Il presidente svizzero Didier Burkhalter ha chiesto un approccio costruttivo, coerente ed equilibrato per la risoluzione di una serie di questioni fiscali in corso con l’Italia.
Burkhalter ha formulato le osservazioni durante un incontro con Matteo Renzi, il primo ministro italiano, dopo aver discusso la presidenza in Italia dell’Unione europea.
Passando a questioni bilaterali, hanno deciso di tenere discussioni tecniche per negoziare un pacchetto di tre punti di misure su casi fiscali in corso, per lo scambio di informazioni e liste nere, e sulla questione della tassazione frontaliera. Nel mese di maggio, il ministro delle finanze svizzero Eveline Widmer-Schlumph ha annunciato che i negoziati sono in corso per migliorare l’accordo fiscale transfrontaliero delle nazioni. Secondo i termini attuali del Trattato del 1974, i redditi dei lavoratori italiani transfrontalieri occupati in Svizzera sono esenti da tassazione in Italia, ma la Svizzera è tenuta a trasferire all’Italia il 38,8 % delle entrate fiscali raccolte da questi lavoratori.
La Svizzera vuole aumentare le tasse sui lavoratori transfrontalieri italiani in quanto le aliquote più basse della Svizzera stanno attirando un numero significativo di lavoratori dall’Italia. Coloro che vivono non più di 20 chilometri dal confine con la Svizzera sarebbero soggetti all’imposta italiana. I negoziati sono stati avviati dopo che il Canton Ticino ha chiesto che venga abolito l’accordo, affermando che si stanno abbassando i salari dei lavoratori svizzeri. Widmer-Sclumph ha rifiutato l’abrogazione dell’accordo a favore della sua rinegoziazione.
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