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L’Olanda fa marcia indietro sull’aumento dell’imposta di successione per le imprese familiari

Il Segretario di Stato per le Finanze olandese Eric Wiebes ha abbandonato i piani che prevedevano un aumento del tasso favorevole del 3,4% previsto per l’imposta di successione (inheritance tax – IHT) applicata sui trasferimenti delle aziende familiari. L’inversione di marcia e’ stata la conseguenza della pressione proveniente dalle fila del suo stesso Partito (il Partito Liberale – VVD), e dalle principali organizzazioni imprenditoriali del Paese.

La Confederazione dell’Industria e dei datori di lavoro dei Paesi Bassi (VNO – NCW), la Royal Association MKB-Nederland, e la Federazione olandese per l’agricoltura e l’orticoltura (LTO Nederland) avevano avvertito che l’aumento dell’imposta applicata sui trasferimenti d’azienda alla prossima generazione avrebbe comportato conseguenze dannose per quelle imprese a conduzione familiare, che costituiscono la colonna portante dell’economia del Paese. L’aumento dell’imposta andrebbe infatti a ridurre il capitale delle imprese a conduzione familiare, riducendo così il loro potenziale di crescita, limitandone l’innovazione, ed impedendo la creazione di posti di lavoro. La pressione fiscale che va a pesare su chi eredita un’azienda di famiglia è già una delle più alte in Europa, nonostante l’agevolazione fiscale prevista per l’imposta di successione.

Helma Nepperus, membro del partito di coalizione, aveva gia’ evidenziato come la proposta del Segretario di Stato Eric Wiebes non fosse in linea con la politica del partito. Helma Nepperus aveva aggiunto che il Governo dovrebbe impegnarsi per diminuire le tasse che pesano sulle imprese e sulle persone fisiche attraverso la prevista riforma complessiva della tassazione, e non aumentare le tasse per singoli gruppi di soggetti.

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Guernsey – prudente sulla divulgazione delle informazioni sulla proprietà effettiva

Il Primo Ministro e capo della di Finanza di Guernsey ha risposto alla recente lettera del Primo Ministro britannico David Cameron il quale chiede la creazione di un registro pubblico sul beneficial ownership (BO) delle società in Guernsey.

Nella sua lettera, che è stata inviata alla Crown Dependenciese ed hai territori d’oltremare, Cameron ha riconosciuto i progressi raggiunti dalle Isole del Canale, già in possesso di un registro centrale sulla proprietà effettiva, ma ha sottolineato che dovrebbe essere reso accessibile al pubblico, affermando: “Credo che creare un registro centrale sulla proprietà effettiva accessibile a tutti sia la chiave per migliorare la trasparenza sulla proprietà delle società, oltre ad essere vitale per affrontare le sfide urgenti della finanza illecita e dell’evasione fiscale“.

Nella sua risposta, il Primo Ministro di Guernsey, Jonathan Le Tocq, ha dichiarato: “La lettera del primo ministro del Regno Unito del 22 aprile 2014, accompagna la risposta del governo britannico alla consultazione che ha lanciato lo scorso autunno sulla proprietà effettiva. Per quanto riguarda la lettera, io sono contento che riconosca ancora una volta l’impegno di Guernsey alla promozione e l’applicazione di elevati standard internazionali“. “Stiamo esaminando i dettagli della carta del governo del Regno Unito, per vedere come si potrebbe definire la posizione sul quadro normativo esistente per i fornitori di servizi alle società, e come si sviluppa il nostro piano d’azione sulla proprietà effettiva, pubblicato nel mese di giugno 2013.” “Guernsey continua ad essere di supporto in tutte le fasi per creare condizioni di parità a livello globale su questioni di trasparenza. Risponderò alla lettera del primo ministro a tempo debito.”

