No Picture
Vetrina

Volete costituire una Limited?

Costituire una società nel Regno Unito

Private Limited Companies
Public Limited Companies
Companies Limited by Guarantee
Flat Management Companies

E’ possibile costituire la nuova società in un giorno lavorativo oppure acquistare una società già costituita e pronta per iniziare l’attività.

Contabilità, Paghe, Bilanci e dichiarazioni fiscali

Noi possiamo fornire un servizio globale per tutti gli obblighi contabili e fiscali.

Conto corrente bancario.

Ogni nuova società necessita di partners bancari. Noi vi presentiamo alle più importanti banche del Regno Unito e vi assistiamo nelle pratiche per l’apertura del conto corrente e per l’ottenimento della carta VISA.

Numero partita IVA

Possiamo assistervi nella pratica per ottenere il numero di partita IVA: normalmente occorre avere un volume di affari superiore a 67 mila sterline.

Ufficio virtuale

Impiantare un ufficio può essere costoso, voi potete trarre vantaggio affittando i servizi di un ufficio virtuale. Potete disporre di un numero di telefono con trasferimento delle chiamate ovunque vi troviate. Uffici e sale riunioni per incontrare i vostri clienti o fornitori.

Internet

Possiamo registrare in nome del vostro dominio e provvedere alla creazione di un sito Internet, compresa la possibilità di vendita on line, accettare pagamenti on line a mezzo le principali carte di credito.

Altri servizi. 

Se avete necessità di altri servizi, consulenze legali e commerciali vi presentiamo ai nostri partners.

Per ogni informazione:

E mail : info@ascheri.co.uk

[…]

Vetrina

La salvaguardia del patrimonio immobiliare

immobileNel tempo sono cresciute le responsabilità dei professionisti, degli amministratori, dei dirigenti e di tutti gli imprenditori. Con esse aumentano i rischi di aggressione del patrimonio personale o d’impresa, con particolare riguardo a quello immobiliare.

Nella legislazione italiana non si trovano strumenti societari idonei alla spersonalizzazione del patrimonio immobiliare e si è costretti a ricorrere a soluzioni alternative, frutto di costruzioni o montaggi giuridici complessi.

I contratti che si utilizzano sono l’acquisto con riserva di proprietà, l’accensione di un mutuo fondiario, l’acquisto in leasing, la stipula di un contratto di vendita preliminare con trascrizione, ed altri ancora.

Nella legislazione di altri paesi europei incontriamo tutta una serie di strumenti societari atti a favorire la costituzione di un patrimonio immobiliare autonomo, patrimonio difficilmente aggredibile. La distinzione fra la sfera imprenditoriale e professionale ed il patrimonio immobiliare è netta, spesso insormontabile. L’utilizzo di questi strumenti è privilegiato, spesso consigliato e, non raramente, favorito con agevolazioni anche fiscali.

Senza alcuna pretesa esaustiva ricordiamo alcuni dei tipi di società idonei a salvaguardare il patrimonio immobiliare personale o d’impresa. La società civile monegasca si distingue per l’anonimato dei soci e per il numero contenuto di adempimenti contabili e fiscali.

La società civile lussemburghese regola la distinzione del patrimonio immobiliare in una struttura giuridica distinta dall’impresa che esercita l’attività commerciale o industriale. Tale tipo di società è definito società civile di gestione quando il suo scopo è quello di amministrare gli immobili di cui è proprietaria e che concede in affitto all’impresa.

Nel diritto societario lussemburghese troviamo la società di “ Titrisation”. Questa operazione di “titrisation” permette ad una società costituita in Europa o altrove di estrarre dal suo patrimonio gli attivi immobiliari. La società di titrisation distribuisce delle azioni al portatore completamente anonime. Questa scelta è particolarmente valida anche come mezzo alternativo di finanziamento.

La società privata a responsabilità limitata di diritto belga può essere utilizzata sia per la gestione del patrimonio immobiliare sia per l’esercizio dell’attività imprenditoriale. Ovviamente lo sdoppiamento avviene mediante la costituzione di due distinte società.

La società a responsabilità familiare di diritto francese, con possibilità di capitale sociale variabile, è uno strumento giuridico ad hoc.

La società civile immobiliare francese presenta alcune particolarità che la rendono molto interessante.

Innanzi tutto è possibile costituire delle società civili a capitale sociale variabile. Nello Statuto e nel Registro del Commercio figurano solo i nomi dei fondatori, gli ingressi e le uscite di soci che avvengono successivamente alla costituzione appaiono solo negli atti della società con esonero da qualsivoglia adempimento amministrativo o di pubblicità.

Altra peculiarità della società civile immobiliare di diritto francese è l’applicabilità della clausola della “tontine”. La “tontine” è un sistema di investimento nel quale la proprietà è attribuita definitivamente all’ultimo dei sopravissuti, senza ufficializzazione delle modificazioni intermedie. In pratica è se come l’acquisto fosse effettuato dal sopravissuto.

E’ una clausola a carattere aleatorio che deve essere utilizzata con un occhio di riguardo all’età ed allo stato di salute dei contraenti. Inoltre è bene limitare la clausola della tontine ad alcuni degli intervenienti, lasciando fuori del patto alcune quote, attribuite a membri della famiglia, al fine di evitare la cessazione della società per mancanza della pluralità di soci. Occorre prestare particolare attenzione alle ipotesi in cui il patto possa essere ricondotto ad una donazione occulta.

Nell’insieme constatiamo una netta tendenza a dissociare gli immobili dall’impresa propriamente detta. Noi condividiamo appieno questa scelta che ritroviamo con sempre maggiore frequenza nei montaggi giuridici consigliati dai professionisti al momento della creazione delle imprese o nel momento della loro ristrutturazione.

La costituzione di una struttura giuridicamente indipendente per finanziare gli immobili e metterli successivamente a disposizione dell’impresa, si rivela spesso una scelta giudiziosa.

Ipotizziamo l’utilizzo di una Società Civile Immobiliare, consapevoli che, a seconda dei casi e della consistenza del patrimonio immobiliare da tutelare, altri tipi di società possono essere più validi.

La SCI costituisce, in effetti, una struttura molto duttile e si adatta a situazioni familiari, imprenditoriali e professionali diverse.

Perché dissociare l’immobiliare dalla gestione dell’impresa? Sono diverse le ragioni che possono motivare questa scelta:

Proteggere il proprio patrimonio immobiliare professionale da eventuali azioni di creditori dell’impresa.
Preparare il trasferimento dell’impresa nell’ambito familiare
Facilitare la vendita dell’impresa a terzi
Assicurare ai soci della SCI, ed eventualmente a dei propri familiari, dei redditi immobiliari.
Proteggere il proprio patrimonio immobiliare professionale da eventuali azioni di creditori dell’impresa
Nel caso di azioni e procedure contro la società di gestione è possibile salvaguardare gli immobili. E’ necessario essere molto prudenti: la protezione non opererà in certe situazioni. I Tribunali possono estendere le azioni alla SCI, se giudicano che quest’ultima è fittizia o che vi è confusione tra la SCI e l’Impresa. Questa nozione potrebbe essere accolta se si prova che c’è stato trasferimento di attività tra le due società senza alcuna contropartita: canoni di locazione ingiustificatamente elevati, arricchimento della Sci in danno della società di gestione, migliorie ai locali finanziati dalla società di gestione ed acquisiti alla SCI senza indennità alcuna. Preparare il trasferimento dell’impresa nell’ambito familiare

Nel caso di un’impresa a conduzione famigliare, la costituzione di una SCI permette di assegnare la gestione dell’impresa a uno o più figli che dimostrano essere i più idonei a gestire l’impresa, e trasferire agli altri le quote della SCI, per via di donazioni o per testamento. Per le SCI francesi può essere interessante la “donation-partage”.

