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Il Fondo Monetario Internazionale chiede alle Filippine di ridurre le esenzioni fiscali

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha consigliato alle Filippine di ampliare la base imponibile riducendo le esenzioni e le agevolazioni e procedendo alla riforma del regime fiscale minerario.

Il Governo filippino ha bisogno di aumentare la spesa pubblica per finanziare progetti di ricostruzione a seguito del tifone Yolanda, di rimodernare le infrastrutture e soprattutto di supportare il miglioramento dei risultati ottenuti sul piano sociale. Il Fondo Monetario Internazionale ha poi spiegato che sarebbe necessario uno “sforzo fiscale considerevole” per fare fronte a tali spese.

Per reperire le entrate necessarie ci si dovrebbe preoccupare principalmente di ampliare la base imponibile tramite la riduzione delle esenzioni applicate all’imposta sul reddito delle società, il restringimento del divario dell’IVA, e l’adozione di una nuova strategia mineraria, sostenuta da ulteriori miglioramenti dell’amministrazione fiscale.

Il Fondo Monetario Internazionale ha spiegato che le misure di politica fiscale sopra individuate, qualora venissero adottate, potrebbero rendere 2-3 punti percentuali del prodotto interno lordo, sufficienti a finanziare il previsto raddoppio della spesa per le infrastrutture.

Le osservazioni del Fondo Monetario Internazionale, che sono state incluse nel suo rapporto di consultazione con le Filippine del 2014 all’articolo IV, seguono un Report della Banca Mondiale, che ha anche invitato il Paese del sud-est asiatico a mobilitare il gettito fiscale supplementare per rafforzare la crescita ed aumentare i redditi delle famiglie nei prossimi anni.

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La Svizzera respinge i tagli sull’IVA nel settore alberghiero

Dopo anni di lobbismo da parte dell’industria, Eveline Widmer-Schlumpf, capo del Dipartimento Federale delle Finanze svizzero, ha spiegato perché il Governo ha deciso di respingere le richieste per una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto per l’industria alberghiera.

Eveline Widmer-Schlumpf ha spiegato che un taglio dell’IVA dall’8% al 2,5% andrebbe a tradursi in un “privilegio ingiustificato per l’industria del settore alberghiero (…) e, di conseguenza, in una notevole perdita di entrate fiscali per le casse federali.”

La proposta mirava a pareggiare il trattamento dei rifornimenti di cibo e bevande analcoliche da parte di ristoranti e hotel ed i rifornimenti da parte dei supermercati.

Widmer-Schlumpf ha sottolineato come il cibo da asporto è già soggetto ad aliquota ridotta, ma ha detto che il cibo e le bevande che vengono forniti da ristoranti e alberghi dovrebbero continuare ad essere soggetti all’aliquota dell’8% in quanto il rifornimento di questi fa parte di un servizio piu’ ampio e costoso.

Ha poi specificato che, per contrastare il calo dei ricavi, l’aliquota ridotta si sarebbe dovuta portare dal 2,5% allo 3,8%.

Il Consiglio Federale ha inoltre espresso dei dubbi con riferimento al fatto che la riduzione fiscale possa ripercuotersi sui consumatori. Tuttavia, ha spiegato Widmer-Schlumpf, il taglio fiscale andrebbe ad amplificare il carattere regressivo dell’IVA, portando ad un aumento della pressione fiscale sulle famiglie a medio e basso reddito e facendo viceversa beneficiare della situazione i contrbuenti piu’ abbienti.

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Lettonia: proposte agevolazioni fiscali per le aziende colpite da sanzioni

Il Ministro dell’Economia della Lettonia, Vjaceslavs Dombrovskis, ha proposto 12 mesi di agevolazioni fiscali per le imprese colpite da sanzioni da parte della Russia.

La Russia ha infatti recentemente annunciato un embargo sui prodotti alimentari provenienti dall’Unione europea come ritorsione per le sanzioni ricevute a causa dell’annessione della Crimea e delle ostilità in Ucraina.