Fiona Le Poidevin, Chief Executive della Finanza di Guernsey, ha risposto dicendo: “Accogliamo con favore il riconoscimento del primo ministro sul nostro continuo impegno a lavorare con il Regno Unito per promuovere l’applicazione di elevati standard internazionali “. “Infatti, va notato che nel 1989, Guernsey è diventata una delle prime giurisdizioni che regola il tema sulla fiducia e la fornitura di servizi alle società, e questo è qualcosa che oggi ancora non succede in molti territori del mondo, compreso il Regno Unito. Inoltre, Guernsey adotta una normativa in vigore dal 2000, che obbliga tutti i proprietari effettivi delle società del Guernsey, come anche altre persone giuridiche, di essere adeguatamente identificati e registrati da fornitori di servizi societari regolamentati, e soltanto una manciata di giurisdizioni hanno tali misure in vigore. Tuttavia, Guernsey ha sempre mantenuto la riservatezza sui clienti, non condividendo pubblicamente queste informazioni.” “Guernsey è all’avanguardia e non vediamo l’ora che altre giurisdizioni raggiungano i medesimi obiettivi in modo che sia possibile contribuire nella creazione di condizioni di parità in materia di proprietà effettiva. Se, ciò preveda l’introduzione di un registro pubblico, resta da vedere viste le implicazioni significative, per esempio in materia di riservatezza dei dati e dei diritti umani nonché per il potenziale impatto negativo sugli investimenti verso l’interno per tutte le giurisdizioni che adottano misure che non hanno portata globale“, ha concluso.

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La Corte di giustizia dell’Unione europea respinge il ricorso presentato dal Regno Unito contro la tassa sulle transazioni finanziarie prevista dall’Unione Europea

Il sindaco di Londra ha espresso disappunto per la decisione della Corte di giustizia europea di respingere il ricorso del Regno Unito contro la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie nell’Unione Europea (FTT).

Reagendo alla decisione, emessa il 30 aprile, Boris Johnson ha dichiarato: “Con l’economia di Londra nuovamente in crescita ed intenta a guidare la ripresa economica del Paese, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una tassa che produca l’effetto di spingere le imprese verso i centri finanziari al di fuori dell’Unione europea. La finanza puo’ essere definita un gioco globale ed i nostri rivali negli Stati Uniti e in Asia non aspettano altro”.

Il Regno Unito ha lanciato la sua sfida nel mese di aprile 2013, quando ha chiesto alla Corte di annullare la decisione del Consiglio Europeo che autorizzava l’uso da parte di 11 Stati membri della procedura di cooperazione rafforzata per applicare una tassa sulle transazioni finanziarie, definita “Tobin Tax”. La polemica sollevata dal Regno Unito verteva principalmente sul fatto che tale imposta avrebbe avuto effetti extraterritoriali ed avrebbe imposto dei costi agli Stati membri non partecipanti.

In una dichiarazione che spiega la decisione presa nel causa “Regno Unito/Consiglio” (causa C-209/13 ), la Corte ha affermato che: “La decisione impugnata non fa altro che autorizzare la costituzione di una cooperazione rafforzata, ma non contiene alcun elemento sostanziale che faccia riferimento alla tassa sulle transazioni finanziarie. Gli elementi di una futura Financial Transaction Tax contestata dal Regno Unito non sono in alcun modo elementi costitutivi della decisione impugnata”.

Nella dichiarazione si legge anche che: “la decisione impugnata non contiene alcuna disposizione sulla questione delle spese legate all’attuazione di una cooperazione rafforzata. Tale questione non può pertanto essere esaminata prima dell’introduzione della Financial Transaction Tax“.

La Corte ha concluso che le argomentazioni addotte dal Governo del Regno Unito fanno riferimento ad una potenziale Financial Transaction Tax piuttosto che all’autorizzazione di una cooperazione rafforzata. Il ricorso del Regno Unito è stato pertanto respinto.