Facilitare la vendita dell’impresa a terzi
L’attivo immobiliare può rappresentare una posta molto importante nel bilancio di un’impresa. Eppure gli immobili non costituiscono in quanto tali degli elementi della produzione, eccetto quando sono specifici ad una particolare attività (albergo, clinica, ecc.) Di conseguenza, gli acquirenti potenziali attribuiranno maggiore importanza ad altri beni produttivi per la determinazione del valore di acquisto dell’impresa. Un’impresa senza attivo immobiliare è dunque più facilmente cedibile in quanto l’acquirente non è obbligato ad acquistare gli immobili. Inoltre questi non rischieranno di essere sottovalutati.

Assicurare ai soci della SCI, ed eventualmente a dei propri familiari, dei redditi immobiliari.
Il principio è il seguente: l’impresa versa alla SCI un affitto, che deve corrispondere al valore locativo dell’immobile. Gli utili della SCI, rappresentati essenzialmente da questi affitti, dedotte le spese e gli interessi per il mutuo, vengono suddivisi fra gli associati in proporzione della loro partecipazione al capitale. Questi utili costituiscono per gli associati (fra i quali può esserci l’imprenditore) una volta rimborsati i prestiti, dei redditi fondiari complementari. Se l’imprenditore decide di cedere l’impresa, egli conserverà questa fonte di reddito, ottima integrazione del trattamento di pensione.

Perché una SCI
L’utilizzo di una SCI facilità la trasmissione familiare del patrimonio immobiliare personale e d’impresa. Evita che gli eredi si trovino proprietari di un immobile in comunione, situazione difficile da gestire quotidianamente. Se uno degli eredi desidera cedere le sue quote, non obbligherà gli altri a vendere l’immobile come succede nel caso di comunione. Il problema della dissociazione del patrimonio immobiliare è vero, reale ed attuale. A nostro avviso le soluzioni vanno ricercate, caso per caso, nell’ambito della legislazione societaria europea. […]

Vetrina

Europa: succursali e filiali

512px-European_flag_in_Karlskrona_2011Succursali e filiali

Panoramica

Qualsiasi impresa legalmente costituita in un paese dell’UE può aprire una sede secondaria (ufficio, agenzia, succursale o filiale) in un altro paese dell’UE.

  • Libertà di stabilimento (articolo 43 del trattato CE)

Tipi di sedi secondarie

Le imprese possono costituire diversi tipi di sedi secondarie:

  • un ufficio, che rappresenta la società e fornisce informazioni sui prodotti ma, in linea di principio, non svolge un’attività commerciale;
  • un’agenzia, che svolge funzioni di rappresentanza della società;
  • una succursale, ossia un’entità dotata di maggiore autonomia che svolge attività in proprio, ma sempre per conto dell’impresa cui fa capo;
  • una filiale, ossia un’entità dotata di personalità giuridica, costituita in un paese ospitante in una delle forme previste dal diritto societario di quest’ultimo, il cui capitale è interamente di proprietà dell’impresa madre (una società con un socio unico, una forma sociale riconosciuta in tutti i paesi dell’UE) o controllato da un’altra società insieme a soci di minoranza locali (una filiale comune).

Se uffici, agenzie e succursali non hanno personalità giuridica, le filiali sono persone giuridiche autonome rispetto alla società madre.

Condizioni

Per costituire una sede secondaria in un altro paese dell’UE, le imprese devono:

  • rispettare i codici deontologici professionali;
  • ottenere le autorizzazioni necessarie;
  • possedere tutti i requisiti previsti dalla legge;
  • verificare i requisiti fiscali.

In tutti i paesi dell’UE le succursali devono:

  • iscriversi nel registro delle imprese e adempiere alle necessarie formalità in materia di imposte, IVA e previdenza sociale;
  • pubblicare informazioni – le stesse in tutti i paesi dell’UE – sulla società cui fanno capo e sulle sue attività.

Le filiali devono inoltre seguire tutte le procedure prescritte per la costituzione di una società nel paese ospitante.

I responsabili di uffici e agenzie devono ottenere un’autorizzazione, iscriversi alla camera di commercio o ad altri organismi analoghi e verificare quali siano i loro obblighi fiscali e previdenziali nel paese ospitante.

Sportelli unici

La direttiva europea sui servizi, cui va data piena attuazione entro la fine del 2009, impone ai paesi dell’UE di semplificare tutte le procedure connesse all’avvio e allo svolgimento di un’attività di servizio. Entro la fine del 2009, le imprese e i singoli operatori che prestano servizi devono poter espletare tutte le formalità necessarie attraverso sportelli unici, a distanza e per via elettronica.

Per maggiori informazioni:

 

 

info@ascheri.co.uk

 

[…]

No Picture
Vetrina

Types of Legal Entities

Overview

Different types of legal business entities are defined in the legal systems of various countries. In Gibraltar, these range from Sole Traders and Partnerships to Limited Companies and Trusts, as well as various other specialised types of structures. A quick description of each follows.

Sole Traders

Sole traders undoubtedly have an entrepreneurial spirit. They are able to manage their business affairs on their own, either under their own name or under a business or trading title. The advantages of being a sole trader include that they are essentially their own bosses and, moreover, they and they alone stand to gain from their business’s profits.

Sole traders have total control over their business and its assets. Generally, monies can be moved between business and personal accounts almost without restrictions, though accounts and records must be declared and kept for taxation purposes.

Sole traders also have unlimited liability and are consequently personally responsible for any losses the business may incur, thus their possessions and assets (including property and personal belongings) could be at risk if the debts incurred by the business are not paid.

It is also worth noting that it may be harder to secure finance if registered as a sole trader. Nonetheless, there are a number of funding sources available, ranging from personal savings to EU Funding, which can assist with the costs that usually burdens most start-ups.

Partnerships

Partnerships are essentially agreements between two or more people who are setting up in business together and jointly contribute finance, time and skills to the venture. Partnerships may trade under the names of the partners or under a business name.

The rights and obligations of the partners are set out in a specifically prepared Deed of Partnership or, in the absence of such documents, under the Partnership Principal Act 1895.

A partnership is effectively an amalgamation of sole traders and the same advantages and disadvantages broadly apply as to a sole trader. It must be noted that claims against one partner can result in a claim against the other(s).

Conversely, a Limited Liability Partnership (LLP) shares many of the features of a normal partnership, save that it also offers reduced personal responsibility for business debts. In other words, unlike members of ordinary partnerships, the LLP itself is responsible for any debts that it incurs, not the individual partners.

Limited Liability Partnership

An LLP has elements of partnerships and corporations. In an LLP one partner is not responsible or liable for another partner’s misconduct or negligence. This is an important difference from that of a typical partnership.

