Il Consiglio degli Stati della Confederazione Elvetica ha respinto quasi all’unanimita’ l’accordo sulla tassa di successione (Inheritance Tax) riveduto con la Francia, chiedendo la rinegoziazione del testo di tale accordo.
Il Senato ha bloccato l’accordo con 35 voti favorevoli e soli 4 contrari, ed i legislatori hanno dichiarato di non poter ignorare la forte opposizione proveniente dai cantoni di lingua francese, che vedono il trattato come un atto di resa. I legislatori hanno anche detto che Francia e Svizzera devono impegnarsi in un nuovo dialogo per trovare una soluzione per uscire dall’impasse, richiedendo delle concessioni alla Francia.
Il Ministro delle Finanze svizzero Eveline Widmer-Schlumpf ha chiarito che l’accordo è stato negoziato su richiesta della Svizzera, dopo che nel 2011 Parigi aveva annunciato la sua intenzione di rescindere dall’accordo originario del 1953, in quanto non piu’ corrispondente all’orientamento politico del Paese in materia di convenzioni. Eveline Widmer-Schlumpf ha quindi precisato che l’accordo non è stato rivisto a causa delle pressioni della Francia.
Il Ministro delle Finanze ha anche avvertito che l’alternativa all’accordo riveduto non è un’altra convenzione, ma semplicemente l’opzione di rinunciare del tutto ad un trattato, siccome la Francia ha categoricamente rifiutato nuovi negoziati. Il ministro ha anche osservato come la mancanza di un trattato rischia di sottoporre i 180.000 cittadini svizzeri domiciliati in Francia ad una doppia imposizione. Oltretutto la Francia intende probabilmente bloccare quelle discussioni volte a risolvere le controversie ancora insolute in materia fiscale, comprese quelle relative alla tassazione dei pendolari transfrontalieri e alle disposizioni sull’imposizione forfettaria, ha aggiunto Eveline Widmer-Schlumpf.
L’accordo riveduto sulla tassa di successione consente alla Francia, a determinate condizioni, di tassare gli eredi ed i beneficiari dei cittadini svizzeri residenti in Francia. Il testo dell’accordo consente inoltre a Parigi di tassare quei beni (compresi mobili, dipinti, e, di recente, lingotti d’oro e gioielli) situati in Francia ed appartenenti ad una persona deceduta in Svizzera.
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