“TheCityUK”, con i suoi esperti nel settore finanziario, ha detto che, nonostante la sconfitta, il Regno Unito aveva fatto bene a porre l’accento sul problema in una fase iniziale, in quanto e’ stata fornita l’occasione per evidenziare le implicazioni sull’economia europea, cosi’ come la necessità di mantenere una parità di condizioni per tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

Mr. Chris Cummings, amministratore delegato di TheCityUK, ha commentato: “Il giudizio della Corte di giustizia dell’Unione Europea si concentra sulla procedura di cooperazione rafforzata. Ma ciò che è veramente in gioco, è il diritto degli Stati membri non partecipanti di promuovere la crescita economica nei rispettivi mercati. La valutazione della Commissione ha dimostrato che la Financial Transaction Tax  è un male per i risparmiatori e male per il business”.

“E’ esattamente il tipo intervento opposto rispetto a quello che sarebbe necessario al momento per far crescere l’economia europea e per dimostrare ai mercati internazionali che l’Europa è aperta al commercio e all’attivita’ d’impresa. Rischia di avere un effetto particolarmente negativo su Londra, intesa come centro finanziario dell’Europa”.

Mr. Simon Leach, socio della PwC e, come tale, esperto nel settore finanziario, ha detto che: “L’opportunità per il Regno Unito o per altri Stati membri dell’Unione Europea rimane quella di contestare la versione definitiva della direttiva una volta adottata. Salvo significativi cambiamenti strutturali alla tassa proposta, appaiono molto probabili nuove azioni giudiziarie”.

Per la prossima settimana e’ previsto un comunicato relativo alla situazione dei negoziati sulla Financial Transaction Tax. Mr Leach è convinto che “ci siano notevoli differenze di opinione tra gli 11 Stati membri sul campo di applicazione e sui dettagli della tassa da attuare”. Sarà necessario ulteriore lavoro prima di raggiungere un possibile accordo, e probabilmente un’applicazione graduale della tassa sarà l’unico modo di procedere.

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Portogallo – obiettivo di riduzione delle aliquote fiscali

Il Ministro portoghese dell’Economia António Pires de Lima ha detto che la priorità del Governo dovrebbe essere quella di abbassare le tasse sui dipendenti a partire dal 2015.

Durante il suo discorso in Loures sulla ripresa economica, Pires de Lima ha invitato il Governo ad allentare l’elevato carico fiscale introdotto negli ultimi anni, mentre il paese si prepara ad uscire dal suo programma internazionale di assistenza economica e finanziaria.

Il Governo negli ultimi giorni ha discusso i piani per aumentare il salario minimo nazionale e ridurre il carico fiscale sui lavoratori, ha detto. Nel frattempo, ha esortato le società portoghesi e gli imprenditori ad utilizzare il recente taglio della tassazione sulle società per aumentare gli investimenti e la produttività. Il Governo portoghese ha tagliato l’aliquota dell’imposta sulle società (IRC), dal 25 al 23 % nel bilancio del 2014. Al momento, Il Ministro delle Finanze Maria Luis Albuquerque si è impegnata per ridurre anche il carico fiscale sui lavoratori una volta che la situazione economica lo permetta, e possibilmente nel quadro di bilancio del 2015. La stessa ha detto: ” L’ambizione del Governo è chiaramente quella di ridurre il carico fiscale al più presto possibile.”

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L’Irlanda aumenta l’aliquota della Carbon tax

A partire dal 1° maggio, la carbon tax applicata in Irlanda sul combustibile solido aumentera’ per un importo pari a 20 Euro (28 dollari USA) per ogni tonnellata di biossido di carbonio emessa nell’atmosfera. Questa e’ la tariffa attualmente applicata per tutti gli altri combustibili fossili.

L’aumento di tale imposta ha scatenato la reazione di Age Action, la quale ha avvertito che tale rialzo creerà disagi aggiuntivi per le persone piu’ anziane. Tale modifica, secondo le stime di Age Action, aumentera’ di 1 Euro e 20 centesimi il costo di un sacco di carbone di 40kg e di 0,25 centesimi di Euro ogni balla di bricchette combustibili. Cio’ andra’ a pesare soprattutto su coloro che non hanno un impianto di riscaldamento centralizzato, ed utilizzano il combustibile solido per riscaldarsi.

