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Il Guernsey rivede le imposte indirette

Il Guernsey deve ampliare e diversificare la propria base imponibile: cosi’ ha esordito il Ministro del Tesoro, Mr. Gavin St Pier, in un discorso alla Camera di Commercio il 17 marzo 2014.

Il discorso del Ministro, intitolato “2025 e oltre: Trasformare il futuro di Guernsey” , ha evidenziato il fatto che il 73% delle entrate dell’isola deriva dalla tassazione dei redditi. Si tratta di una percentuale significativamente maggiore rispetto alla giurisdizione di qualsiasi altra isola o Stato membro dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). “Tutto cio’ comporta per il Guersey il forte rischio di un declino nella base imponibile”, ha aggiunto il Ministro del Tesoro Gavin St Pier.

Un modo per ridurre la dipendenza del Guernsey dall’imposta sul reddito delle persone fisiche consisterebbe nell’implementare le imposte sui consumi, in particolare quelle imposte sui beni ed i servizi, ha cosi’ aggiunto.

Aumentare la tassa di proprietà potrebbe essere un’altra opzione. Attualmente l’imposta sulla proprieta’ immobiliare (TRP) apporta solo 4 milioni di sterline all’anno (6.65 milioni di dollari), con una media di 150 sterline per ogni immobile. Ma anche un eventuale aumento del 1.000% sul tale imposta, portando la tassa a 1.500 sterline per abitazione, andrebbe ad apportare solo 40 milioni di sterline, e quindi un importo ben al di sotto dei 60 milioni di sterline necessari per ridurre la dipendenza dall’imposta sul reddito delle persone fisiche a meno del 60%, ha sottolineato Mr. St Pier.

Il Ministro del Tesoro ha anche detto che le imposte sul capitale – quali ad esempio le plusvalenze, le imposte sul patrimonio o i diritti di successione – sono molto costose da gestire, inefficienti e poco utili in termini di apporto di denaro.

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L’SPÖ austriaca introduce regole più severe per la regolarizzazione fiscale

Il Segretario Finanziario di Stato austriaco, socialdemocratico (SPÖ) Sonja Steβl, vuole rendere più severe le dichiarazioni volontarie sulla procedura di non conformità per gli austriaci con patrimoni non dichiarati, al fine di inasprire la posizione dell’Austria sull’evasione fiscale.

I residenti austriaci con un reddito non tassato possono regolarizzare la loro situazione fiscale, compilando una dichiarazione di non conformità e corrispondendo il saldo e gli interessi ad un tasso del 1,9 %. In cambio, ai contribuenti sono concesse immunità da procedimenti penali.

Steβl ha suggerito che un supplemento del 5% deve essere imposto sui patrimoni non dichiarati sopra EUR 50,000 (USD 69,481,) aumentato fino al dieci per cento sulla ricchezza non tassata in eccesso di EUR 100,000. La misura porterà la normativa austriaca in linea con quella applicata in Germania, ha spiegato.

I Partiti di Governo dell’Austria, il SPÖ ed il Partito Popolare (OVP), sono concordi nel rafforzare le misure di lotta contro l’evasione fiscale nel quadro del loro accordo di coalizione. Eppure, l’ÖVP intende conservare le condizioni favorevoli della procedura di dichiarazione volontaria, per incoraggiare i contribuenti a farsi avanti e legalizzare la loro situazione fiscale. Il partito insiste sul fatto che il meccanismo è molto efficace. Nel 2010, le autorità fiscali hanno ricevuto circa 3.000 richieste di regolarizzazione. Nel 2013, il numero di dichiarazioni volontarie ricevute ha raggiunto i 12.000.

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La Svizzera approva il disegno di legge anti-evasione fiscale

Il Consiglio degli Stati della Confederazione elvetica ha adottato un disegno di legge trasmesso dal Consiglio Federale con alcune modifiche, attuando le raccomandazioni della Financial Action Task Force (FATF – Gruppo d’azione finanziaria internazionale).