In an LLP, all partners have a form of limited liability for each individual’s protection within the partnership, similar to that of the shareholders of a corporation. However, unlike corporate shareholders, the partners have the right to manage the business directly, whereas corporate shareholders have to elect a board of directors under the laws of various state charters.

The board organizes itself (also under the laws of the various state charters) and hires corporate officers who then have, as corporate individuals, the legal responsibility to manage the corporation in its best interests. An LLP also contains a different level of tax liability than a corporation.

Limited Companies

In accordance with the Companies Act 1930, companies are required to be incorporated in Gibraltar as:

• A company limited by shares

• A company limited by guarantee with or without a share capital

• An unlimited company with or without share capital

The services of a professional (lawyer, accountant or company manager) should be sought when incorporating a limited company, although this is not a strict requirement.

A limited company may own assets, enter into contracts, borrow and lend money, and sue and be sued in its own name. The legal personality of the limited company is separated from its individual shareholders (owners), but please note that it is sometimes common practice for banks and landlords to seek personal guarantees from the directors, making them personally liable for obligations should the business fail.

The liabilities of a company are distinct from those of its shareholders. The company is liable for its debts to the full extent of its assets, but this liability does not extend to the personal assets of its shareholders. A company also has perpetual existence, so the ownership can pass at any time through the transfer of the shares, this being an ideal vehicle for expansion.

There are some points that need to be noted on the subject of company incorporation: all companies must comply with the provisions of the Companies Act; normally there are fees for the management of a company; company details, even if limited by shares, can be disclosed, including memorandum and articles of association. Accounts and other returns are necessary and are normally an annual requirement. There are numerous regulations governing the administration of a company, with the duties, responsibilities and liabilities of directors being set out in the Companies Act 1930.

The first step when forming a Gibraltar Company is to ensure that the proposed name is acceptable to the Company Registrar. Once the name is approved, the following documents require to be submitted in accordance with the provisions of the Companies Act:

• Memorandum of Association

• Articles of Association

• Declaration of Compliance

• Notice of Situation of Registered Office

• Statement of Nominal Share Capital

A registration fee is payable at the time of presentation of the documents. The Memorandum and Articles of Association must be embossed with the appropriate Stamp Duty.

The time taken to incorporate a Company is normally between one and two days. A Certificate of Incorporation is issued. Under Gibraltar legislation only barristers or acting solicitors of the Supreme Court may incorporate Companies for gain.

Protected Cell Companies (PCC)

The Protected Cell Companies Act provides for a PCC to create one or more cells for the purpose of segregating and protecting cellular assets. As a result, the rights of creditors would be limited to the assets of the cell of which they are creditors.

The PCC may, in respect of any of its cells, create and issue shares (the cell shares) the proceeds of which (the cell share capital) are comprised of the cellular assets attributable to the cell in respect of which the cell shares were issued. A PCC may also pay a dividend on individual cells (a cellular dividend), subject to available profits, and by reference to the assets and liabilities of the cell.

A company may be incorporated as a PCC or converted, if permitted by its Articles, into a PCC. The name of the company would include reference to its PCC status and each cell must have its own distinct name or designation.

Insurance companies and collective investment schemes require the consent and approval of the Financial Services Commission before operating as a PCC. An annual licence fee of £3,000, plus £1,000 per cell, is currently payable to the Financial Services Commission.

Trusts

In common law legal systems, a trust is a relationship in which a person or entity (the trustee) holds legal title to certain property (the trust property or trust corpus), but is bound by a fiduciary duty to exercise that legal control for the benefit of one or more individuals or organisations (the beneficiary), who hold beneficial or equitable title. The trust is governed by the terms of the (usually) written trust agreement and local law. The entity (one or more individuals, a partnership, or a corporation) that creates the trust is called the settlor (in other jurisdictions: the trustor, grantor, donor or creator). The common benefits that trust arrangements offer include providing personal and financial safeguards for family and other beneficiaries, postponing or avoiding unnecessary taxes, and establishing a means of controlling or administering property as well as meeting other social or commercial goals.

In certain circumstances, the income received by a trust or beneficiary under a trust may be exempted from paying income tax in Gibraltar. The Trustee Act is the main legislation governing trusts in Gibraltar. Such trusts are particularly attractive to a non-resident in Gibraltar because there is no estate duty, inheritance tax, capital gains tax, wealth tax or gift tax applicable in Gibraltar. No stamp duty is payable on the transfer of any assets (other than on real estate situated in Gibraltar) held by such a trust.

The trust commonly known as the Asset Protection Trust seeks to protect the assets of a settlor from such situations as political strife, forced repatriation, confiscatory taxes, exchange controls and, most recently, risks associated with litigation arising out of malpractice or negligence suits. However, such trusts may be invaded by a creditor of the settlor should it be revealed that transfers into the trust lacked legal propriety.

Non-profit Making Organizations

Non-profit making organizations are also known as ‘not for profit’ organizations. It is the name given to a legal entity that does not accrue money for profit or personal gain.

Examples of such organizations include:

• Associations

• Clubs

• Societies

• Charities

A non-profit making organizations can be setup as a trust, company or in even an incorporated association, as is the case with a registered charity. In Gibraltar, a charity is registered with the Charity Commissioner at the Supreme Court. One of the advantages of registering as a charitable organization includes that you are exempt from paying certain taxes once certified. It is likewise possible to set up a charity to not only create awareness for your causes but also as a way to fund your operations. Trusts and bodies partly established for charitable purposes are sometimes likewise considered as, or treated as, charities.

For more informations contact Ascheri & Partners Ltd
info@ascheri.co.uk

[…]

Vetrina

Gibraltar Tax Information

imagesIncome Tax

The taxation of income of companies and individuals is governed by the Income Tax Act. Income tax is charged on most classes of income accruing in, derived from or received in Gibraltar. The year of assessment runs from 1 July in any year to 30 June of the next year. Taxation in any year of assessment is normally levied on income derived from the preceding year except in the case of income from employment that is subject to deduction on an actual basis via a pay-as-you-earn system.

There are currently no double-tax treaties in force between Gibraltar and any other country. However, tax relief is available in respect of income tax paid or payable in another jurisdiction and chargeable to Gibraltar tax up to the lower of that tax or tax in the other jurisdiction. In certain cases, income earned, taxed and retained overseas is not taxable in Gibraltar.
Who is liable to taxation in Gibraltar?

Income tax is charged on income accruing in, derived from or received in Gibraltar. It is likewise charged on certain income, accruing in, derived from or received in any place other than Gibraltar by any person ordinarily resident in Gibraltar. Ordinarily resident means an individual who, irrespective of whether such individual is domiciled in Gibraltar or otherwise, resides in Gibraltar except for reasonable temporary absences. An individual that is a British subject or citizen of the Republic of Ireland who is employed in Gibraltar and resides in the surrounding area is also considered ordinarily resident. Gibraltar has introduced a number of tax incentives that allow certain categories of resident individuals to limit the total tax payable in any tax year, subject to certain criteria being met.

 

Tax Year & Basis of Assessment

Tax is currently charged for the year of assessment (running from 1 July in one calendar year to 30 June in the next) on the basis of the income of the preceding year except for income from employment that is charged on the basis of the income for that year.
The preceding year basis of assessment will be abolished in favour of an actual basis as from 1 January 2011. Commencement provisions will be abolished and there will be transitional rules introduced.