Eamon Timmins, responsabile della difesa e dell’informazione presso un’organizzazione di beneficenza, ha detto: “Il Governo ha la responsabilità di proteggere gli anziani piu’ vulnerabili, e se interviene aumentando il costo del carburante attraverso l’imposizione di una carbon tax, dovrebbe come minimo assicurarsi di tutelare quelle persone che hanno difficolta’ nel risaldare le proprie abitazioni in condizioni di sicurezza”.

Eamon Timmins ha pertanto invitato il Governo ad attivarsi  immediatamente e ad utilizzare le entrate generate dall’imposta per finanziare l’indennita’ per il carburante invernale il prossimo  autunno.

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Regno Unito

“Sollevare il velo della riservatezza”

Col termine metaforico “corporate veil” si fa riferimento alla società come entità giuridica distinta e separata dai suoi soci, amministratori e dirigenti.

Il “velo della riservatezza” può produrre risultati insoddisfacenti in alcune circostanze così il diritto societario riconosce una serie di eccezioni al principio. Quando il principio viene disapplicato la società è in qualche misura identificata con i suoi soci o amministratori, interrompendo la distinzione tra loro. In questi casi si dice che il velo della riservatezza è “sollevato”, con l’effetto di:

  • Imporre una quota di responsabilità per i debiti della società ad un’altra persona, o
  • Attribuire le attività, le passività, gli utili e le perdite della società ai suoi azionisti.

Esempi di “velo della riservatezza sollevato”

  • Se l’attività di una società insolvente è stata esercitata con l’intento di frodare la legge (frode nell’esercizio del commercio), il giudice può dichiarare che gli amministratori o altri che erano parti consapevoli della frode siano responsabili per alcuni o tutti i debiti e le altre passività della società, secondo l’” Insolvency Act” del 1986. Nel capitolo 5 (Quadro normativo del consulente fiscale), vedremo che la frode nell’esercizio del commercio costituisce reato in ogni caso sia che comporti insolvibilità o meno.
  • Gli amministratori di una società insolvente possono essere personalmente responsabili se sono coinvolti in un commercio illecito, continuano l’attività nonostante siano consapevoli, o dovrebbero essere a conoscenza che la società non può far fronte ai propri debiti secondo la normativa dettata dalla” Insolvency Act” del 1986. Frode nell’esercizio del commercio e illecito sono entrambi considerati nel seguente capitolo 17 (Rinnovazione, insolvenza e cancellazione).
  • Un individuo soggetto ad un obbligo o restrizione, come un patto restrittivo in un contratto di lavoro, non può avvalersi della società al fine di eludere tale obbligo o restrizione, sulla base del fatto che la società è una persona giuridica separata e non è parte del contratto intercorso tra lui e il datore di lavoro.

Seguono ulteriori esempi di “velo della riservatezza sollevato”.

  • Per statuto, relativamente a:
  1. La responsabilità di una società pubblica priva di “trading certificate” (Companies Act 2006).
  2. Amministratori revocati coinvolti nella gestione di una società, durante la loro revoca (Revoca degli amministrazione di una società Act del 1986) – si veda il Capitolo 12 (Gestione delle imprese).
  3. Abuso di denominazioni societarie insolventi (Insolvency Act 1986).
  • Secondo il common law:
  1. Per tutelare l’interesse pubblico.
  2. Per evitare l’elusione di dazi o tasse.
  3. Quando la società è in effetti una partnership (“quasi – società”), e va considerata come tale, e viene cessata perché è venuta meno la collaborazione.
  4. In gruppi societari in cui:
  • La controllata agisce come rappresentante della holding,
  • Il gruppo è considerato come un’unica entità economica, e
  • La struttura societaria è simulata.