I legislatori hanno aumentato la soglia fiscale una volta superata la quale un caso di evasione deve essere considerato un grave reato fiscale: tale limite e’ passato da 200.000 franchi (229,164 dollari) a 300.000 franchi. Inoltre, i legislatori hanno deciso di limitare i pagamenti in contanti alla cifra di 100.000 franchi.

La Federazione svizzera delle imprese Economiesuisse ha detto che il Consiglio degli Stati ha, peraltro inutilmente, superato quanto richiesto dal FATF. Nella sua forma attuale, la proposta di legge rischia di far gravare sulle banche un eccesso di burocrazia, e pone indebitamente delle restrizioni alle imprese, ha aggiunto il Gruppo.

Economiesuisse ha anche aggiunto che, così come e’ stata aumentata la soglia per qualificare quelli che devono considerarsi gravi reati fiscali, i legislatori dovrebbero aggiungere un ulteriore criterio – più infrazioni, per dare agli  intermediari finanziari una maggiore certezza nel segnalare i loro clienti alle autorità fiscali.

Economiesuisse ha anche detto che limitare i pagamenti in contanti è una decisione tanto inutile quanto arbitraria, ed ha pertanto invitato il Consiglio Nazionale ad apportare dei miglioramenti al disegno di legge.

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Banca austriaca – entrate fiscali per sostenere Ailing Bank

Il Cancelliere austriaco Werner Faymann intende deviare la quota delle entrate fiscali degli stati federati del paese (Länder) per sostenere il fallimento della Banca Hypo Alpe Adria.

Il Governo ha adottato l’imposta bancaria nel 2009 per garantire che gli istituti finanziari contribuiscano al costo della crisi bancaria. La Coalizione ha modificato e prorogato il prelievo a tempo indeterminato attraverso il suo Tax Amendment Act 2014.

Il prelievo ha finora fruttato circa EUR 1.7bn (USD2.4bn) per lo Stato, e si prevedono ulteriori EUR 5.2bn nei prossimi dieci anni. Un quarto delle entrate fluisce attualmente ai Länder. Il Governo ha bisogno di questi soldi per risolvere il disastro della Hypo Bank, possibilmente attraverso una “bad bank ” gestita dallo Stato. Il Cancelliere Faymann prevede di iniziare i colloqui con i Länder ed i Comuni a breve.

Il gruppo di esperti del Governo, denominato “Hypo Bank Task Force“, ha recentemente raccomandato che una “bad bank” venga istituita, avvertendo circa il rischio di insolvenza. Consentire alla banca di fallire sarebbe enormemente dannoso per la reputazione dell’Austria sui mercati finanziari, ha detto. Il Governo prenderà una decisione sul futuro della Hypo Bank entro la fine di marzo.

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L’Austria dà il suo sostegno alla nuova Direttiva UE sulla tassazione del risparmio

Il vice Cancelliere austriaco Michael Spindelegger ha confermato il sostegno dell’Austria alla riveduta Directive European Union Saving Tax, indicando che probabilmente sarà adottata entro la fine di marzo.

L’obiettivo della nuova direttiva è quello di colmare le lacune ed impedire ai soggetti di eludere la tassazione sugli interessi attivi, migliorando il sistema di scambio automatico di informazioni esistenti per le autorità fiscali europee.

L’Austria ha dato attuazione al testo condizionale. Il Governo ha detto fin dall’inizio che non vorrebbe cedere il segreto bancario per i cittadini austriaci, ma accetterà di scambiare automaticamente le informazioni riguardanti i residenti dell’Unione europea con conti aperti in Austria. E’ stato detto, inoltre, che anche gli stati terzi come la Svizzera e il Liechtenstein devono partecipare alla direttiva, ed ha messo in guardia lo standard europeo e globale che opera in parallelo.