The following special rules apply for the first three years following the commencement of trade and the last two years preceding the cessation of trade:
The tax payer has the option to make an election in the second and third tax years to be assessed on an actual basis if this results in a lower tax charge for the tax payer and there has been no cessation.
The tax office needs to be advised of this no later than twelve months after the end of the third tax year and the option is for both years and cannot be exercised separately for each year.
Partnerships
An assessment is made on the partners in respect of the partnership profits split between the partners according to the proportion in which they share profits. The income is assessed on a prior year basis after adjustments.

 
Branches
The basis for taxation of branches of foreign enterprises is the same as for companies i.e. assessed on a prior year basis after adjustments.

 
Dividends
Except in the case where the income forms part of the company’s trading receipts, dividend income from companies listed on a recognised stock exchange is not taxable in Gibraltar. There is no withholding tax on dividends paid. However, a company must submit a return of any dividend paid within 30 days following the year end of each year of assessment. There is no liability to tax for dividends paid to a person who is not resident in Gibraltar. There is no tax on dividends paid by one Gibraltar Company to another.

Dividends received from participating interests or from any subsidiaries in the participating interest group are not liable to taxation in Gibraltar. A participating interest exists where there is a direct or indirect shareholding of at least 10%, as from 1 January 2009, in a company registered in the EU (or a company that is registered in a country that has a bilateral agreement with the EU).
What income is taxable in Gibraltar?

Income tax is charged on:

• Gains or profits from any trade, business, profession or vocation

• Gains or profits from employment

• Discounts, dividends and interest (except dividends arising from investments quoted on a recognised stock exchange, and interest paid by banks,   building societies, or other financial services institutions that are exempt)

• Rents, royalties, premiums and any other profits arising from property

• The income of any person from the occupation of premises for residential purposes

• Dividends, interest, or emoluments of office accruing in, derived from or received in any place other than Gibraltar by a resident

With the exception of dividends, interest, pensions or emoluments of office, income which is not accrued in or derived from Gibraltar is not taxed in Gibraltar. Specifically, income derived from the following categories will not accrue in or derive from Gibraltar for the purposes of the Income Tax Act:

• The letting of property where that property is outside Gibraltar

• Trading in future delivery contracts for the purchase and sale of commodities in markets outside Gibraltar with parties outside Gibraltar

• Salvage operations taking place outside the jurisdiction

• The oversight of a construction operation outside Gibraltar

• The lending of money outside Gibraltar
Deductions Allowed
For the purpose of ascertaining the assessable income there shall be deducted all outgoings and expenses wholly and exclusively incurred in the production of the income. No deduction shall be allowed in respect of:

• Domestic or private expenses

• Expenses not incurred wholly and exclusively in the generation of income

• Any expenses of a capital nature

• Any sum recoverable under an insurance contract or contract of indemnity

• Property expenses not incurred for the purposes of producing income

• Any tax charged under the Income Tax Act

• Depreciation of assets (although capital allowances are available)

• Employee remuneration not accompanied by a certified statement of names, addresses and amount of remuneration
Capital Allowances

The first £30,000 of qualifying expenditure on plant and machinery (including fixtures and fittings) acquired in a year of assessment is fully deductible with the balance deductible at the rate of 25% per annum on a straight line basis.
The first £50,000 of qualifying expenditure on information technology investment is fully deductible with the balance deductible at the rate of 25% per annum on a straight line basis.
Expenditure on motor vehicles that do not qualify as plant and machinery is deductible at the rate of 25% per annum on a straight line basis.
Expenditure on industrial buildings attracts an allowance of 4% per annum on a straight line basis.

Capital payments for leases that are for periods of less than 12 years are fully deductible in the year in which the premium is paid.

 
Personal Taxation

Gibraltar has a dual tax system, whereby taxpayers are free to elect between an Allowance Based System and a Gross Income Based System.

 

Income of £18,000 to £19,000

0% on the first £3,000 and the remainder is
payable at 20%

Income of £19,000 to £20,000

0% on the first £2,000 and the remainder is
payable at 20%

Income of £20,000 to £25,000

0% on the £1,000 and the remainder is
payable at 20%

 

Gross Income Based System
Persons earning more than £25,000 will be paying the following tax:

• 20% on first £25,000

• 29% on next £75,000

• 35% above £100,000
Allowance Based System
Individuals who have opted to be taxed under the Allowances Based System are charged to tax on their taxable income, which is determined by deducting personal and other allowances from the assessable income at the following rates:

• 17% on the first £4,000 of taxable income

• 30% on the next £12,000 of taxable income

• 40% on the remainder of taxable income

Plus the deduction of the following allowances:

 

Personal allowance £2,735
Spouse allowance £2,560
1 Parent family allowance £2,560
Child relief (first child educated in Gibraltar) £970
Allowance per child studying abroad £1,075
Disabled individuals £2,650
Nursery school allowance £995
Dependent relatives (resident) £185
Dependent relatives (non-resident) £135
Age allowance (married man over 65) £5,295
Age allowance (single/married woman over 65) £7,855
Home purchase allowance (deduction of) £11,500
Additional (£1,000 max. p.a.) £4,000
Blind person allowance £610
Apprenticeship allowance £370
Medical insurance (Max Relief) £1,090

Corporation Tax

The rate of corporation tax is currently 22%. With effect from 1 January 2011, a new rate of 10% will apply to all companies except energy and utility providers, which will pay a 10% surcharge and thus incur a rate of 20%. These will include electricity, fuel, telephone service and water providers.

Regarding any new businesses, with effect from 1 July 2009, a start up rate of 10% will apply to any business established in Gibraltar after 1 July 2009. Tax will be assessed on an actual year basis.

As an anti-avoidance provision, it will not apply in respect of any commercial activity being carried out before 25 June 2009 and that is reorganised by the taxpayer in the name of a different entity for the purpose of benefiting from the scheme.
Qualifying Category 2 Individuals – High Net Worth Individuals (HNWIs)

An individual that has obtained a Category 2 Individual certificate is assessable to income tax on the first £60,000 of income only. Therefore, the maximum tax payable in a full year is approximately £23,000. The minimum tax payable is £18,000, though this will be adjusted pro-rata if the certificate was obtained partway during the tax year.
Income received by any trust or beneficiary under the trust is exempt from tax where the trust is settled by, or on behalf of, a Category 2 Individual status. For the exemption to apply, inter-alia, no resident of Gibraltar (other than a Category 2 Individual) may be a beneficiary under the trust.

The main condition is that he or she has available for his exclusive use approved residential accommodation in Gibraltar. The applicant should not have been resident in Gibraltar during the previous five years.

 
High Executive Possessing Specialist Skills (HEPSS) Status

The individual must have specialist skills of exceptional economic value to Gibraltar, earning more than £100,000 per annum.

Approved Residential Accommodation in Gibraltar

In order for an individual to qualify as Qualifying (Category 2) Individual he must have approved residential accommodation available for his exclusive use in Gibraltar throughout the year. The individual must posses experience or skills that are not available in Gibraltar and are assessed as necessary to promote and sustain economic activity of particular economic value to Gibraltar.

The Individual must occupy a high executive or senior management position and have accommodation available for the exclusive use of themselves and their families in Gibraltar. The person should not have been resident or employed in Gibraltar during the three years prior to the year in which the application is made (the FCD may, however, waive this requirement).