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Il Cancelliere austriaco insiste per la “Millionaire Tax”

Il Cancelliere austriaco e leader del partito Socialdemocratico, Mr. Werner Faymann, ha nuovamente proposto l’introduzione di una “millionaire’s tax” con il fine di accelerare il processo di riforma del sistema fiscale del Paese.

In un’intervista per il giornale austriaco Österreich, Werner Faymann si e’ detto speranzoso di convincere il suo partner di coalizione, il Partito popolare austriaco (ÖVP), sul fatto che l’introduzione di una tassa sui milionari servirebbe a finanziare una riforma complessiva della tassazione. Mr. Faymann ha poi spiegato che l’imposta dovrebbe consentire al Governo di attuare delle misure di riforma fiscale prima di quanto inizialmente previsto, ossia all’inizio del 2015 piuttosto che alla fine dello stesso anno.

Il Cancelliere Faymann ha sottolineato che il gruppo di lavoro del Governo si occupera’ dell’elaborazione di piani per semplificare e armonizzare il sistema fiscale del Paese entro la fine del 2014. Ha inoltre confermato che la riforma cercherà di abbassare il tasso dell’imposta sul reddito al 25%, e di eliminare la “stealth tax” (tassa invisibile) nel sistema di imposta sul reddito delle persone fisiche, modifica che andrebbe a beneficio soprattutto dei lavoratori a medio e  basso reddito.

Faymann ha da tempo sostenuto con forza l’idea di introdurre una “millionaire’s tax”. In vista delle elezioni di settembre dello scorso anno, Mr. Faymann aveva proposto di applicare una tassa compresa tra lo 0,5 e l’1% su tutti i patrimoni di valore superiore a 1 milione di Euro (pari a 1,39 milioni di dollari Usa). Gia’ a suo tempo, Faymann aveva spiegato come tale imposta andrebbe a gravare solamente sull’1% dei lavoratori austriaci che percepiscono i redditi piu’ alti, e consentirebbe di incrementare le entrate del Paese per un importo tra 1.5 e 2 miliardi di Euro. L’opinione comune, tuttavia, ritiene che molto probabilmente il Partito popolare austriaco si opporra’ alla proposta. […]

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Tribunale della Gran Bretagna contro le regole sul regime dei prestiti nei gruppi di società

HM Revenue and Customs (HRMRC) ha affermato che è pronta a ricevere una somma extra di GBP 36m (USD64.5m) dopo che l’Alta Commissione Tributaria ha confermato una precedente sentenza in cui aveva ritenuto che i prestiti interni realizzati all’interno di un gruppo di società non costituivano un “rapporto di prestito”.

L’accordo ha visto una società fornire un prestito ad una società controllata, e quindi trasferire il diritto di ricevere gli interessi ad un’altra controllata in cambio di azioni privilegiate emesse da quest’ultima. HMRC afferma che l’obiettivo per una società del gruppo era quello di ricevere uno sgravio fiscale sugli interessi versati ad un’altra società del gruppo, senza che altre imposte sul reddito venissero pagate dalla società.

Il regime è stato promosso da una delle “quattro grandi” società di contabilità. Nella sua precedente sentenza, il primo Tribunale, d’accordo con HMRC, riteneva che il sistema non ha funzionato, e che non era conforme ai principi contabili generalmente accettati. Il Tribunale Superiore ha condiviso questo punto di vista. Tuttavia, il Tribunale Superiore ha respinto l’obiezione avanzata da HMRC che aveva ritenuto l’accordo abusivo.

Il Tribunale Superiore ha avvertito che gli utenti utilizzatori di tale schema ora possono essere soggetti a doppia imposizione sulle plusvalenze come conseguenza di prendere parte al progetto. Il Giudice ha osservato: “Ho il sospetto che se c’è una sorta di doppia imposizione, allora nasce dal fatto che la scelta della forma di pianificazione ha coinvolto un regime in cui non vi era alcuna perdita consentita nella prima fase.”

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