Il Consiglio dell’Unione Europea (UE), l’8 luglio 2014, ha adottato formalmente una modifica alle norme fiscali comunitarie, che impedisce la doppia non imposizione fiscale sui dividendi distribuiti all’interno dei gruppi societari derivanti da accordi ibridi di prestito e strumenti finanziari, rappresentanti le caratteristiche sia di debito che di patrimonio netto.
L’annuncio segue un accordo politico del Consiglio del 20 giugno.
Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ed il Presidente del Consiglio in Italia, hanno dichiarato che: “L’adozione di questa modifica della direttiva sulle società madri e figlie è un cambiamento importante ed un passo avanti nella lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva. Rappresenta un risultato concreto per l’Unione Europea in questo settore, in linea con gli sforzi internazionali per combattere l’evasione e l’elusione fiscale. La presidenza italiana si è impegnata a portare avanti l’attività in questo campo per promuovere un sistema fiscale più equo a vantaggio di tutti i cittadini e imprese dell’UE.”
La modifica alla direttiva impedirà alle imprese transfrontaliere la pianificazione dei loro pagamenti infragruppo in modo da risultare nella doppia non imposizione in cui sono coinvolti accordi ibridi di prestito. Lo Stato di appartenenza della società madre dovrà d’ora in poi astenersi dal tassare gli utili della controllata, solo nella misura in cui tali profitti non siano deducibili fiscalmente per la controllata.
Tale pianificazione fiscale non è stata esclusa prima, come le disposizioni dell’originale direttiva sulle società madri e figlie che richiede agli Stati membri di dispensare dalla tassazione degli utili, che le società madri hanno ricevuto dalle loro filiali in altri Stati membri. L’intento era quello di garantire che i profitti non venissero tassati due volte, e che i gruppi transfrontalieri non siano in tal modo posti in una situazione di svantaggio rispetto ai gruppi nazionali.
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