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Irlanda: le piccole imprese chiedono tagli fiscali

Le imposte irlandesi sul capitale ed il lavoro sono “troppo alte e non in linea con le economie concorrenti”, ha affermato AJ Noonan, presidente dell’Associazione delle piccole imprese del paese.

Noonan ha formulato le osservazioni prima del congresso nazionale del SFA di questa settimana. Inoltre, ha criticato la soglia minima dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che ha effetto da EUR 32,500 (USD 44,310).

Ha dichiarato che non ci sono adeguati incentivi al lavoro ed ha esortato il governo a premiare il rischio d’impresa. Ha anche raccomandato che agli imprenditori venga applicata una minor aliquota d’imposta sulle plusvalenze, del 20 % anziché dell’attuale 33 %.

Il governo irlandese è stato messo sempre più sotto pressione per riformare il sistema fiscale. Col 52 %, l’Irlanda ha una delle più alte aliquote marginali tra i paesi aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). La media OCSE è solo del 36 %.

I ministri hanno detto che la loro priorità sarà quella di introdurre sgravi fiscali sul reddito delle famiglie. Il primo ministro Enda Kenny ha recentemente fatto capire che le modifiche potrebbero essere introdotte con i prossimi due bilanci, ed il ministro delle Finanze, Michael Noonan, ha sottolineato che il Governo intende ridurre le imposte personali, quando ci saranno “i mezzi economici”.

Al governo di coalizione è stato però inferto un duro colpo con le dimissioni del vice primo ministro Eamon Gilmore, come risultato dello scarso rendimento del suo partito alle elezioni locali ed europee. Gilmore ha detto che era “molto orgoglioso del coraggio dimostrato dai membri del partito laburista, che, nel corso degli ultimi tre anni, hanno messo il loro paese prima di tutto.”

Rispondendo all’annuncio di Gilmore, Kenny ringrazia lui ed il suo partito per aver preso “le decisioni collettive che hanno portato l’Irlanda dal baratro del collasso economico sulla strada verso la ripresa“.

Gilmore rimarrà in carica come Vice Primo Ministro fino a quando un nuovo leader laburista sarà nominato nel mese di luglio.

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La Commissione Europea spinge per uno spostamento del carico fiscale

Il Commissario europeo per le questioni fiscali Algirdas Šemeta, elencando le raccomandazioni fiscali specifiche per i vari Stati membri, ha detto che “c’e’ ancora molto da fare prima di raggiungere un livello di tassazione capace di supportare una ripresa dell’occupazione”.

Šemeta ha aggiunto: “con un cuneo fiscale del 46,5% nella zona euro, la pressione fiscale del nostro Paese sul lavoro supera quella di altri Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)”. La Commissione ha pertanto invitato dodici Stati membri dell’Unione europea – Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania e Spagna – a fare di più per alleggerire la tassazione sul lavoro. Essi dovrebbero invece concentrarsi sui tre punti: inquinamento, immobili e acquisti.

“La tassazione ambientale aiuta a promuovere l’ “economia verde”, creando cosi’ nuovi posti di lavoro e garantendo una maggiore competitività. La tassazione degli immobili tende ad essere equa ed efficace, se fatta in modo progressivo. E c’è un’ampia evidenza economica che le imposte di consumo possono essere delle buone fonti di gettito fiscale, che non danneggiano la crescita economica “, ha spiegato Šemeta.

Si e’ tuttavia detto preoccupato del fatto che l’utilizzo di imposte sul consumo nell’Unione Europea  rimanga tutt’altro che ideale. Šemeta ritiene infatti che le esenzioni dell’imposta sul valore aggiunto (IVA)  vadano a complicare il sistema, creando problemi amministrativi per le imprese. Questi problemi sono particolarmente diffusi in Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Regno Unito.

In totale, undici Stati membri sono stati invitati ad ampliare la loro base imponibile per garantire una maggiore efficienza fiscale. Invece di aumentare il tasso IVA normale, “un sistema IVA più ordinato e conciso” potrebbe aiutare a ridurre i tassi e creare un ambiente più favorevole per molte aziende.

Infine, la Commissione ha raccomandato a 16 Stati membri di migliorare la governance fiscale nazionale al fine di facilitare il rispetto della normativa antievasione. Šemeta ha avvertito che “gli Stati membri non possono fare affidamento su regimi fiscali “miopi” per attrarre le multinazionali”. Ha anche aggiunto che “l’Europa finira’ per rimetterci se le multinazionali dovessero scegliere il nostro mercato unico esclusivamente per ridurre al minimo le tasse.”