 
Stamp Duty
Stamp Duty is only payable on real estate and capital transactions at the following rates:

• 1.26% for Real Estate

• £10 for Share Capital

• £10 for Loan Capital

On purchase of homes:

• Nil for homes costing up to £160,000

• 1.26% for homes costing over £160,000 to £250,000

• 1.6% for homes costing over £250,000 to £350,000

• 2.5% for homes costing over £350,000

Import Duties – Levied on Imported Goods (Mostly at rates of 0% – 12%)

A tariff is a tax imposed on goods when they are moved across a political boundary. They are usually associated with protectionism, the economic policy of restraining trade between nations. Tariffs are usually imposed on imported goods, although they may also be imposed on exports.

Excise Duties – Levied mainly on Spirits, Wines, Tobacco and Mineral Oils
An excise or excise tax (sometimes called an excise duty) is a type of tax charged on goods produced within the country, as distinct from customs duties that are charged on goods from outside the country. It is a tax on the production or sale of goods.

Estate Duty – There is NO Estate Duty in Gibraltar
In countries where it is charged, it is a tax on the estate, or total value of the money and property, of a person who has died.

Capital Gains Tax – There is NO Capital Gains Tax in Gibraltar
In countries where it is charged, capital gains tax is a tax charged on the profit realised from the sale of a non-inventory asset that was purchased at a lower price. The most common capital gains are realised from the sale of stocks, bonds, precious metals and property. Not all countries impose a capital gains tax and most have different rates of taxation for individuals and corporations.

Other Capital Taxes – There are NO Wealth, Gift or other Capital Taxes in Gibraltar
A wealth tax is generally conceived as a direct tax on all household wealth holdings, including owner-occupied housing; cash, bank deposits, money funds, and savings in insurance and pension plans; investment in real estate and unincorporated businesses; and corporate stock, financial securities, and personal trusts.

Value Added Tax – There is NO VAT in Gibraltar
Value added tax (VAT) is a sales tax on value added. It works by being charged on the sale price of goods and services whether purchased by intermediate or final consumers; intermediate parties can reclaim VAT paid on their inputs, thus ensuring that the net VAT they pay is in effect based only on the value added at that particular stage of the process.

Social Insurance Contributions
Since 1 April 2007, weekly rates of contributions payable are, subject to a predetermined minimum and maximum rate, earnings related. This means that the employee’s and the employer’s share of contributions will be based on a percentage of earnings, as follows:

• Employee social insurance contributions will be payable at 10% of gross earnings, subject to a maximum of the current maximum adult rate contribution of £23.74 per week and subject to a minimum of £5.00 per week (a reduced rate of contribution would therefore be payable by all employees who earn less than £207.50 per week).

• Employer social insurance contributions will be payable at 20% of gross earnings, subject to a maximum of the current maximum adult rate contribution of £29.97 per week and subject to a minimum of £15.00 per week (a reduced employer contribution will therefore be payable in respect of all employees with earnings below £131 per week).

 

For more informations contact Ascheri &Partners at info@ascheri.co.uk.

  […]

Vetrina

La tassazione del reddito da risparmio.

600x1000_fitbox-save_money_box_aL’Unione europea persegue l’obiettivo finale di consentire che i redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi corrisposti in uno Stato membro a persone fisiche residenti ai fini fiscali in un altro Stato membro siano soggetti a un’effettiva imposizione secondo la legislazione di quest’ultimo Stato membro.

ATTO

Direttiva 2003/48/CE del Consiglio, del 3 giugno 2003, in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi.

Obiettivo della direttiva

L’obiettivo finale della presente direttiva è permettere che i redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi corrisposti in uno Stato membro a «beneficiari effettivi», che sono persone fisiche residenti ai fini fiscali in un altro Stato membro, siano soggetti a un’effettiva imposizione secondo la legislazione di quest’ultimo Stato. Il mezzo fissato per permettere la reale imposizione su tali pagamenti nello Stato membro di residenza fiscale del beneficiario effettivo è lo scambio automatico di informazioni tra gli Stati membri sui «pagamenti di interessi». Gli Stati membri devono pertanto adottare le misure indispensabili per assicurare che i compiti necessari per l’attuazione della presente direttiva – cooperazione e scambio di informazioni bancarie – siano eseguiti dagli agenti pagatori stabiliti sul loro territorio, a prescindere dal luogo di stabilimento del debitore del credito che produce gli interessi.

Campo di applicazione

La direttiva riguarda unicamente l’imposizione sui redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi su crediti ed esclude le questioni relative alla tassazione delle prestazioni pensionistiche e assicurative. A livello territoriale, la direttiva si applica agli interessi pagati da un «agente pagatore» con residenza all’interno del territorio in cui è applicabile il trattato.

Regime generale: scambio di informazioni

  • Comunicazione di informazioni da parte dell’agente pagatore

Nel caso in cui il beneficiario effettivo degli interessi sia residente in uno Stato membro diverso da quello in cui è stabilito l’agente pagatore, la direttiva impone a quest’ultimo di comunicare all’autorità competente dello Stato membro di stabilimento delle informazioni minime, come l’identità e la residenza del beneficiario effettivo, il nome o la denominazione e l’indirizzo dell’agente pagatore, il numero di conto del beneficiario effettivo o, in assenza di tale riferimento, l’identificazione del credito che produce gli interessi, nonché informazioni relative al pagamento di interessi.

Inoltre, le informazioni minime che l’agente pagatore è tenuto a comunicare riguardo al pagamento di interessi devono differenziare gli interessi secondo le specifiche categorie enumerate nella direttiva. Tuttavia gli Stati membri possono limitare tali informazioni minime all’intero importo degli interessi o dei redditi e a quello dei proventi della cessione, del riscatto o del rimborso.

  • Scambio automatico di informazioni

La direttiva impone all’autorità competente dello Stato membro dell’agente pagatore di comunicare le informazioni di cui sopra – almeno una volta all’anno ed entro i sei mesi successivi al termine dell’anno fiscale dello Stato membro dell’agente pagatore – all’autorità competente dello Stato membro di residenza del beneficiario effettivo.

Disposizioni transitorie: ritenuta alla fonte (Belgio, Lussemburgo e Austria)

Durante un periodo transitorio, Belgio, Lussemburgo e Austria possono astenersi dallo scambio di informazioni sui redditi da risparmio di cui alla presente direttiva, a condizione che applichino ai redditi di cui sopra un sistema di ritenuta alla fonte. In effetti, questi tre Stati membri applicano il sistema transitorio in questione finché la Confederazione svizzera, il Principato di Andorra, il Principato del Liechtenstein, il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino non garantiscano uno scambio effettivo e completo di informazioni in materia di pagamento di interessi e finché il Consiglio non convenga all’unanimità sull’impegno degli Sati Uniti d’America a scambiare informazioni su richiesta come definito nel modello di convenzione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Tuttavia, la direttiva autorizza questi tre Stati membri a ricevere informazioni dagli altri Stati membri. Nel corso del periodo transitorio, Belgio, Lussemburgo o Austria possono optare per l’introduzione dello scambio automatico di informazioni, qualora il paese che abbia esercitato tale opzione non applichi più un sistema di ritenuta alla fonte e la ripartizione del relativo gettito fiscale. Il Belgio ha pertanto annunciato di aver deciso di applicare lo scambio di informazioni nel quadro della direttiva “Risparmio” a decorrere dal 1° gennaio 2010.

