentato ancora è un’indicazione che l’isola continua a mantenere una buona performance ed è ancora percepita in modo positivo dagli altri concorrenti di mercato.

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