Dombrovskis ha spiegato ai giornalisti che c’era bisogno di solidarietà. Ha poi aggiunto che gli sgravi fiscali possono essere applicati più facilmente all’imposta sulle società e al pagamento delle imposte dei datori di lavoro, e che potrebbero essere sottoposte alla condizione che il datore di lavoro non licenzi il personale.

Ha descritto il piano come una “misura a breve termine,” e ha anche espresso l’intenzione del Governo di aiutare le aziende a trovare nuovi mercati. Ha poi suggerito che la Lettonia potrebbe lavorare con i Paesi più colpiti dalle sanzioni per convincere l’Unione Europea a fornire sostegno.

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La Repubblica Dominicana tassa i prodotti acquistati on-line

La Repubblica Dominicana intende sottoporre i beni di basso valore commerciale acquistati on-line, ed in precedenza esenti da tassazione, all’imposta sul valore aggiunto, alla luxury tax, e alle tasse di importazione, e cio’ con decorrenza dal 15 agosto 2014, in seguito alla decisione dell’Autorità doganale di revocare la regola de minimis.

Quest’ultima, introdotta dal Decreto No. 402-05, prevede un regime di esenzione per quelle spedizioni, verso la Repubblica Dominicana, aventi ad oggetto beni di valore pari o inferiore a 200 dollari. Questo comporta che tali beni possono passare rapidamente attraverso la dogana, ma le aziende postali sono obbligate ad richiedere una licenza dalla Direzione generale delle dogane.

L’Autorità doganale si e’ quindi riunita con tutte le societa’ postali per obbligarle a sottoporre ad imposta quelle merci di valore inferiore ai 200 dollari; tale provvedimento, piuttosto controverso, comporterà il pagamento del 18% dell’imposta sul valore aggiunto e di altre tasse, che, come sostenuto dagli oppositori, verra’ a tradursi in un onere fiscale complessivo pari a circa il 42%.

E’ stata pertanto promossa un’azione legale. Gli oppositori sostengono che tale provvedimento e’ in contrasto con la Costituzione, con le leggi nazionali esistenti, tra cui il decreto n ° 402-05, e con le disposizioni del Dominican Republic – Central America – United States Free Trade Agreement (CAFTA-DR). La questione costituzionale è stata sollevata sulla base del fatto che il mandato dell’Autorità doganale non prevede poteri di definizione delle politiche fiscali, mentre le disposizioni del CAFTA precludono espressamente alle nazioni di introdurre maggiori ostacoli alle spedizioni in essere alla data della conclusione dell’accordo.

Nonostante l’azione legale, la misura dovrebbe venire introdotta, come previsto, a partire dal 15 agosto 2014, anche se le zone franche della Repubblica Dominicana cadranno al di fuori del campo di applicazione del provvedimento in quanto soggette ad una normativa differente.

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Singapore inaugura l’International Tax Research Center

Il 5 agosto, in collaborazione con l’Accademia Fiscale del Singapore (TA), col sostegno della Inland Revenue Authority (IRAS), il Singapore Management University (SMU) ha inaugurato il Centro SMU-TA per l’eccellenza in materia fiscale (SMU -TA CET).

La SMU-TA CET rappresenta una nuova importante iniziativa nel campo della ricerca, affronta le questioni fiscali internazionali, regionali e di politica fiscale.

Il Presidente e Professore del SMU, Arnoud De Meyer, ha dichiarato: “Nella relazione finale del 2010, una delle principali raccomandazioni del Comitato per lo Sviluppo del Settore Contabile (CDAS) è che il Singapore sviluppi un centro d’eccellenza in materia di tasse.”

Il CEO del TA, Eng-Tay Geok Lee, ha aggiunto che: “Il TA ha assunto un ruolo guida nel facilitare la crescita nel settore fiscale, oltre a fornire le basi essenziali per la formazione in materia fiscale dei professionisti del settore, ha provveduto alla creazione di un centro di ricerca fiscale col SMU, per la costituzione di una piattaforma di scambio di conoscenze e ricerche di alta qualità per esperti fiscali, accademici e professionisti provenienti da tutto il mondo.”

