Il panorama fiscale irlandese subirà probabilmente una significativa modifica a partire dal 1° gennaio 2024. E’ stata infatti gia’ annunciata l’introduzione della nuova imposta minima globale proposta dall’OCSE; l’obiettivo e’ quello di passare a un’aliquota minima del 15% per le multinazionali che superano una certa dimensione (750 milioni di euro di ricavi annuali). L’UE ha finalmente raggiunto un accordo sull’attuazione della tassa minima dell’OCSE, dopo alcune resistenze da parte di Ungheria e Polonia. Poiché l’aliquota fiscale standard per i redditi commerciali in Irlanda è attualmente del 12,5%, questo cambiamento avrà un impatto sulla maggior parte delle grandi multinazionali che operano in Irlanda e probabilmente richiederà a molte di esse di pagare un’imposta aggiuntiva per garantire che la loro aliquota fiscale effettiva in Irlanda sia almeno del 15%.
Una nota positiva è che l’aliquota del 12,5% rimarrà in vigore per i gruppi con ricavi inferiori a 750 milioni di euro. Secondo le stime del Dipartimento delle Finanze, il nuovo regime si applichera’ a 56 multinazionali nazionali e 1.500 straniere con sede in Irlanda.
Poiché tutti i Paesi dell’UE dovranno adottare la nuova aliquota minima del 15%, il regime dovrebbe uniformare le condizioni di concorrenza nell’offerta di incentivi fiscali per gli investitori multinazionali che intendono stabilirsi nell’UE. Tuttavia, poiché la maggior parte delle altre giurisdizioni dell’UE che competono per gli investimenti interni hanno un’aliquota più alta del 12,5%, l’Irlanda dovrebbe continuare a essere un luogo attraente per le multinazionali. Alcuni incentivi fiscali dovrebbero essere ancora interessanti dopo l’introduzione dell’aliquota fiscale minima del 15%, tra cui spiccano i crediti d’imposta rimborsabili.
L’Irlanda ha dimostrato la volontà di reagire rapidamente a questi cambiamenti fiscali internazionali. Un esempio è il credito d’imposta per ricerca e sviluppo (R&S), in vigore da quasi due decenni. Il nuovo regime fiscale minimo e le modifiche apportate alle norme statunitensi in materia di credito d’imposta estero nel 2022 avrebbero reso il credito di R&S disponibile in Irlanda poco interessante se non fossero state apportate modifiche per garantire che fosse trattato come un credito rimborsabile. Il governo irlandese si è mosso in modo proattivo riguardo alla legge finanziaria dello scorso anno per garantire che il credito rimanga un’importante attrazione per le aziende più innovative che cercano di creare posizioni di alto valore in Irlanda. Mentre il regime esistente prevedeva un elemento di rimborsabilità, con la nuova modifica i crediti sono ora immediatamente rimborsabili (anche se per un periodo di tre anni).
Sarebbero inoltre accolte positivamente ulteriori modifiche che migliorerebbero la complessità e l’onere amministrativo di conformità per i contribuenti che richiedono il credito d’imposta per la R&S. Se da un lato è importante che lo sgravio sia controllato e amministrato in modo efficace e appropriato dalle autorità fiscali irlandesi, dall’altro si ha sempre più l’impressione che il modo in cui lo sgravio viene amministrato sia in contrasto con la visione dei politici che cercano di attrarre investimenti in Irlanda. La semplicità, la certezza e la facilità di gestione di uno sgravio sono spesso importanti quanto il suo beneficio netto.
L’UE ha continuato a dimostrare il suo desiderio di introdurre nuove misure fiscali che avrebbero un impatto sull’imposta sulle società, in particolare nell’area della divulgazione e della trasparenza. Dopo l’accordo sulla nuova aliquota minima d’imposta, sono in corso anche continui sforzi per introdurre l’uniformità nelle modalità di calcolo delle basi imponibili in tutta l’UE. La Commissione ha fallito in questo esercizio diversi anni fa, quando ha cercato di introdurre una base imponibile consolidata comune per le società (CCCTB) e ha replicato i suoi sforzi sotto la veste del nuovo acronimo BEFIT (Business in Europe:Framework for International Taxation).