Quanto al sistema di ritenuta alla fonte, la direttiva impone che, se il beneficiario effettivo degli interessi è residente in uno Stato membro diverso da quello in cui è stabilito l’agente pagatore, Belgio, Lussemburgo e Austria prelevano una ritenuta alla fonte ad un’aliquota del 15% nei primi tre anni del periodo transitorio, del 20% per i tre anni seguenti e del 35% successivamente.

In materia di ripartizione del gettito fiscale, la direttiva impone agli Stati membri che applicano una ritenuta alla fonte di conservare il 25% del gettito di tale ritenuta e di trasferirne il 75% allo Stato membro di residenza del beneficiario effettivo degli interessi.

Per quanto riguarda le doppie imposizioni, la direttiva impone allo Stato membro di residenza fiscale del beneficiario effettivo di assicurare l’eliminazione di qualsiasi doppia imposizione che potrebbe derivare dall’applicazione della ritenuta alla fonte.

Infine, la direttiva non osta a che gli Stati membri prelevino ritenute alla fonte di tipo diverso da quello di cui sopra, in conformità alla loro legislazione nazionale o ai sensi di convenzioni contro le doppie imposizioni.

Contesto

Nell’ambito del “pacchetto fiscale” destinato alla lotta contro la concorrenza fiscale dannosa, la Comunità europea (CE) ha deciso di dotarsi di uno strumento normativo per attenuare le distorsioni esistenti nell’effettiva tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi.

I redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi su crediti costituiscono infatti redditi imponibili per i residenti di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Tuttavia, a causa della libera circolazione dei capitali (artt. 56-60 del trattato) e in mancanza di un coordinamento dei regimi tributari nazionali in materia di imposizione sui redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, in particolare per quanto attiene al trattamento degli interessi percepiti da non residenti, attualmente i residenti degli Stati membri possono spesso evitare nel loro Stato di residenza qualsiasi forma di imposizione sugli interessi percepiti in un altro Stato membro. Questa situazione produce, nei movimenti di capitali fra Stati membri, distorsioni incompatibili con il mercato interno. Inoltre, incoraggia l’evasione dei redditi da risparmio e accentua la pressione fiscale su redditi meno mobili, come quelli da lavoro, con un effetto dannoso sul costo di quest’ultimo e quindi indirettamente sulla creazione d’impiego.

Dopo il fallimento della proposta di direttiva del 1998, che, per ovviare a questi ostacoli, suggeriva di lasciare agli Stati membri la scelta tra lo scambio delle informazioni bancarie o l’applicazione di una ritenuta fiscale alla fonte, la presente direttiva si basa sull’accordo raggiunto al Consiglio europeo di Feira del 19 e del 20 giugno 2000 e ai successivi Consigli ECOFIN del 26 e del 27 novembre 2000, del 13 dicembre 2001 e del 21 gennaio 2003. Tale accordo riguarda la realizzazione di uno scambio automatico di informazioni tra gli Stati membri, ad accezione di Belgio, Lussemburgo ed Austria, che beneficeranno di un periodo transitorio durante il quale, invece di fornire le informazioni agli altri Stati membri, devono applicare una ritenuta alla fonte ai redditi da risparmio di cui alla presente direttiva

Termini chiave dell’atto
  • Beneficiario effettivo: con questo termine si intende qualsiasi persona fisica che percepisca un pagamento di interessi o a favore della quale sia attribuito un pagamento di interessi, a meno che essa dimostri che tale pagamento non sia stato effettuato a proprio vantaggio o che non le sia stato attribuito.
  • Agente pagatore: con questo termine si intende qualsiasi operatore economico che paghi interessi o che attribuisca il pagamento di interessi direttamente a favore del beneficiario effettivo, sia esso il debitore del credito che produce gli interessi o l’operatore incaricato dal debitore o dal beneficiario effettivo di pagare gli interessi o di attribuirne il pagamento; in alcuni casi specifici di cui all’art. 4 della direttiva, anche qualsiasi entità stabilita in uno Stato membro alla quale siano pagati interessi o alla quale sia attribuito un pagamento di interessi a vantaggio del beneficiario effettivo è considerata agente pagatore all’atto stesso di tale pagamento o di tale attribuzione di pagamento.
  • Pagamento di interessi: con pagamento d’interessi si intendono gli interessi pagati, o accreditati su un conto, relativi a crediti di qualsivoglia natura, assistiti o meno da garanzie ipotecarie e corredati o meno di una clausola di partecipazione agli utili del debitore, e in particolare i redditi dei titoli del debito pubblico e delle obbligazioni, compresi i premi connessi a tali titoli e obbligazioni (con esclusione delle penalità di mora); gli interessi maturati o capitalizzati alla cessione, al rimborso o al riscatto dei crediti di cui sopra; i redditi derivanti da pagamenti di interessi, direttamente o tramite alcune entità enumerate limitativamente, distribuiti dagli organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) autorizzati ai sensi della direttiva 85/611/CEE o da alcuni altri organismi di investimento collettivo; i redditi realizzati alla cessione, al rimborso o al riscatto di partecipazioni o quote negli OICVM, qualora questi investano, direttamente o indirettamente, tramite altri organismi di investimento collettivo o altre entità, più del 40% del loro attivo nei crediti.

Fonte: Commissione Europea

[…]

No Picture
Vetrina

Operazioni con soggetti Iva dei paesi Black list

Operazioni con paesi Black list: strumenti operativi

L’agenzia delle entrate mette a disposizione dei contribuenti Iva gli strumenti per le comunicazioni che devono effettuare i soggetti Iva che effettuano operazioni con paesi black list.

Software di compilazione della Comunicazione da parte dei soggetti Iva dei dati relativi alle operazioni con paesi Black list clicca qui

Procedura di controllo della comunicazione da parte dei soggetti Iva dei dati relativi alle operazioni con paesi Black list clicca qui

Specifiche tecniche per la comunicazione da parte dei soggetti Iva dei dati relativi alle operazioni con paesi Black list clicca qui

 

Operazioni con soggetti Iva dei paesi Black list clicca qui

[…]

No Picture
Vetrina

Création d’entreprise: choisir un statut juridique

Cette étape consiste à adapter au projet de création d’entreprise, un cadre juridique qui lui permettra de voir le jour en toute légalité. Quelle que soit l’activité qui sera exercée, industrielle, commerciale, artisanale, ou libérale, le choix d’une forme juridique se fera entre  demander son immatriculation en tant qu’entrepreneur individuel, ou créer une société.

 En choisissant l’entreprise individuelle

L’entreprise et l’entrepreneur ne forment qu’une seule et même personne. Il en résulte une grande liberté d’action : l’entrepreneur est le seul maître à bord et n’a de comptes à rendre à personne. La notion d’ abus de bien social n’existe pas dans l’entreprise individuelle.

En contrepartie, les patrimoines professionnel et personnel sont juridiquement confondus. L’entrepreneur est responsable des dettes de l’entreprise sur l’ensemble de ses biens y compris ceux qu’il a acquis avec son conjoint, s’il est marié sous le régime légal de la communauté réduite aux acquêts.
Il est toutefois désormais possible d’isoler son habitation principale des poursuites des créanciers en procédant à une déclaration d’insaisissabilité devant notaire, publiée au bureau des hypothèques et selon les cas, au Registre du commerce et des sociétés, au Répertoire des métiers ou dans un journal d’annonces légales.

