La Camera dei Rappresentanti del Puerto Rico ha approvato un controverso incremento del 68 % delle imposte sul petrolio per fermare un possibile peggioramento dei problemi di debito del territorio, a seguito di una situazione di stallo con il Governatore Alejandro Garcia Padilla, che aveva minacciato di chiudere i servizi di trasporto pubblici.
Dopo molte trattative con i legislatori per ottenere la maggioranza richiesta, si prevede che l’accisa sul petrolio salirà da USD 6.25 al barile, a USD 15.50 al barile, da marzo 2015.
I maggiori ricavi, del valore di circa USD 178m all’anno, saranno utilizzati dall’Autorità per il finanziamento delle infrastrutture del Porto Rico, che ha il compito di rifinanziare il debito delle Autostrade e dell’Autorità dei Trasporti, che si trova in difficoltà finanziarie, fino ad USD 2.9bn in obbligazioni.
L’attuazione dell’aumento delle tasse sarà ritardato fino a marzo 2015 per dare il tempo al governo ed ai legislatori di cercare altre fonti di reddito in sostituzione, che potrebbero essere meno onerose per le famiglie e le piccole imprese. ll Senato deve ancora approvare la legislazione in materia.
E’ stato costituito il comitato congiunto di entrambi i rappresentanti del Governo e del Congresso per valutare tali alternative. Le delibere del comitato saranno sottoposte allo studio del Dipartimento del Tesoro, che si dovrebbe completare prima del 31 Gennaio 2015, sulla base di un nuovo quadro di riforme fiscali destinato ad essere introdotto nel corso del primo trimestre del prossimo anno.
Le riforme fiscali potrebbero ridurre la dipendenza di Puerto Rico alla riscossione delle imposte dirette.
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