Il Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze dell’UE ha, in una recente riunione a Bruxelles, deciso che il segreto bancario possa rimanere in vigore per i cittadini austriaci. Inoltre, il Consiglio ha rilevato che un accordo su uno standard globale AEI è previsto per l’estate, garantendo parità di condizioni ed applicazione di un solo sistema.

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Il Parlamento Europeo sostiene la nuova legge sul riciclaggio di denaro

Il Parlamento Europeo ha votato a favore del progetto di legge antiriciclaggio che imporrebbe ai titolari delle imprese e ai trust di essere inseriti negli elenchi dei pubblici registri nei Paesi dell’Unione Europea.

Una risoluzione legislativa sulla modifica della vigente direttiva anti-riciclaggio (AMLD) è stata approvata con 643 voti favorevoli, 30 contrari e 12 astensioni.

Se le modifiche verranno approvate dal nuovo Parlamento, che sarà eletto a maggio, verra’ istituito un registro centrale pubblico in ciascuno Stato dell’Unione Europea. Tali singoli registri sarebbero interconnessi in tutta l’Unione e resi accessibili al pubblico, previa l’identificazione della persona che chiedere di accedere alle informazioni tramite una registrazione online. Le disposizioni sulla privacy andrebbero a garantire che vengano inserite nei registri solo le informazioni strettamente necessarie.

Le proposte mirano a costringere le banche, le istituzioni finanziarie, i revisori dei conti, gli avvocati, i commercialisti, i consulenti fiscali e gli agenti immobiliari ad essere più vigili su quelle transazioni “sospette” fatte dai loro clienti. L’Anti Money Laundering Directive (direttiva contro il riciclaggio del denaro – AMLD) prevede un approccio basato sul rischio, al fine di consentire agli Stati membri dell’UE di meglio identificare, comprendere e ridurre i rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo.

Per quanto riguarda i casinò, questi sono inclusi nel campo di applicazione della proposta di regolamento, ma gli altri servizi di gioco d’azzardo considerati a basso rischio potrebbero venire esclusi dagli Stati membri.

Commentando il voto, la Remote Gambling Association (Associazione del gioco d’azzardo on line -RGA) si e’ detta d’accordo con quelli che sono gli obiettivi della direttiva, ma si e’ detta altrettando delusa dal fatto che al gioco d’azzardo online sia stato richiesto di applicare misure di adeguata  verifica su tutta la clientela non appena viene instaurato un rapporto di affari. Tutto cio’ e’ in contrasto con il cosiddetto approccio basato sul rischio, che è sempre stata una caratteristica fondamentale dell’AMLD, e potrebbe comportare l’obbligo per l’industria del gioco d’azzardo online di condurre delle verifiche su tutta la sua clientela.

L’amministratore delegato della Remote Gambling Association, Mr. Clive Hawkswod, ha cosi’ dichiarato: “Il settore del gioco d’azzardo online possiede degli strumenti altamente sviluppati per identificare le possibili minacce, ed ha ottenuto un eccellente risultato nel prevenire il riciclaggio di denaro. Come industria non intendiamo compiacerci dei nostri risultati, ma semplicemente non vi è alcuna giustificazione per sottoporre il nostro settore ad un simile trattamento.”

“Abbiamo sempre sostenuto un approccio basato sul rischio, che riteniamo essere il modo più idoneo per affrontare qualsiasi problema e, naturalmente, i singoli Stati membri possono introdurre misure aggiuntive se ci sono dei problemi o difficolta’ specifiche all’interno delle loro giurisdizioni. Speriamo ora che il Consiglio dell’Unione Europea respinga la posizione del Parlamento su questo tema e che la Commissione Europea voglia difendere la sua posizione originaria.”

Votando a favore delle modifiche, l’attuale Parlamento spera di garantire che il suo successore non debba ricominciare da zero, ma possa proseguire con il lavoro fatto durante l’attuale legislatura.

