I deputati francesi hanno recentemente suggerito che imporre una tassa forfettaria del 10% su tutti i beni rimpatriati ai sensi del sistema volontario di regolarizzazione fiscale andrebbe a generare nuove entrate per un ammontare pari a 10 miliardi di Euro (pari a 13.7 miliardi di dollari USA), il 50% delle quali potrebbe venire destinato alle piccole imprese (SMEs – Small and Medium Enterprise) per creare nuovi posti di lavoro.
Un gruppo di legislatori ha presentato una proposta legislativa con l’obiettivo di introdurre un nuovo articolo nel general tax code del Paese (CGI), con il fine di semplificare la procedura di comunicazione esistente ed incrementare il numero di rimpatri. L’articolo 1755 bis andrebbe ad imporre tasse, interessi, sanzioni e multe sulla somma media annua non dichiarata ad un tasso forfettario del 10%, aumentato al 15% per i beni ereditati e ricevuti in donazione, a condizione che almeno la metà dell’importo venga investito nel capitale di un’azienda di medie o piccole dimensioni con meno di 250 dipendenti. Le azioni dovrebbero essere detenute per un periodo minimo di otto anni.
Il regime di legalizzazione fiscale della Francia è attualmente disciplinato da una circolare del 21 giugno 2013. Il gruppo di legislatori ha affermato che, mentre le disposizioni sono indulgenti per i cosiddetti truffatori “passivi”, tra cui possono venire ricompresi, ad esempio, eredi con beni non dichiarati situati all’estero, in tutti gli altri casi le sanzioni sono piu’ severe. Una procedura piu’ semplice, capace di offrire maggiore certezza giuridica, incoraggerebbe più contribuenti a regolarizzare la loro situazione fiscale con le autorita’, andrebbe ad aumentare la riscossione delle entrate e contribuirebbe a sostenere le imprese.
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