La Corte Suprema di Londra dà torto a Theresa May: “Il voto finale spetta al Parlamento”

La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che sarà il Parlamento a dover approvare il piano del Governo diretto ad attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che prevede l’uscita dall’Unione Europea.

Il Primo Ministro Inglese, dunque, non può avviare, senza l’approvazione del Parlamento, il processo di separazione dall’UE della durata di due anni, su cui inizieranno i negoziati con l’Unione Europea.

Diversi funzionari europei e analisti sono convinti che l’effetto più immediato della sentenza sarà quello di ritardare i programmi del governo britannico sui negoziati e quindi, in pratica, quello di far saltare l’invocazione dell’articolo 50 entro marzo 2017. Non c’è praticamente alcuna possibilità di fermare la Brexit, ma c’è una possibilità molto concreta che durante il processo legislativo vengano imposti alcuni vincoli ai negoziati.

La parola quindi passa ora al Parlamento che dovrá confermare , o meno, quanto la maggioranza del popolo britannico decise nel fatidico referendum del 23 giugno: lasciare l’Unione Europea.

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