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Indonesia sulla via degli investimenti per le agevolazioni fiscali

Il Vice Ministro delle Finanze indonesiano Bambang Brodjonegoro ha detto che il governo rivedrà presto le norme in materia di esenzioni fiscali ed indennità per gli investitori, forse già dal prossimo mese.

Si ritiene che le modifiche alle esenzioni fiscali includano, tra le altre cose, una maggiore flessibilità sul periodo degli incentivi, una diminuzione del limite base per beneficiare di un incentivo, che è attualmente fissato a IDR1 trilioni (USD87.8m), ed una revisione dell’elenco delle industrie ” pioniere”.

 Esenzioni fiscali, fino a 10 anni, sono concesse per progetti manifatturieri in settori cosiddetti pionieri che forniscono un valore aggiunto ed un’alta tecnologia. E ‘stato suggerito in precedenza, per esempio, che mentre gli investimenti tra IDR1 e IDR20 trilioni attualmente ricevono la stessa esenzione fiscale, una futura revisione potrebbe significare che maggiori investimenti potrebbero ricevere un incentivo migliore.

 Il Ministro ha detto che il Governo dovrebbe anche introdurre delle linee guida più severe su quali attività potranno beneficiare delle agevolazioni fiscali. Il Governo favorirà i progetti che aumentano il prodotto interno e danno un valore aggiunto, come ad esempio la costruzione di fonderie e raffinerie di petrolio, oltre che esportano risorse.

 Inoltre, ha suggerito che gli sgravi fiscali sul reddito potrebbero anche essere rivisti per incoraggiare gli investitori stranieri a non rimpatriare i loro profitti.

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Il nuovo Ministro delle Finanze della Romania parla dei tagli fiscali

Il nuovo Ministro delle Finanze della Romania Ioana Petrescu ha proposto l’introduzione di un’esenzione fiscale sugli utili reinvestiti, ed ha espresso il suo consenso ai piani per tagliare i contributi previdenziali di cinque punti percentuali a partire dal 1 ° luglio 2014.

Parlando dinnanzi al Comitato del Bilancio prima di assumere il nuovo ruolo di Ministro delle Finanze, Ioana Petrescu ha evidenziato come l’imposta sul lavoro sia attualmente troppo elevata, rilevando che la misura di  previdenza sociale aiuterebbe a ridurre l’evasione fiscale. Ha inoltre aggiunto che l’esenzione degli utili reinvestiti andrebbe a stimolare gli investimenti esteri diretti e ad incoraggiare la crescita del prodotto interno lordo dello 0,5 %.

Il Nuovo Ministro delle Finanze ha anche evidenziato come il recente taglio dell’IVA sul pane abbia portato dei “risultati incoraggianti”. Pochi giorni dopo le sue dichiarazioni, il primo Ministro Victor Ponta aveva annunciato l’intenzione del Governo di ritornare ad un’aliquota IVA del 19 % nel caso in cui la Romania dovesse raggiungere un tasso di crescita del prodotto interno lordo del 3,5 %, così come un tasso più basso per gli altri prodotti alimentari di base. Nel 2010 l’aliquota IVA è stata infatti aumentata dal 19 % al 24 %.

Il nuovo Ministro delle Finanze ha inoltre promesso di migliorare la riscossione delle entrate e di lavorare sullo sviluppo della Fraud Division (divisione antifrode) dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione Fiscale.

Ioana Petrescu, prima di assumere il nuovo ruolo di Ministro, ha lavorato per diversi mesi come consulente economico speciale di Victor Ponta. Ioana Petrescu vanta anche un dottorato in Economia presso la Harvard University, un incarico come ricercatrice presso l’American Enterprise Institute e come docente presso l’Università del Maryland. Le sue pubblicazioni includono vari articoli sulla tassazione nei Paesi emergenti ed in via di sviluppo e sul mercato nero.

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L’Australia, spinge affinché le multinazionali paghino “equi” contributi fiscali

L’Assistente Tesoriere australiano ha rammentato alle società soggette ad imposta che hanno la responsabilità di pagare una quota equa di tassazione.