L’entreprise porte officiellement le patronyme de son dirigeant, auquel il est possible d’adjoindre un nom commercial.

Les bénéfices de l’entreprise seront portés dans la déclaration des revenus de l’entrepreneur, dans la catégorie correspondant à son activité : Bénéfices industriels et commerciaux (BIC) ou Bénéfices non commerciaux (BNC).

Les formalités de création de l’entreprise sont réduites au minimum. Il suffit de demander son immatriculation, en tant que personne physique, auprès du centre de formalités des entreprises situé à la chambre de commerce et d’industrie pour les commerçants, à la chambre de métiers et de l’artisanat pour les artisans, au Greffe du tribunal de commerce pour les agents commerciaux et à l’Urssaf pour les professions libérales.
Ces formalités peuvent aujourd’hui être effectuées en ligne.
 En choisissant la société

Créer une société revient à donner naissance à une nouvelle personne, juridiquement distincte du ou des associés fondateurs. Par conséquent :

L’entreprise dispose de son propre patrimoine. En cas de difficultés de l’entreprise, en l’absence de fautes de gestion graves qui pourraient être reprochées aux dirigeants, les biens personnels de ces derniers (et naturellement des associés) seront à l’abri de l’action des créanciers de l’entreprise, à l’exception de la société en nom collectif dans laquelle chaque associé est solidairement et indéfiniment responsable avec la société.

L’utilisation des biens de la société à des fins personnelles peut entraîner des poursuites au titre de l’”abus de biens sociaux”.

S’agissant d’une “nouvelle personne”, la société a un nom (dénomination sociale), un domicile (siège social) et dispose d’un minimum d’apports constituant son patrimoine initial pour faire face à ses premiers investissements et premières dépenses (capital social).

Le dirigeant désigné pour représenter la société vis à vis des tiers n’agit pas pour son propre compte, mais au nom et pour le compte d’une personne morale distincte. Il doit donc respecter un certain formalisme lorsqu’il est amené à prendre des décisions importantes. De même, il doit périodiquement rendre des comptes aux associés sur sa gestion.

Au niveau fiscal, la société peut être imposée personnellement au titre de l’impôt sur les sociétés (IS) soit de plein droit, soit sur option.

La création de la société donne lieu à des formalités complémentaires : rédaction et enregistrement des statuts auprès du service des impôts, nomination du ou des dirigeants, parution d’une annonce dans un journal d’annonces légales.

Le choix d’une structure repose sur les critères suivants :
  La nature de l’activité

Certaines activités – elles sont rares – imposent le choix de la structure juridique. C’est par exemple le cas des débits de tabac qui doivent obligatoirement être exploités en entreprise individuelle ou en Société en nom collectif. Il est donc prudent de se renseigner au préalable auprès des organismes professionnels concernés, des chambres consulaires ou en se procurant des fiches ou ouvrages sur l’activité choisie.

La volonté de s’associer

On peut être tenté de créer une société à plusieurs pour des raisons diverses : patrimoniales, économiques, fiscales ou encore sociales.
Mais si l’on n’a pas, au départ, la volonté réelle de s’associer, de mettre en commun ses compétences, connaissances, carnet d’adresses… “pour le meilleurs et pour le pire”, les chances de réussite seront considérablement amoindries.
Certains professionnels souhaitent être “seul maître à bord” et ne supportent pas d’avoir des comptes à rendre.
Mieux vaut alors rester indépendant, en entreprise individuelle ou EURL par exemple, quitte à s’associer avec d’autres pour ne partager que certaines charges et ainsi réaliser des économies : c’est le cas de la Société civile de moyen (SCM) ou du Groupement d’intérêt économique (GIE) par exemple, dans lesquels chaque associé reste indépendant au niveau de l’exercice de son activité professionnelle.

  L’organisation patrimoniale

Lorsque l’on a un patrimoine personnel à protéger et/ou à transmettre, le choix de la structure juridique prend toute son importance. Constituer une société permet de différencier son patrimoine personnel de celui de l’entreprise et donc de protéger ses biens personnels de l’action des créanciers de l’entreprise. Il convient cependant de préciser trois points:

1 – Le rempart juridique, que constitue une société, sera différent d’une structure à une autre. En effet, dans une Société en nom collectif (SNC), par exemple, chaque associé est solidairement et indéfiniment responsable avec la société. En cas de difficultés financières, si les biens de la société ne suffisent pas à désintéresser les créanciers, ceux-ci pourront faire saisir les biens d’un ou de plusieurs associés, à charge pour ces derniers de se faire rembourser en partie par ses co-associés.
2 –  Quelle que soit le type de société choisi, le ou les dirigeants (de droit ou de fait) sont garants de la bonne gestion de l’entreprise à l’égard de leurs associés et des tiers. Si ces derniers sont en mesure de prouver qu’ils ont commis des fautes de gestion se révélant être à l’origine des difficultés financières de l’entreprise, ils pourront rechercher leur responsabilité et intenter à leur encontre une action en comblement de passif.
3 – Enfin, dès l’instant où la société demandera un concours bancaire, il sera probable que la caution de certains dirigeants ou associés sera exigée.

  Les besoins financiers

Les besoins financiers ont été déterminés lors de l’établissement des comptes prévisionnels.
Lorsqu’ils sont importants, la création d’une société de type SA ou SAS peut s’imposer pour pouvoir accueillir des investisseurs dans le capital.
Attention cependant à ne pas confondre “capital minimum” et “besoins financiers de l’entreprise”. En effet, certaines sociétés imposent un capital social minimum, qui n’a naturellement aucun rapport avec les besoins financiers réels de l’entreprise.

  Le fonctionnement de l’entreprise

Selon la structure choisie, les règles de fonctionnement seront plus ou moins contraignantes.
Dans l’entreprise individuelle, le dirigeant est seul. De ce fait, les règles de fonctionnement sont réduites au minimum. Il prend toutes les décisions et engage en contrepartie sa responsabilité.
Dans les sociétés, le dirigeant n’agit pas pour son propre compte, mais au nom et pour le compte de la société. Il doit donc observer un certain formalisme et requérir l’autorisation de ses associés pour tous les actes importants qui touchent la vie de l’entreprise.

  Le régime social de l’entrepreneur

Ce critère a longtemps été déterminant dans le choix de la structure juridique. En effet, certains créateurs n’hésitaient pas à constituer des sociétés fictives pour être rattachés, en tant que dirigeant, au régime général des salariés.

La législation a aujourd’hui largement évolué vers une harmonisation des statuts et le régime des salariés n’est plus aujourd’hui la panacée.

Cependant le régime social demeure un critère à prendre en compte dans certains cas particuliers et notamment lorsque le créateur a cotisé pendant de nombreuses années dans un régime de retraite complémentaire de cadres.

 Le régime fiscal de l’entrepreneur et de l’entrepriseSelon le type de structure choisi, les bénéfices de l’entreprise seront assujettis à l’impôt sur le revenu ou à l’impôt sur les sociétés. Là encore, ce critère sera rarement déterminant en phase de création. En effet, il est difficile d’évaluer précisément le chiffre d’affaires prévisionnel de la future entreprise et d’effectuer ainsi une optimisation fiscale réaliste.