Il SMU-TA CET sarà costituito da membri del mondo accademico, leader del settore e funzionari governativi, per la produzione di ricerca multidisciplinare sulla fiscalità internazionale e da legali. Riceverà il supporto di un Advisory Panel Tecnico, che verrà presto istituito, comprendente accademici ed esperti chiave, sia locale che internazionale, con una vasta esperienza e conoscenza delle tendenze globali e delle questioni fiscali.

Il centro affronterà in primo luogo progetti sulle questioni fiscali internazionali che sono rilevanti per il Singapore e le economie asiatiche, e guarderà al cambiamento del panorama della tassazione globale sulla competitività economica della regione. La SMU-TA CET ha in progetto lo sviluppo di un programma post-laurea in fiscalità internazionale.

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Canada: l’Unione Europea completa l’accordo di libero scambio

I funzionari hanno messo a punto il testo dell’accordo economico e commerciale globale (Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA) tra il Canada e l’Unione Europea.

Un primo accordo risale al mese di ottobre del 2013, ma da allora si era rivelato piuttosto complesso risolvere i rimanenti problemi tecnici e redigere un testo finale. A breve iniziera’ un procedimento di traduzione e revisione del testo.

Il Ministro canadese per il Commercio Internazionale, Ed Fast, ha cosi’ dichiarato: “Questo è un altro passo importante verso l’attuazione dell’accordo commerciale storico tra Canada e Unione Europea, che creerà posti di lavoro e opportunità economiche per i canadesi in ogni regione del Paese.”

La maggior parte dei dazi verra’ eliminata non appena l’accordo entrerà in vigore, e le tariffe industriali verranno completamente liberalizzate. Entro la fine del periodo transitorio, il Canada e l’Unione Europea liberalizzeranno, rispettivamente, il 92,8% ed il 93,5% dei commerci nel settore agricolo. Circa il 98% delle 9.000 linee tariffarie dell’Unione Europea saranno alla fine esenti da dazio.

Si prevede che tale accordo andra’ ad incrementare il commercio bilaterale di beni e servizi del 22,9%. Circa la metà degli incrementi del prodotto interno lordo globale dell’UE (PIL) derivera’ da cambiamenti al commercio per quanto riguarda la regolamentazione dei servizi, e potrebbe arrivare ad una cifra pari a 5.8 miliardi di Euro (7.8 miliardi di dollari) all’anno. Si prevede che le esportazioni totali dell’Unione Europea verso il Canada aumenteranno del 24,3%, mentre le esportazioni bilaterali del Canada verso l’UE dovrebbero aumentare del 20,6%.

Sono nel frattempo inziati i lavori per l’organizzazione di un vertice tra l’Unione Europea ed il Canada che si terra’ nel mese di settembre. Fast e il Primo Ministro Stephen Harper si recheranno nel Regno Unito all’inizio del mese prossimo.

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Brasile – estensione della Free Zone di Manaus

Il governo brasiliano ha annunciato che il Congresso ha approvato l’emendamento costituzionale 83/2014, che estende la validità della Free Economic Zone di Manaus, il 5 agosto 2014.

L’emendamento estende gli incentivi fiscali della zona franca, che si trova nel nord dello Stato brasiliano di Amazonas, a 2.073 dal 2023.

Il senatore Eduardo Braga, l’ex governatore di Amazonas, in precedenza ha detto che l’estensione della zona franca garantirà più sviluppo, più investimenti e più posti di lavoro nella regione occidentale amazzonica.

La zona franca è la patria di circa 600 aziende high-tech nei settori della produzione di elettronica, informatica e di veicoli, secondo Braga. Nel 2013, queste società hanno generato quasi 113.000 posti di lavoro e quasi USD 90bn di entrate, ha detto.

