Il Governo Britannico ha pubblicato tre documenti di consultazione per contrastare “l’economia sommersa” prevedendo nuovi poteri di raccolta dei dati, restrizioni in materia di accesso ai servizi delle imprese e sanzioni.
L’HM Revenue and Customs (HMRC) definisce l’Economia Sommersa un fenomeno che si ha quando i contribuenti non dichiarano le proprie attività economiche ai fini fiscali o non dichiarano la propria fonte di reddito.” Secondo quanto riporta l’agenzia tributaria dello Stato, la perdita del gettito fiscale causata dall’economia sommersa è pari a 6.2miliardi di Sterline.
La prima consultazione ha l’intento di estendere i poteri di raccolta dei dati dell’HMRC includendo anche le informazioni dei contribuenti che si avvalgono dei servizi “money services businesses” (MSB). Secondo tale documento di consultazione, “Tutto ciò consentirebbe all’ HMRC di controllare meglio l’esattezza delle dichiarazioni che i contribuenti fanno ai fini fiscali e di identificare i contribuenti non regolari che sfruttano i servizi di MSB per nascondere il loro reddito e operare nell’ambito dell’economia sommersa”.
La seconda consultazione ha per oggetto la condizionalità, vale a dire che l’accesso ad alcuni servizi business o licenze è consentito solo se le imprese sono registrate regolarmente ai fini fiscali. La consultazione non propone specifiche misure, ma intende raccogliere pareri su come questo principio possa essere applicato al meglio, ossia come strumento per garantire il rispetto degli obblighi fiscali. “L’obiettivo è quello di garantire la conformità agli adempimenti fiscali nell’ambito del business, rendendo la registrazione l’opzione più semplice”.
La consultazione finale esamina la possibilità di introdurre nuove pene e sanzioni nei confronti di coloro che operano nell’ambito dell’economia sommersa. Essa contiene proposte per modificare/migliorare la procedura della “mancata notifica” delle sanzioni in modo da non incorrere nei medesimi fallimenti che hanno portato all’ economia sommersa e al fine di garantire che le sanzioni siano proporzionate.
Il Governo intende inoltre verificare se eventuali deterrenti non finanziari possano svolgere un ruolo più incisivo nella lotta contro l’economia sommersa. Ciò potrebbe comportare l’aumento del monitoraggio delle persone e delle imprese che esercitano attività nell’ambito dell’economia sommersa.
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