Il Ministro delle Finanze dell’Olanda e Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha recentemente dichiarato che l’Olanda intende opporsi alla decisione di 11 paesi membri dell’Unione Europea che intendono implementare una tassa sulle transazioni finanziarie. Come Ministro delle Finanze dell’Olanda, Dijsselbloem ha argomentato che questa tassa avrebbe serie ripercussioni sulla fondi pensione del paese, il che non sarebbe “appropriato”. Il Ministro ha dichiarato che l’Olanda ritiene inoltre che le entrate generate da questa tassa dovrebbero entrare nelle casse dei governi nazionali e non direttamente a quelle di Brussels.
Pur sottolineando che l’Olanda e’ disponibile per discutere la questione, Dijsselbloem ha tuttavia reso chiaro che il Governo olandese intende porre “condizioni severe”.
L’Olanda si e’ opposta all’idea di una tassa sulle transazioni finanziarie fin dal suo concepimento. Tuttavia, questa e’ la prima volta che il paese ha dichiarato apertamente la sua intenzione di boicottare i piani degli altri stati membri dell’UE di andare andare avanti con l’implementazione dell’imposta.
Francia, Germania, Austria, Belgio, Estonia, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna intendono implementare la tassa nell’ambito della cooperazione rafforzata.
Secondo i piani correnti, una tassa ad aliquota dello 0.1% potrebbero essere imposta sul trading di azioni e titoli, mentre un’aliquota dello 0.01% sarebbe imposta sul trading di derivati. Stando alla Commissione Europea, questa tassa genererebbe entrate tra 30 e 35 miliardi di euro ogni anno.
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