Guida Acas sul COVID-19 per datori di lavoro e lavoratori

Nel caso in cui il coronavirus si diffonda maggiormente nel Regno Unito, i datori di lavoro dovrebbero considerare l’adozione di alcuni accorgimenti per proteggere la salute e la sicurezza del proprio staff.

É buona regola per i datori di lavoro di:

  • Tenere informati i propri dipendenti sulle azioni e le precauzioni adottate per ridurre i rischi di esposizione sul posto di lavoro;
  • Assicurarsi che i contatti personali e di emergenza di ogni dipendente siano aggiornati;
  • Assicurarsi che i managers siano in grado di riconoscere i sintomi del coronavirus e abbiano chiari i vari procedimenti da adottare nel caso qualcuno sviluppi il virus;
  • Assicurarsi della presenza di posti puliti ed igienizzati dove lavarsi le mani con acqua calda e sapone ed incoraggiare i dipendenti a lavarsi le mani frequentemente;
  • Procurare detergente disinfettante e fazzoletti per lo staff;
  • Considerare il caso di fornire delle maschere a persone particolarmente vulnerabili;
  • Considerare se i viaggi in aree interessate siano essenziali.

Sick pay

Le normali regole sul congedo per malattia e le indennitá di malattia continueranno ad applicarsi se qualcuno contrae il coronavirus.

I dipendenti che non sono in grado di andare a lavoro devono darne notizia ai datori di lavoro il prima possibile.

Retribuzione se un dipendente deve mettersi in auto-isolamento

Il governo ha affermato che se la NHS 111 o un dottore consigliano ad un dipendente di autoisolarsi, quest’ultimo dovrebbe ricevere la Statutory Sick Pay (SSP) a lui dovuta. Se il datore di lavoro offre una sick pay contrattuale, allora questa dovrebbe essere riconosciuta al lavoratore.

Il datore di lavoro deve cercare di essere flessibile laddove, per prassi, richieda una prova della malattia del lavoratore. Ad esempio, qualcuno potrebbe non essere in grado di fornire la fit note se é rimasto in autoisolamento per 14 giorni.

Se il lavoratore non é malato ma il datore di lavoro gli richiede di non andare a lavoro

Se un lavoratore non é malato ma il suo datore di lavoro gli chiede di non recarsi sul posto di lavoro, il lavoratore dovrebbe ricevere il suo normale stipendio. Ad esempio, se qualcuno é di ritorno dalla Cina o altre aree a rischio ed il datore di lavoro gli chiede di non andare a lavoro in via precauzionale.

Se un lavoratore richiede un congedo per occuparsi di un’altra persona

I dipendenti hanno diritto a congedi dal lavoro per prendersi cura di qualcuno a loro carico nel caso di un evento inaspettato o in caso di emergenza. Questa circostanza si applica al caso del coronavirus. Ad esempio:

  • Se hanno dei figli di cui devono prendersi cura;
  • Per aiutare i figli o altre persone a loro carico se malate, se devono andare in isolamento o andare all’ospedale.

Non esiste alcuna previsione normativa che impone la corresponsione di uno stipendio durante questi periodi.

La durata del congedo richiesto dal lavoratore deve essere ragionevole e proporzionata alla situazione concreta. Ad esempio, potrebbe richiedere due giorni e, qualora si renda necessario, richiedere delle vacanze.

Se il lavoratore non vuole recarsi a lavoro

Alcune persone potrebbero non voler andare a lavoro per il timore di contrarre il coronavirus.

Il datore di lavoro dovrebbe valutare ed ascoltare le preoccupazioni dello staff. Se le preoccupazioni sono fondate, il datore di lavoro deve cercare di risolverle per proteggere la salute e la sicurezza del proprio staff. Ad esempio, laddove possibile, il datore di lavoro potrebbe offrire maggiore flessibilitá lavorativa.

Se un lavoratore continua a rifiutarsi di andare a lavoro, puó trovare un accordo con il proprio datore di lavoro per prendersi delle vacanze oppure un congedo non retribuito.

Se un lavoratore continua a rifiutarsi di andare a lavorare, il suo atteggiamento potrebbe tradursi in un’azione disciplinare.

Se qualcuno si sente male a lavoro

Se qualcuno inizia a presentare dei sintomi a lavoro ed é recentemente ritornato da zone a rischio per il coronavirus, dovrebbe:

  • Stare almeno a 2 metri di distanze dalle altre persone;
  • Andare in una stanza o area protetta da una porta;
  • Cercare di toccare meno cose possibili;
  • Tossire o starnutire in un fazzoletto e buttarlo in un cestino o, in mancanza di fazzoletti, all’interno del gomito;
  • Utilizzare un bagno diverso, ove possibile.

La persona interessata deve utilizzare il proprio telefono per telefonare a:

  • 111, per consulenza con NHS
  • 999, se si tratta di una situazione grave o é in pericolo di vita.

Se qualcuno con il coronavirus si reca a lavoro

Se qualcuno che ha contratto il coronavirus si presenta sul luogo di lavoro, il datore di lavoro non deve necessariamente chiudere la propria attivitá.

Il team della Public Health England (PHE) si metterá in contatto con il datore di lavoro per:

  • Discutere il caso;
  • Identificare le persone che sono entrate in contatto con la persona colpita;
  • Effettuare una valutazione dei rischi;
  • Dare consigli sulle azioni o precauzioni da adottare.

Se il datore di lavoro deve chiudere il posto di lavoro

Ad oggi, risulta molto improbabile che un datore di lavoro abbia bisogno di chiudere la propria attivitá. É consigliabile, tuttavia, prendere delle precauzioni nel caso si renda necessario. Ad esempio, assicurarsi che lo staff possa comunicare con il proprio datore di lavoro e con le altre persone con cui lavorano.

Quando il lavoro puó essere svolto da casa, il datore di lavoro puó:

  • Chiedere allo staff in possesso di un laptop o di telefoni di lavoro di portarli a casa in modo da poter lavorare in remoto;
  • Assegnare compiti vari che possono essere svolti a casa per coloro che non lavorare con un computer.

In alcune situazioni, il datore di lavoro potrebbe dover chiudere la propria attivitá per un breve periodo di tempo. In tal caso deve continuare a pagare i propri dipendenti.

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