L’amministratore di una società deve essere consapevole delle responsabilità e dei doveri che ha nei confronti della sua società. È comune che gli amministratori siano completamente disinformati della piena estensione dei loro doveri, a volte credendo di poter fare essenzialmente ciò che vogliono -in particolare se essi sono anche unici azionisti, come spesso accade nelle piccole e medie imprese.
I doveri degli amministratori sono il risultato diretto di un dovere generale di “buona fede” verso la società. Il Companies Act 2006 ha codificato tali doveri ed ora sono sanciti dalla Legislazione.
I doveri degli amministratori vengono elaborati al fine di proteggere sia la società che i suoi creditori, assicurando che i dirigenti siano responsabili delle loro azioni nella gestione degli affari societari. Tali responsabilità vanno dal trattare con competenza e attenzione tutti gli affari della società, al promuovere il successo della società e ad evitare conflitti di interesse, tra le altre cose.
In qualità di amministratore, è fondamentale conoscere e rispettare i propri doveri, se non si vuole rischiare di dover affrontare gravi conseguenze, tra cui la perdita della casa, della famiglia, degli amici, della carriera e anche della reputazione.
Il mancato rispetto delle sue mansioni nei rapporti societari è perseguibile dal liquidatore o dall’amministratore della società. Una violazione di tali obblighi non è limitata, ad esempio, alla semplice vendita di un bene in caso di sottovalutazione o alla preferenza rispetto ad altri creditori aziendali; quelle violazioni e rivendicazioni riguarderanno direttamente il fatto di essere un amministratore della società.
Per esempio:
Dave è l’amministratore di Widgets Are Us Limited. La società sta fallendo, rischia di crollare ed entrare in una liquidazione insolvente, forse a causa della stessa istigazione di Dave o forse su istigazione di un creditore aggressivo attraverso una petizione di liquidazione. Questo è uno scenario comune che di solito segue diverse e prevedibili fasi principali:
- Nel tentativo di risolvere il problema, Dave trasferisce il portafoglio ordini esistente della società in fallimento in una nuova società priva di debiti. Successivamente, la vecchia società entra in liquidazione e la nuova società inizia la propria vita, attiva e funzionante, con un portafoglio ordini completo.
- Successivamente, il liquidatore dell’azienda rivede la posizione finanziaria della vecchia società e rileva immediatamente che il lavoro è stato dirottato verso la nuova società.
- Il liquidatore contatta Dave, gli dice che la diversione del lavoro costituisce una violazione dei suoi doveri verso la vecchia società e richiede un assegno per il valore del lavoro deviato, o peggio, chiede a Dave di pagargli un conto dei profitti.
- Ora, non solo Dave deve firmare un grosso assegno per aver violato i suoi doveri, ma potrebbe anche correre il rischio di essere considerato non idoneo ad essere un amministratore che potrebbe comportare l’avvio di procedimenti di squalifica da parte del direttore nei suoi confronti, danneggiando così in modo irreparabile la sua carriera.
In poche parole, è saggio che tutti gli amministratori (incluso Dave) conoscano e comprendano i doveri a cui sono tenuti nei confronti della loro società. Se tale società sta attraversando difficoltà finanziarie, il primo punto di riferimento dovrebbe sempre essere la richiesta di una consulenza legale, competente e commerciale in materia di insolvenza.
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