Regno Unito: proposte di semplificazione in ambito VAT

L’IVA è la terza fonte di entrate fiscali dell’HMRC, subito dopo le imposte sul reddito ed i contributi previdenziali.

Solo nell’anno fiscale 2016-2017 sono stati raccolti £ 120bn di IVA, pari al 22,5% della totalità delle entrate fiscali.

A differenza delle imposte sul reddito, il sistema dell’IVA è in gran parte disciplinato dalle norme dell’Unione europea. Per il Regno Unito la Brexit potrebbe presentare un’opportunità per chiarire e semplificare aree normative dell’IVA.

Al momento non è chiaro come si svolgerà la Brexit, quindi questa revisione non abbraccia aspetti del sistema IVA che faranno parte dei negoziati, come per esempio i servizi finanziari o il commercio transfrontaliero.

La questione dominante emersa da questa revisione è il livello di fatturato al di sopra del quale è obbligatoria la richiesta di iscrizione IVA, nota come soglia IVA.

Il Regno Unito ha la più alta soglia IVA nell’UE (£ 85.000), dove la media è di £ 20.000 e la più alta soglia in generale nell’OCSE.

Da un’attenta analisi emerge che tale soglia rappresenta un disincentivo alla crescita economica.

Le imprese, le cui vendite sono principalmente indirizzate a consumatori finali, che possiedono un fatturato inferiore alla soglia delle 85.000 sterline hanno non solo un vantaggio amministrativo ma anche un vantaggio economico significativo rispetto ai concorrenti registrati IVA.

La presente relazione considera una vasta gamma di opzioni di riforma, che partono dall’analisi degli effetti che un eventuale innalzamento o abbassamento della soglia provocherebbe.

Ad esempio, l’abbassamento della soglia porterebbe sicuramente un maggior numero di imprese nel sistema dell’IVA e un incremento delle entrate, ma allo stesso tempo, aumenterebbero i costi amministrativi per un gran numero di aziende e comporterebbe costi aggiuntivi per HMRC nella gestione e controllo delle imprese registrate.

L’innalzamento della soglia semplificherebbe gli obblighi fiscali per le imprese che hanno scelto di de-registrarsi riducendo gli oneri amministrativi per tali società, ma comporterebbe minori entrate fiscali.

Un innalzamento della soglia IVA avrebbe, inoltre, potenziali conseguenze sul piano morale: la presenza di molte imprese non registrate per l’IVA potrebbe incoraggiare ad operare nell’economia sommersa (dichiarare un minor fatturato) ed omettere il pagamento di altre imposte.

Una seconda opzione sarebbe quella di sviluppare azioni volte a diminuire i costi finanziari ed amministrativi legati alla registrazione IVA come ad esempio scegliere un periodo IVA più lungo (fino ad un anno) per la prima dichiarazione IVA delle imprese, con la possibilità di pagare l’IVA a debito in più rate.

Tali meccanismi, tuttavia, sono attualmente incompatibili con la normativa Europea.

Questo report si basa sul lavoro svolto dall’OTS (Office of Tax Simplification) da ottobre 2016 ad agosto 2017 ed include suggerimenti e valutazioni emersi dai numerosi incontri avuti con imprenditori, commercialisti e consulenti.

 

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