Brexit, 3 possibili scenari: 2. Lo scenario della transizione turbolenta

goodbyeuAbbiamo visto il primo di 3 scenari che secondo un sondaggio del Financial Times del 2016 che ha intervistato 100 economisti, possono aprirsi a seguito del Brexit, anche se, come abbiamo già visto, molto dipenderà dai termini in cui il Regno Unito lascerà l’UE.

Ricordo che il primo scenario prevede una situazione di vibrante economia non costretta dalla burocrazia di Bruxelles; il secondo prefigura un periodo di turbolenza e di instabilità finanziaria prima che il Regno Unito trovi la sua strada; il terzo presagisce un’economia che subisca danni a lungo termine (produzione e commerci).

  1. Lo scenario della transizione turbolenta

Lasciare l’UE risulta rischioso e darà l’economia britannica una brutta scossa, ma, una volta assestato un nuovo equilibrio, l’economia e la vita in generale non sarà né migliore né peggiore stando fuori dell’UE.

L’ipotesi si basa sul fatto che l’adesione all’Unione Europea risulta non essere uno dei problemi più importanti della prosperità economica britannica. Anche se le questioni commerciali e i legami con l’UE potrebbero deteriorarsi, il che sarebbe compensato da migliori relazioni con le altre nazioni (anche quelle non Commonwealth), le altre componenti principali della crescita economica – investimenti, competenze, concorrenza, innovazione e imprenditorialità – rimarrebbero intatti.

Ma staccarsi dal blocco UE inietterà grande incertezza nell’economia del Regno Unito, almeno fino al ristabilirsi di nuove relazioni con Bruxelles e con i paesi terzi extra UE, creando un periodo di instabilità di bassi investimenti, con il rischio di ripercussioni speculative sulla sterlina. I grandi investitori stranieri potrebbero contrarre i loro investimenti in Gran Bretagna nel breve termine, scegliendo di aspettare, anche per approfittare di possibili momenti di panico dei piccoli investitori (qualche ovvia avvisaglia di questi momenti sta accadendo proprio in queste ore).

Una minoranza consistente di economisti sostenitori di questo scenario ritiene che la Gran Bretagna potrebbe stare al di fuori dell’UE con relativamente poco disagi. I fautori di questa scuola di pensiero guarda ad altre economie europee, come la Norvegia e la Svizzera, che hanno prosperato nonostante il loro essere fuori dalla UE, ancorché parte dello Spazio Economico Europeo. Se il Regno Unito riuscisse a mantenere relazioni commerciali ampie e profonde con l’Unione Europea dopo esserne uscita (relazioni simili quelle della Norvegia, ad esempio), sarà perché avrà accettato di sottoscrivere molte delle leggi e dei regolamenti che attualmente costituiscono parte importante del corpo giuridico comunitario.

Bridget Rosewell, consigliere anziano di Volterra Partners, afferma di non credere che il Brexit costituirà alcuna differenza importante e che in effetti i vantaggi e gli svantaggi di adesione all’UE si equilibreranno. Ma la Rosewell, come altri sostenitori dell’idea che il Brexit creerà pochi cambiamenti nel lungo periodo nei rapporti con l’UE, sono, piuttosto, preoccupati per quel che potrà accadere con i Paesi al di fuori dell’UE, sostenendo che l’incertezza politica e amministrativa potrebbe fare la differenza in questo scenario. Ad esempio, Jonathan Portes, un ex alto funzionario del governo britannico prima di entrare  a far parte del NIESR (National Institute of Economic and Social Research), ritiene che uscire dall’UE sarà un sanguinoso incubo, che ci sarà una crisi burocratica e che la speranza possa essere quella di non fare troppi danni.

Più preoccupante appare invece la possibilità di un deflusso improvviso di denaro dal Regno Unito, che potrebbe rendere deficitarie le partite correnti del Paese per almeno il 5 per cento del reddito nazionale, e difficili da finanziare. Tenuto conto dei rischi economici i mercati probabilmente richiederebbero una remunerazione del rischio notevolmente più elevata sugli enormi capitale necessari a finanziare quel deficit, sostiene Neville Hill di Credit Suisse. Ciò significherebbe un ulteriore forte calo della sterlina e un deprezzamento di tutte le attività nel Regno Unito.

Molti di questi economisti respingono l’idea che il Brexit creerà problemi solo transitori. Al contrario, sostengono che gli investimenti cadrebbero pesantemente a seguito di un’uscita irregolare dall’UE, il che porterà a una crescita persistentemente bassa e la produttività ne sarà negativamente influenzata.

Anche gli stessi problemi temporanei potrebbero richiedere anni per riassorbirsi. Charlie Bean, ex vice governatore della Banca d’Inghilterra, afferma che se la Gran Bretagna che la continua incertezza delle condizioni di accesso delle aziende UK verso il mercato dell’UE determinerà un effetto frenante sugli investimenti che potrebbe durare parecchi anni.

In definitiva, la tesi secondo la quale il commercio sarebbe solo un elemento di lungo periodo delle economie è fondata, ma le conseguenze potranno essere più ampie e profonde di quelle auspicate dai pro-Brexit, mettendo a repentaglio gli stessi standard di vita della Gran Bretagna.

Paolo Battaglia
Dottore Commercialista in Ragusa e ACA Chartered Accountant (ICAEW) a Londra

info@studiobattagliacommercialisti.it

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About Paolo Battaglia 9 Articles
Dottore Commercialista in Ragusa, Chartered Accountant in Londra   Paolo Battaglia, è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Messina, con Master in Business Administration presso la Central Connecticut State University, è Dottore Commercialista e Revisore Legale in Ragusa e ICAEW Chartered Accountant (Institute of Chartered Accountant of England and Wales) in Londra, dove è anche membro della Corporate Finance Faculty e della Finance and Management Faculty ed è council member di “Gerson Lehrman Group”.   Nel 2016 è stato selezionato come Esperto dello Sportello per l’Internazionalizzazione della Regione Sicilia SPRINT.   È relatore in seminari e convegni in materia di Corporate Finance (Finanza Aziendale) ed è docente “Sovraindebitamento e rischio finanziario” presso il Master Universitario post laurea “Customer Care e Tutela dei Consumatori” della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Catania.   Corsi archiviati »   Previsioni Finanziarie »   Comunicare il proprio bilancio italiano in inglese »   La pianificazione strategica e la ricaduta sulla pianificazione finanziaria »   I principali strumenti di riclassificazione e di analisi di bilancio (UK) »   La tassazione dei redditi prodotti all’estero »   Analisi di bilancio »  Fusione Internazionale e Mergers Acquisition (serie): »  Parte III - Acquisizione e fusione »  Investimenti (serie): »  Parte I - Le alternative al prestito bancario »  Parte II - Come si costituisce il business plan in UK Hai delle domande per questo relatore? Contattaci .

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