Dev’essere adottato un approccio unificato contro l’evasione e la frode fiscale, il quale “deve tradursi in un’azione rapida e decisa, a livello nazionale, europeo e internazionale”, ha concluso Šemeta.

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La Svizzera approva la legge di ratifica dell’accordo FATCA

Il Consiglio federale svizzero ha deciso di fare entrare in vigore il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) il 30 giugno 2014, insieme con l’ordinanza sugli obblighi di trasparenza, in modo da facilitare l’attuazione da parte degli istituti finanziari svizzeri delle nuove regole di trasparenza.

Il parlamento svizzero ha approvato la legge di ratifica dell’accordo FATCA in settembre del 2013, nello stesso momento in cui ha approvato l’accordo intergovernativo FATCA tra la Svizzera e gli Stati Uniti, entrato in vigore il 2 giugno 2014, mediante uno scambio di note.

L’accordo FATCA rende piu’ semplice per gli istituti finanziari svizzeri il rispetto dell’accordo FATCA degli Stati Uniti, che riguarda i depositi detenuti per conto di soggetti statunitensi. L’attuazione dell’accordo FATCA in Svizzera sarà agevolato da un secondo modello di accordo intergovernativo (Model Two Intergovernmental Agreement), che impone agli istituti finanziari svizzeri di rivelare i dettagli dell’account direttamente all’autorità fiscale statunitense con il consenso dei clienti statunitensi interessati. Gli Stati Uniti dovranno richiedere i dati di ogni cliente che si oppone attraverso i normali canali di assistenza amministrativa.

Nel frattempo, il Consiglio federale sta cercando di passare al primo modello (Model One), che prevede lo scambio automatico di informazioni attraverso un’autorità centralizzata. A tal fine, ha approvato il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati Uniti il 21 maggio 2014.

L’applicazione a livello mondiale dell’accordo FATCA avrà inizio il 1 ° luglio 2014.

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Commissione Europea: ulteriore possibilità di riforma fiscale in Irlanda

La Commissione europea ha descritto il sistema irlandese di tassazione del lavoro frammentato e complesso, ha criticato la sua gamma di aliquote d’imposte sul valore aggiunto (IVA), ed ha sottolineato la necessità di apportare miglioramenti sulle tasse ambientali.

Nella sua analisi sull’Irlanda, la Commissione afferma che mentre le riforme fiscali hanno contribuito ai recenti sforzi di risanamento dei conti pubblici, vi è ulteriore spazio per migliorare l’efficienza e la crescita del sistema fiscale.

Su invito dell’Unione europea, il governo irlandese ha introdotto un’imposta globale sulla proprietà residenziale come parte di una serie di riforme fiscali di salvataggio connesse. Tuttavia, la Commissione sostiene che la base imponibile rimane relativamente ridotta, perché alcune proprietà rimangono al di fuori dell’imposta.

Anche le basi fiscali per le imposte di consumo e per quelle ambientali risultano diminuite per effetto di esenzioni ed aliquote ridotte. In particolare, la Commissione ha constatato che l’aliquota zero e l’IVA ridotta producono entrate inferiori alla media UE. Inoltre, queste aliquote sono ritenute uno strumento di politica inefficiente per proteggere le classi sociali più deboli.

La Commissione raccomanda al governo di considerare ciò che può essere fatto per ampliare la base imponibile e, quindi, sostenere il consolidamento fiscale. L’Irlanda viene anche esortata a rafforzare la crescita e la compatibilità ambientale del suo sistema fiscale, oltre che rimuovere le sovvenzioni dannose per l’ambiente.

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Giappone: probabile aumento dell’imposta sulle societa’

Il piano del Primo Ministro Shinzo Abe di ridurre il tasso di imposta sulle società del Giappone nell’anno fiscale 2015 è stato approvato dal gruppo fiscale del partito Liberal Democratico, consentendo al Governo di trovare finanziamenti per ovviare al conseguente calo delle entrate fiscali, almeno fino a quando verra’ perseguito l’obiettivo di disavanzo di bilancio.

Il gruppo fiscale del Governo ha recentemente indicato che l’aliquota effettiva dell’imposta sulle società del Giappone, che attualmente si aggira intorno al 36%, dovrebbe essere ridotta al 25%, con un taglio iniziale del 2-3 per cento a partire da aprile 2015. Si spera che un tasso di imposta sulle societa’ più competitivo a livello internazionale possa favorire da subito gli investimenti sia da parte delle società nazionali che di quelle estere, e quindi stimolare la crescita dell’economia.