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La Spagna svela la “Google Tax”

Il Congresso dei Deputati della Spagna ha approvato una legge che aprirà la strada all’introduzione di un’imposta sui siti web aggregatori di notizie.

Soprannominata “Google Tax“, la tassa consentirebbe agli editori di addebitare dei costi “ai sistemi elettronici di aggregazione delle notizie”, come ad esempio il servizio di Google News, ogni qual volta verranno pubblicati “un link e una descrizione significativa” di uno dei loro articoli.

Il Governo non ha comunicato a quanto ammontera’ l’imposta, ma il Ministero della Cultura ha rilasciato una dichiarazione dicendo che la legge non verra’ applicata agli utenti di Internet che condividono articoli attraverso i social media.

Secondo le previsioni la nuova legge, ufficialmente denominata “Canon AEDE”, apportera’ un ingresso pari a circa 80 milioni di Euro (106.7 milioni di dollari) di gettito fiscale per anno. Gli introiti supplementari saranno destinati a sostenere l’industria nazionale dei media.

La legge deve venire ratificata dal Senato prima di essere fatta entrare in vigore.

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Il partito dell’opposizione della Nuova Zelanda propone il taglio dell’imposta sulle società

Il Partito dell’opposizione ACT della Nuova Zelanda ha proposto di ridurre l’aliquota d’imposta sulle società al 12,5 %.

L’obiettivo principale del programma del partito di destra, inaugurato il 2 agosto 2014, è quello di aumentare di un terzo il prodotto interno lordo (PIL).

Una riduzione progressiva dell’aliquota d’imposta sulle società dal 28% al 12,5 % entro il 2020, farebbe aumentare gli investimenti e l’occupazione, garantendo in tal modo la crescita mirata del PIL, secondo ciò che ha espresso il leader del partito Jamie Whyte.

La riduzione dell’aliquota d’imposta sulle società al 20% l’anno prossimo avrà un costo stimato di NZD 1.53bn (USD1.3bn) in mancati introiti. Negli anni successivi il tasso scenderebbe rispettivamente al 18,5 %, al 17 %, al 15,5 %, al 14 % e al 12,5 %. L’ACT si propone di compensare la perdita di entrate, abolendo il welfare delle società ed il commercio del carbone.

In Nuova Zelanda le elezioni si terranno nel settembre di quest’anno. E’ improbabile che l’ACT, che non ha alcun seggio alla House of Representatives, rappresenti una minaccia credibile per il Partito Nazionale.

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Repubblica Ceca: l’imposta sulle sigarette portata al minimo stabilito dall’Unione Europea

La Repubblica Ceca ha approvato una legge che aumenta l’accisa sui pacchetti di sigarette di 3-4 Corone ceche (pari a 0.15-0.20 dollari) per portare i tassi in linea con la normativa dell’unione Europea.

La decisione è stata approvata dalla Camera bassa del Paese, ma la stessa era stata richiesta anche ai sensi del diritto dell’Unione europea, in seguito alla svalutazione della Corona ceca rispetto all’Euro.

Le aliquote d’accisa minime sono state rialzate nell’Unione Europea dalla direttiva 2010/12/UE del 16 febbraio 2010, la quale prescriveva che al 1 ° gennaio 2014 l’accisa globale (dazio specifico e dazio ad valorem, IVA esclusa) sulle sigarette dovesse rappresentare almeno il 60% del prezzo medio ponderato di vendita al minuto delle sigarette immesse in consumo. Questa stabilisce che le aliquote di accisa non devono essere inferiori a 90 Euro (120.8 dollari) per 1000 sigarette, indipendentemente dal prezzo medio ponderato di vendita al minuto.

Le aliquote d’accisa minime saranno aumentate nuovamente a partire dal 2018. Il Ministro delle Finanze, Andrej Babiš, ha detto che in caso di mancato rispetto della direttiva sarebbe stato necessario aumentare l’imposta sul valore aggiunto.

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