Irlanda: approvata imposta sulle bevande zuccherate

La Commissione Europea ha approvato, in conformità alle norme europee sugli aiuti di Stato, la proposta dell’Irlanda di introdurre un’imposta sulle bevande zuccherate a base di acqua e succhi di frutta.

Nel febbraio 2018, l’Irlanda ha notificato formalmente alla Commissione i piani del Paese di introdurre tale imposta. Quest’ultima si applica alle bevande analcoliche, cioè alle bevande a base d’acqua e succhi di frutta contenenti zuccheri aggiunti, ossia con un contenuto di zucchero superiore o pari a 5 grammi con l’intento di combattere l’obesità.

L’approvazione di tale proposta è avvenuta il 24 aprile 2018. La Commissione Europea ritiene che la tassa applicata dall’Irlanda alle bevande zuccherate è conforme alle norme dell’Unione Europee sugli aiuti di Stato, perché il campo di applicazione della misura e le finalità perseguite sono coerenti con gli obiettivi di salute pubblica, in particolare la lotta all’obesità e altre patologie legate allo zucchero.

Nell’annunciare la sua decisione, la Commissione ha ribadito che spetta ad uno Stato Membro decidere in merito all’obiettivo di determinate imposte e tasse. Tuttavia, al fine di rispettare le norme europee in materia di aiuti di stato, gli Stati Membri devono prevedere le imposte in modo non discriminatorio.

La Commissione ha dichiarato nel suo comunicato stampa:

“Nella sua valutazione, la Commissione ha riscontrato che le bevande analcoliche possono essere trattate in modo diverso rispetto ad altri prodotti zuccherini in vista di obiettivi sanitari. Ad esempio, la Commissione ha tenuto conto del fatto che le bevande analcoliche sono la fonte principale di calorie prive di valore nutritivo e provocano particolari problemi di salute. Inoltre, queste ultime comportano un rischio più elevato di obesità rispetto ad altre bevande zuccherate ed alimenti solidi”.

Sulla base di tali presupposti, la Commissione ha concluso che l’introduzione dell’imposta irlandese sulle bevande zuccherate è coerente con gli obiettivi di salute perseguiti e non provoca indebite distorsioni della concorrenza “.

È degno di nota il fatto che la Commissione abbia usato la parola “principale” anziché “unica” fonte di calorie prive di qualsiasi valore nutritivo, per cui vale la pena studiare la decisione della Commissione al momento della pubblicazione definitiva.

L’imposta sarebbe dovuta entrare in vigore il 7 aprile 2018, tuttavia è stata rinviata in attesa dell’approvazione della Commissione Europea perché gli Stati membri non possono attuare una misura che equivarrebbe ad un aiuto di Stato senza la previa approvazione della Commissione Europea.

 

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