Brexit: diritti di proprietà intellettuale in caso di “no deal”

Qualche giorno fa il Governo britannico ha pubblicato un’ulteriore nota riguardante le conseguenze economiche di una no-deal Brexit, ovvero nel caso in cui il Regno Unito dovesse uscire dall’UE il 29 marzo 2019 senza un accordo sulle condizioni del recesso.

Il Governo britannico ha nuovamente ribadito il fatto che l’intenzione è quella di arrivare ad un accordo, e in questo caso ci sarà un periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2020, durante il quale non ci sarà alcun cambiamento significativo, anche per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale.  

Il diritto di base sui brevetti non subirà alcun cambiamento a seguito della Brexit. Tuttavia, la legge europea disciplina il regime per i certificati di protezione complementare (SPC) per prodotti farmaceutici e prodotti agrochimici nel Regno Unito. Nel caso di un “no-deal”, la legislazione europea pertinente sarà mantenuta nel diritto inglese. Inoltre, qualsiasi diritto esistente e licenza attualmente in vigore nel Regno Unito rimarranno tali anche dopo la Brexit. Non sono previsti cambiamenti significativi ai requisiti legali e alla procedura di presentazione della domanda relativi agli SPC. Il regime SPC del Regno Unito potrebbe variare nel tempo rispetto a quello previsto nell’Unione Europea, ma ciò richiederebbe una nuova legislazione presumibilmente preceduta da una piena consultazione delle parti interessate.

Il Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC) non è ancora stato istituito e ciò dipende dalla ratifica dell’accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti da parte della Germania (che a sua volta dipende dall’esito di una sfida costituzionale in corso).

Attualmente non si sa se il Tribunale Unificato dei Brevetti (UPC) sarà operativo prima del Brexit Day, ovvero il 29 marzo 2019. Anche in una situazione di “no-deal”, il Regno Unito deve valutare la possibilità di poter prender parte al sistema del Tribunale Unificato dei Brevetti e al sistema brevettuale unitario. Vale la pena notare che il Regno Unito ha ratificato l’accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti nell’aprile di quest’anno, e cioè dopo aver iniziato il processo di uscita dall’UE, il che significa che la continua partecipazione al Tribunale Unificato dei Brevetti è considerata dal Governo britannico politicamente accettabile, fermo restando il fatto che l’UPC è tenuto ad applicare la pertinente normativa UE nelle sue decisioni. Nel caso in cui venga vietata al Regno Unito la partecipazione all’UPC e al brevetto unitario, la protezione e l’applicazione dei brevetti nel Regno Unito resteranno invariate.

Per quanto riguarda invece i marchi europei (EUTMs), i disegni e i modelli comunitari registrati (RCDs), li stessi sono disciplinati da Regolamenti europei. Nel caso di “no-deal”, il Governo assicurerà che i diritti sui marchi europei, sui disegni e sui modelli comunitari esistenti continuino ad essere protetti e attuabili nel Regno Unito. Questo può essere realizzato fornendo il diritto su un marchio equivalente o su un disegno registrato nel Regno Unito.

Anche i disegni e i modelli comunitari non registrati (UCDs) sono disciplinati da Regolamenti europei. Allo stesso modo, se ci sarà un “no-deal” il Governo assicurerà che tutti i disegni e i modelli comunitari non registrati (UCDs) esistenti al momento dell’uscita dall’UE continuino a godere di protezione e continuino ad essere applicabili nel Regno Unito. Inoltre, il Regno Unito ha intenzione di creare un nuovo “ulteriore diritto sui disegni non registrati” che sarà l’equivalente di quello sui disegni e modelli comunitari non registrati (UCDs) nell’UE.

Per quanto riguarda il copyright, gran parte della Legge sul copyright nel Regno Unito trova le sue origini nei trattati internazionali e non dipende dall’appartenenza all’Unione Europea. Tuttavia, vi sono alcuni aspetti dell’attuale legislazione britannica sul copyright che derivano dalle direttive UE. Questi saranno incorporati nella legislazione del Regno Unito relativa alla Brexit, quindi non cambieranno, almeno a breve termine. Un’eccezione è rappresentata dai diritti sui generis delle banche dati – in seguito al “no-deal” Brexit, è improbabile che le banche dati create nel Regno Unito possano beneficiare della tutela prevista per le banche dati nel diritto dell’UE. Saranno coinvolti anche alcuni diritti di trasmissione. Fatta eccezione per tali aspetti, la Legge del Regno Unito relativa al copyright rimarrà per gran parte invariata a seguito del “no-deal” Brexit.

Attualmente, i produttori di cibi e bevande possono proteggere i nomi dei loro prodotti ai sensi delle Normative sulle Indicazioni Geografiche Comunitarie (IG) (Formaggio Stilton, per esempio). In seguito alla Brexit, il Governo istituirà il proprio sistema IG che rifletterà il sistema europeo esistente. I dettagli specifici del nuovo schema britannico saranno valutati attraverso una pubblica consultazione. È attualmente previsto che tutte le attuali IG del Regno Unito continueranno ad essere protette nell’ambito dello schema comunitario. In caso contrario, i produttori britannici dovranno fare richiesta alla Commissione Europea in veste di produttori di “paesi terzi”.

Per quanto riguarda invece l’esaurimento dei diritti di proprietà intellettuale, questi vengono considerati “esauriti” una volta che un prodotto è stato immesso sul mercato dello Spazio Economico Europeo (SEE) con il consenso del titolare del diritto.

In uno scenario di “no-deal”, il Regno Unito continuerà momentaneamente e unilateralmente a riconoscere il regime di esaurimento dell’UE.  Il Governo esaminerà quindi le opzioni e le consultazioni su un futuro a lungo termine per l’esaurimento dei diritti di proprietà intellettuale nel Regno Unito. Di conseguenza, è probabile che a breve termine non venga prevista alcuna modifica della posizione per l’importazione di beni nel Regno Unito post-Brexit. Tuttavia, per i restanti membri dell’UE/SEE, il Regno Unito lascerà lo Spazio Economico Europeo (in uno scenario di no-deal) il 29 marzo 2019, il che significa che potrebbero esserci delle restrizioni sull’esportazione delle merci dal Regno Unito allo Spazio Economico Europeo.

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