Il Consiglio federale nella sua seduta di mercoledì 13 novembre 2013 ha discusso del seguito da dare alle rivelazioni basate sui documenti di E. Snowden in merito alle possibili attività informative sul suolo svizzero. Ha preso atto degli accertamenti effettuati finora dai servizi competenti della Confederazione e ha proceduto a un esame delle misure ipotizzabili. Il Consiglio federale ha dato mandato ai dipartimenti interessati di approfondire questi accertamenti e lo studio delle misure prima di decidere definitivamente in merito.
Nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha preso atto degli accertamenti effettuati dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) e dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Fin dalle prime rivelazioni dei media, che si basavano sui documenti di Snowden, i servizi informazioni della Confederazione e i servizi diplomatici del DFAE hanno contatto i loro omologhi americani per richiedere chiarimenti. Nel giugno 2013, gli Stati Uniti hanno risposto per via diplomatica che rispettavano le leggi svizzere.
Il Consiglio federale ritiene che la Svizzera non sia preservata dalle attività informative condotte da Paesi stranieri sul suo territorio. Condanna in modo fermo ogni attività di questo tipo che violi le leggi svizzere, chiunque ne sia l’autore. Come Paese ospite di numerose istituzioni internazionali, la Svizzera esorta i Paesi che potrebbero svolgere attività informative illegali in questo ambito a rispettare la confidenzialità dei lavori di queste organizzazioni.
Le attività informative, necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini, devono essere strettamente controllate dalle istanze giudiziarie e autorità competenti e rispettare nel miglior modo possibile la sfera privata.
Il Consiglio federale ha anche proceduto a un esame delle possibili misure tecniche di protezione e delle iniziative politiche in corso. La Svizzera è attiva sul piano multilaterale e con la Germania, l’Austria e il Liechtenstein ha depositato presso il Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) un’iniziativa per la protezione della sfera privata nell’era di Internet. La Svizzera sostiene inoltre una risoluzione dell’ONU proposta dal Brasile e dalla Germania e in questo ambito si impegna affinché il diritto alla protezione della sfera privata sia trattato con un approccio basato sui diritti dell’uomo.
Il Consiglio federale continuerà a occuparsi della questione. La sua delegazione «Sicurezza» si è già riunita varie volte per trattare questo tema. Il Consiglio federale ha dato oggi un nuovo mandato ai dipartimenti interessati (DDPS, DFGP, DFAE, DFF) di approfondire gli accertamenti effettuati al fine di adottare misure definitive.
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