Discutendo l’atteggiamento del Governo verso lo spostamento dei profitto dalle multinazionali, Arthur Sinodinos ha affermato, in un’intervista a Sky News, che le imprese “hanno un contratto sociale, e come parte del contratto sociale devono essere contribuenti leali “.

Discutendo i piani del Governo durante la sua presidenza al G20, Sinodinos ha detto: “Per noi, affrontare le questioni che in realtà si riferiscono a quello che si chiama erosione della base “profit shifting” deve essere fatta in un contesto multilaterale, piuttosto che unilateralmente, perché altrimenti invita le società solo ad uscire da una particolare giurisdizione fiscale, vale a dire l’Australia. Quindi, quello che stiamo facendo è lavorare metodicamente attraverso il G20 su circa 15 – 16 punti del piano d’azione, che è stato discusso al G20 riunitosi qui a Sydney sotto la presidenza di Joe Hockey. La prima parte in questione tratta dei prezzi di trasferimento, per esempio.”

Sinodinos ha detto che i progressi tra i membri del G20 saranno raggiunti al momento del vertice di Brisbane, che si terrà nel mese di novembre, momento in cui il G20 avrà definito cosa fare.

Come presidente del G20, l’Australia sta guidando lo sviluppo di un piano d’azione per affrontare le questioni dei prezzi di trasferimento, lo scambio automatico di informazioni e la creazione di un sistema comune di notifica ai fini fiscali.

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Aumento dell’IVA in Belgio per finanziare i tagli fiscali post elettorali

I principali partiti politici del Belgio hanno convenuto che dopo le elezioni di maggio e’ necessario attuare una riforma della tassazione, al fine di modernizzare e semplificare la normativa fiscale del Paese: cosi’ ha esordito il Ministro delle Finanze Koen Geens.

In un’intervista per Het Belang van Limburg, Mr. Geens ha sottolineato l’estrema complessita’ del sistema fiscale belga. Egli ha inoltre evidenziato la necessità di ridurre il numero di detrazioni fiscali, che attualmente ammontano intorno ai 60 miliardi di Euro (83 miliardi di dollari), ed ha aggiunto che qualsiasi riforma dovrà “tenere d’occhio la pressione fiscale”, e rispettare l’autonomia fiscale delle regioni belghe.

E’ fondamentale spostare il carico fiscale dal lavoro, per rafforzare la posizione competitiva del Belgio, ha poi aggiunto Mr Geens. Il partito Cristiano Democratico e Fiammingo (CD & V) di Koen Geens si e’ pertanto impegnato ad aumentare l’esenzione fiscale, al fine di incrementare il potere d’acquisto per una somma pari a 3 miliardi di Euro. Questa misura verrebbe finanziata da un aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), e un aumento delle accise gravanti sul tabacco e diesel, ha poi aggiunto Geens.

Inoltre, Mr. Geens ha anche aggiunto che, nel caso di una sua rielezione, si occupera’ di estendere il regime fiscale favorevole che beneficia di interessi sui conti di risparmio, per poi includere in futuro altri tipi di redditi da capitale e prodotti di investimento, quali azioni e obbligazioni. E’ esente l’interesse dei conti di risparmio fino a 1.880 Euro.

I principali partiti politici del Belgio concordano sul fatto che l’onere fiscale sul lavoro deve essere ridotto e trasferito ad altre imposte, al fine di sostenere il mercato del lavoro. Tali partiti prediligono inoltre un taglio del tasso nominale dell’imposta sulle società per portare la tariffa dei titoli in linea con la media europea.

Il Ministro delle Finanze Geens ha fatto riferimento ad un aumento dell’IVA lo scorso anno, quando ha rivelato che la quota dell’IVA nelle entrate nazionali in Belgio è del 48 per cento, rispetto ad una media del 56% tra i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

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