L’adesione del partito Liberal Democratico alla proposta significa che il Governo sarà ora in grado di includere tale riduzione dell’imposta sulle società nel suo quadro di bilancio per l’anno fiscale 2015, che dovrebbe essere divulgato nel corso del mese. Tuttavia, i dati finali della riforma fiscale, che uniscono l’esenzione fiscale ad un allargamento della base imponibile tramite la riorganizzazione delle agevolazioni fiscali esistenti, devono ancora venire elaborati nel corso dei prossimi mesi, in modo tale da potere essere presentati entro la fine di quest’anno.

A seguito di ulteriori deliberazioni da parte del gruppo fiscale del Partito Liberal Democratico, si prevede che ora il Governo riconfermi la sua intenzione di far ritornare il Giappone ad un equilibrio di bilancio (escluse le spese di servizio del debito) entro il 2020.

Dato che solo circa il 30% delle imprese giapponesi attualmente pagano l’imposta sulle società, a causa di perdite precedenti, il gruppo di esperti molto probabilmente spingera’ per l’adozione della precedente raccomandazione. Si ritiene che le entrate fiscali potrebbero essere rese più stabili modificando il sistema fiscale delle imprese del Giappone, almeno in parte, da un sistema basato sul profitto a un sistema basato sulle dimensioni. Quest’ultimo sarebbe in concreto basato sulle dimensioni della forza lavoro e del capitale di una società.

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Irlanda, le entrate fiscali aumentano: “indice di un miglioramento del mercato del lavoro”

Le entrate derivanti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche sono in crescita del 7,8% (476 milioni di Euro – pari a 468 milioni di dollari USA) anno dopo anno, ed il Dipartimento delle Finanze sostiene che tali cifre riflettono un complessivo miglioramento del mercato del lavoro.

Gli ultimi Exchequer Returns mostrano che i proventi dell’imposta sul reddito hanno raggiunto i 6,6 miliardi di Euro alla fine di maggio, con un piu’ 1,8% (114 milioni di Euro) rispetto al target. Per il mese di maggio, le entrate sono state pari allo 0,7% (8 milioni di Euro) in piu’ rispetto al target mensile.

Bene anche l’imposta sul valore aggiunto (IVA), con le entrate che hanno raggiunto i 5,2 miliardi di Euro alla fine del mese di maggio. Cio’ corrisponde ad un piu’ 0,7% (pari a 39 milioni di Euro) e ad un 4,4% (pari a 220 milioni di Euro) di anno in anno.

Cosi’ non e’ stato per l’imposta sulle società: le entrate sono infatti diminuite del 5,8% (61 milioni di Euro) rispetto allo stesso periodo 2012-13. Il Dipartimento attribuisce questi risultati ad un pagamento supplementare fatto nel 2013. Tale pagamento è stato contabilizzato negli obiettivi del Governo, e l’imposta sulle società è ora al 13,1% (114 milioni di Euro) al di sopra del profilo. Per il mese di maggio, le entrate sono state del 12,3% (75 milioni di Euro) in piu’ rispetto agli obiettivi.

Sono stati raccolti 290 milioni di Euro di imposta locale sulla proprieta’ immobiliare fino ad oggi. Le accise sono in crescita del 5,5% rispetto al 2012-13.

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I Parlamentari brasiliani approvano la proroga di 50 anni delle agevolazioni fiscali della Free Zone

I rappresentanti della Camera brasiliana hanno approvato il 4 giugno 2014, una proposta per prorogare le agevolazioni fiscali della Zona Economica Libera di Manaus (ZFM), che si trova nello stato settentrionale di Amazonas, di 50 anni.

Gli incentivi agli investimenti nella zona franca, originariamente, avrebbero dovuto scadere nel 2023. Se il Senato approva la proposta di modifica della Costituzione (PEC) 103/11, la validità della ZFM sarà estesa fino al 2073.

La proroga proposta è stata inizialmente presentata nel 2011. Per assicurare l’approvazione dai parlamentari dell’opposizione, gli emendamenti sono stati approvati prorogando le riduzioni sulla tassa IPI (Imposta sui prodotti industrializzati) nel settore dei prodotti informatici fino al 2029, e per le altre zone di libero scambio nel nord del Brasile fino al 2050.

Thomaz Nogueira, il capo dell’autorità di vigilanza della ZFM, ha detto che si aspetta che la proposta di modifica della Costituzione (PEC) 103/11 verrà approvata rapidamente dal Senato.

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Polonia invitata a riesaminare le agevolazioni fiscali

La Commissione Europea ha invitato la Polonia a rivedere le aliquote fiscali dell’imposta sul valore aggiunto, e ha avvertito che gli incentivi fiscali per la ricerca e lo sviluppo sono inefficaci.