Néanmoins, si l’entreprise peut bénéficier d’une mesure d’exonération d’impôts sur les bénéfices, se placer sous le régime de l’impôt sur le revenu sera plus avantageux. En effet, l’exonération portera alors sur l’intégralité des bénéfices, rémunération du ou des dirigeants comprise.

 La crédibilité vis-à-vis des partenaires (banquiers, clients, fournisseurs…)

Il est indéniable que pour approcher certains marchés, la création de l’entreprise sous forme de société avec un capital conséquent sera recommandée.

Le créateur devra prendre en considération ces différents critères, en évitant de faire reposer son choix sur un seul d’entre-eux.

  […]

No Picture
Vetrina

La SOPARFI société de participations financières et de détention de droit de propriété intellectuelle.

La Soparfi permet de faire coexister des activités commerciales et des activités financières au sein d’une même structure. Tandis que les activités commerciales subiront l’impôt dans les conditions de droit commun, les opérations financières (perception […]

Vetrina

Charges et réparations locatives

untitledEn préambule, il faut distinguer :

Les travaux et réparations locatives qui doivent être engagées et payées par le locataire.

Les charges locatives, engagées et payées par le propriétaire, et répercutées ensuite sur le locataire.

Les charges locatives

En même temps que le loyer, le locataire paie une provision pour charges, fixée en fonction des résultats de l’année précédente.
Un décompte des charges lui est ensuite communiqué : selon les cas, le bailleur lui demandera, lors de cette régularisation annuelle, un complément ou remboursera le trop-perçu.

Les pièces justificatives des dépenses sont à la disposition du locataire pendant un mois à compter de l’envoi du décompte.

En cas d’oubli ou d’omission, le bailleur peut réclamer le paiement de charges pendant une période de cinq ans (même durée de prescription que les loyers).

Les dépenses à la charge du propriétaire

Celles qui visent à la conservation en l’état du bien, ou à son amélioration : grosses réparations, gros travaux, créations d’espaces verts, toiture, ravalement, remplacement d’équipements…

L’ensemble des frais liés à la gestion et à l’administration de l’immeuble : assurance, honoraires du syndic, etc.

L’installation de nouveaux équipements, par exemple de sécurité (porte coupe-feu, portes blindées, etc.)

Les dépenses rendues obligatoires par l’application de lois ou de règlements (mise aux normes d’ascenseur, équipements anti-incendie, etc.)

Les dépenses liées au gardiennage et à la sécurité (le locataire a droit à une jouissance paisible des lieux…)

Les réparations des actes de vandalisme.

Les frais de réparations liés à une vétusté ou une malfaçon des équipements.

Les dépenses à la charge du locataire

Certaines charges, engagées par le propriétaire, sont récupérables sur le locataire. Elles sont pour l’instant définies par le décret 87-713 du 26 août 1987.

Les taxes locatives : droit de bail, taxes de balayage et d’enlèvement des ordures ménagères.

Les dépenses de produits consommables (eau, combustible, électricité, produits et fournitures d’entretien, ampoules, produits d’hygiène, insecticide, etc.)

Les dépenses d’entretien courant et de menues réparations des équipements collectifs et des parties communes.

Ce dernier poste exige quelques précisions :

Lorsque le remplacement d’un équipement est moins coûteux que sa réparation, la dépense est à la charge des locataires.

Certains contrats d’entretien incluent le remplacement de pièces. Dans ce cas, leur coût n’est pas totalement répercutable sur le locataire.

Pour les ascenseurs, 73% du coût d’entretien complet, avec grosses réparations et changement des pièces, sont répercutables sur le locataire.

Pour la robinetterie, les changements de petits matériels (joints, etc.) sont à la charge du locataire mais pas ceux des robinets eux-mêmes.

Le coût total, charges sociales comprises, du personnel chargé de l’entretien et de “l’élimination des rejets” (la sortie des poubelles) est à la charge des locataires.

Mais lorsque ces tâches sont assurées par un gardien logé sur place, seuls 75% de sa rémunération, hors avantage en nature, sont récupérables sur les locataires. En d’autres termes, 25% du coût du concierge “actif” est considéré comme inclus dans le loyer.

Un concierge qui se contente d’être présent sans assurer l’entretien ni la sortie des poubelles ne constitue pas une charge locative.

Les réparations

A la charge du locataire

Le décret du 26 août 1987 est assez détaillé : le locataire doit effectuer un certain nombre de travaux d’entretien et de réparation dans son logement et dans les parties extérieures dont il a éventuellement la jouissance exclusive.
Sont ainsi à sa charge :

Les menues réparations et l’entretien courant des équipements mis à sa disposition (cuisinière, réfrigérateur, etc.), de l’installation électrique, de la plomberie, du chauffage, etc.

Les menues réparations et l’entretien courant des revêtements intérieurs (sols, murs et plafonds).

L’entretien courant de propreté, obligation locative qui intervient surtout à la fin du bail.
Mis à part les cas précis mentionnés dans le décret, il n’est pas toujours simple de distinguer grosses et menues réparations. Le coût est naturellement un des critères à prendre en compte.
Le locataire n’est pas tenu d’effectuer les réparations normalement à sa charge dans plusieurs cas :
oquand il s’agit d’un vice de construction ou d’une malfaçon: inondations dues à une mauvaise étanchéité, peintures mal faites, etc.

quand il s’agit d’une usure normale des équipements et revêtements. On ne peut, par exemple, demander à un locataire de refaire sols et plafonds après dix ans d’occupation.

quand il s’agit d’un cas de force majeure (tempête, etc.).
A la charge du propriétaire

A contrario, le propriétaire doit effectuer tous les travaux et réparations qui ne sont pas à la charge du locataire.

Exemples parmi d’autres : renouvellement de la chaudière, changements des robinets, des volets, des fenêtres, etc. Sans oublier naturellement toutes les grosses réparations (ravalement, etc.).

Si le dommage est dû à un défaut d’entretien du locataire ou à une mauvaise utilisation des équipements, le propriétaire n’est pas légalement tenu de prendre la réparation ou le renouvellement à sa charge.

Quand le propriétaire ne fait pas face à ses obligations, le locataire peut demander au tribunal d’instance l’autorisation d’effectuer les travaux. Les dépenses pourront alors être déduites des loyers à venir.

Les frais de remise en état

Les frais de remise en état à la fin du bail sont un sujet fréquent de contentieux entre locataires et propriétaires. La loi est ici moins précise et c’est surtout une affaire de bon sens et d’usages, parfois sanctionnée par les tribunaux.

Les frais de remise en état sont à la charge du locataire s’il s’agit d’un manque d’entretien ou de dégradations particulières. C’est souvent le cas lorsque la location est de courte durée et que le logement n’est pas rendu en bon état.

En revanche, on ne peut reprocher à un locataire les effets de la vétusté et l’usure normale des équipements et revêtements intérieurs. Si la moquette ou les papiers peints sont tout simplement défraîchis, le propriétaire doit prendre à sa charge leur renouvellement. S’ils sont à la fois défraîchis et dégradés, les frais peuvent être partagés avec le locataire.

  […]