Il Gruppo fiscale del Giappone cerca di compensare i tagli all’imposta sulle imprese

La Commissione Tributaria del Governo ha elaborato delle proposte per indicare al Giappone il modo migliore per fare fronte al calo dei ricavi che si verifichera’ se l’aliquota dell’imposta sulle società del Paese, attualmente al 36%, dovesse essere ridotta a partire dall’anno prossimo.

I tagli graduali all’imposta sulle societa’, al di sotto del 30%, costituiscono una parte importante del progetto politico del Governo per il 2015, che si concentra sulle strategie di crescita promesse del Primo Ministro Shinzo Abe. Si prevede che un tasso di imposta sulle società piu’ competitivo a livello internazionale andrebbe a favorire immediatamente gli investimenti da parte di entrambe le società nazionali ed estere, e quindi stimolare la crescita dell’economia.

Tuttavia, è stato anche concordato che i tagli possono venire introdotti solo se vengono reperiti finanziamenti stabili per bilanciare il conseguente calo di incassi fiscali, in modo da non peggiorare il deficit fiscale del Giappone e la situazione del debito pubblico. Il Governo intende ancora tornare ad un saldo di bilancio primario (spese di servizio del debito escluse) nel 2020.

Al fine di assicurare entrate alternative, il gruppo fiscale ha deciso, in particolare, di ampliare la base imponibile reintroducendo le agevolazioni fiscali esistenti.

In primo luogo, il gruppo ha cercato di revisionare l’attuale sistema fiscale in modo da ottenere maggiori entrate dalle piccole e medie imprese (small- and medium-sized enterprises – SMEs) che attualmente pagano le imposte a tariffa ridotta o sono esenti da imposta. Ad esempio, le piccole e medie imprese con un capitale sociale non superiore 100 milioni di Yen (pari a 987.000 dollari Usa) versano attualmente un’aliquota fiscale nazionale effettiva pari al solo 16,5% sui loro redditi imponibili fino a 8 milioni di Yen, ed inoltre non sono soggette alla restrizione dell’80% sulla compensazione dei redditi imponibili con perdite operative nette.

Dato che attualmente solo circa il 30% delle aziende giapponesi pagano l’imposta sulle società, a causa di perdite precedenti, uno dei modi in cui si e’ pensato di poter raccogliere entrate da entrambe le piccole e le grandi imprese consiste nel modificare il sistema fiscale delle imprese del Giappone, almeno in parte, passando da un sistema basato sugli utili ad un sistema basato sulle dimensioni, possibilmente basato su numero dei dipendenti, utilizzo del capitale o portata delle operazioni svolte dalla societa’.

Infine, il gruppo ha chiesto l’imposizione di una tassa sui consumi, a partire dal prossimo anno, per quelle imprese estere che svolgono attivita’ di vendita online di e-book e musica a clienti giapponesi, nello stesso modo in cui ora vengono tassate le transazioni online nazionali. Le imprese straniere con un fatturato pari a 10 miloni di Yen o meno sarebbero esentate dall’imposta, come e’ previsto per le imprese giapponesi.

Il Governo si impegnera’ ora a studiare le proposte del Gruppo di esperti e si prevede annuncera’ i dettagli della riforma fiscale entro la fine di quest’anno.

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