Il giudizio è apparso in un nuovo rapporto specifico sul Paese, emesso nell’ambito di “Europa 2020”, la stategia decennale dell’Unione Europea per la crescita e l’occupazione, lanciata nel 2010.

Per quanto riguarda l’IVA, il rapporto afferma che “il sistema estensivo” polacco di aliquote ridotte contribuisce al più alto divario IVA nell’Unione Europea. Inoltre, sempre secondo il report, tale sistema comporterebbe una perdita di entrate e un aumento dei costi di adempimento fiscale. E’ stato pertanto raccomandato di allargare la base imponibile attraverso una revisione delle aliquote ridotte.

Il rapporto afferma inoltre che la Polonia è uno dei Paesi peggiori dell’UE in termini di indicatori di innovazione, e che gli incentivi fiscali per il settore di ricerca e sviluppo vengono attualmente utilizzati unicamente dalle grandi aziende. Gli incentivi dovrebbero essere migliorati, in modo tale da rafforzare i legami tra ricerca, innovazione e politica industriale, e gli strumenti esistenti dovrebbero essere più mirati con riferimento alle diverse fasi del ciclo di innovazione.

Più in generale, la Commissione Europea avverte che i costi di adempimento fiscale sono “un grave problema” per le imprese. Secondo quanto suggerito da tale report, l’adempimento fiscale potrebbe essere rafforzato migliorando l’efficienza dell’amministrazione fiscale e diminuendo gli oneri amministrativi per i contribuenti.

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Spagna – previsione di taglio dell’aliquota d’imposta sulle società

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha svelato i piani per tagliare l’aliquota dell’imposta sulle società dal 30% al 25% per aumentare la competitività delle imprese nazionali.

La riduzione fiscale entrerà in vigore il 1 ° gennaio 2015, e verrà attuato in due fasi, ha detto il primo ministro. La misura fa parte di un pacchetto di stimolo del valore di EUR 6,3 miliardi (USD8.57bn).

Rajoy ha anche affermato che il governo prevede di non aumentare l’aliquota d’imposta sul valore aggiunto (IVA), che attualmente si attesta al 21%.

L’annuncio del primo ministro segue una dichiarazione rilasciata dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) del 27 maggio 2014, in cui l’organizzazione ha detto che la Spagna ha “superato il punto critico“. Tra le altre cose, ha proposto una riduzione dell’aliquota d’imposta sulle società della Spagna. Ha anche detto che c’è spazio per aumentare le entrate fiscali indirette, affermando: “Alzando le accise e le tasse ambientali, e riducendo progressivamente l’applicazione delle aliquote IVA agevolata, porterebbe l’impegno di riscossione della Spagna più in linea con i paesi europei“, ha detto il FMI.

Nelle sue osservazioni conclusive, il FMI ha anche esortato le autorità ad ampliare la base imponibile riducendo le esenzioni ed il trattamento agevolato per alcune categorie di contribuenti.

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I Commercialisti irlandesi commentano la revisione del sistema fiscale

Il Direttore delle Imposte presso il “Chartered Accountants Ireland”, Mr. Brian Keegan, ha detto al  Comitato per la revisione del regime fiscale in Irlanda che la cosiddetta “fiscalita’ internazionale” non esiste; le tasse vengono pagate dalle aziende ai Governi sovrani, i quali detengono i diritti di imposizione fiscale.

Brian Keegan ha detto che un’interazione ben definita del sistema fiscale irlandese con i regimi fiscali di altri Paesi è fondamentale per il commercio internazionale.

La tassazione dovrebbe essere considerata un costo d’impresa per le aziende e, sempre secondo Keegan, dovrebbe essere gestita nello stesso modo in cui vengono gestiti altri costi quali servizi, distribuzione e dipendenti, al fine di garantirne la prevedibilita’ e la gestione. Keegan ha poi aggiunto  che, se il regime fiscale in Irlanda fosse troppo chiuso e protezionista, allora le aziende irlandesi non sarebbero in grado di commerciare all’estero. L’Irlanda cesserebbe quindi di essere una destinazione attraente per le aziende che cercano di stabilire ed ubicare le rispettive attivita’.

Nel corso del dibattito, Keegan ha cercato di difendere la reputazione internazionale dell’Irlanda, ma ha riconosciuto la possibilita’ di apportare dei miglioramenti al regime fiscale della nazione.

L’Istituto è l’unica associazione professionale ad aver contribuito ai lavori della sottocommissione parlamentare sulla tassazione globale.

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