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Liechtenstein : la tassa forfettaria per gli stranieri ricchi

Rispondendo a un’interpellanza il governo ha spiegato che lo scorso anno 41 individui o coppie sposate erano soggetti alla tassa forfettaria , il che ha consentito di generare  un reddito supplementare di CHF 5m . Il governo ha spiegato che il presupposto per beneficiare della tassa  forfettaria  è che i cittadini stranieri che hanno ottenuto un permesso di soggiorno non siano titolari di reddito da attività .

Concludendo , il governo ha insistito che questo tipo di tassazione è in linea con gli impegni internazionali nel settore della fiscalità che il Liechtenstein si è recentemente  impegnato a rispettare.

Il prelievo forfettario è oggi discutibile , visti i recenti sviluppi internazionali in materia fiscale e bisogna notare che cinque cantoni della Svizzera hanno già deciso di abolire il regime .

Si sostiene che il regime forfettario avvantaggia solo i cittadini stranieri , e quindi discrimina i cittadini del Liechtenstein .

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Svizzera: progetto per un mandato negoziale sull’accordo istituzionale

A giugno il Consiglio federale ha affidato al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) l’incarico di elaborare un progetto per un mandato negoziale con l’Unione europea in ambito istituzionale. Oggi il Consiglio federale ha adottato il progetto di mandato e lo sottopone a consultazione presso le Commissioni della politica estera e i Cantoni. Le parti sociali ne vengono informate.

La via bilaterale resta al momento lo strumento più efficace in materia di politica europea per difendere gli interessi della Svizzera nei confronti dell’UE, che rimane di gran lunga il suo principale partner commerciale. Poggiando su una ventina di accordi bilaterali principali e un centinaio di altri accordi settoriali, questa via garantisce agli operatori economici svizzeri accesso al mercato interno dell’UE. Il Consiglio federale ha confermato a più riprese questo strumento, attestando che resta il più adatto a difendere gli interessi della Svizzera. La via bilaterale è stata, inoltre, regolarmente sostenuta dal popolo svizzero e dai Cantoni, ottenendo più volte la maggioranza quando sottoposta a votazione.

Per preservare l’acquis della Svizzera, la via bilaterale deve essere rinnovata senza compromettere l’indipendenza e la prosperità del Paese né la salvaguardia dell’accesso al mercato. Discussioni a livello svizzero ed europeo hanno permesso di tracciare diverse bozze di soluzione di natura tecnica e giuridica. Basandosi su una di queste opzioni, il Consiglio federale ha incaricato, lo scorso giugno, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di elaborare un progetto per un mandato di negoziazione. Oggi il Consiglio federale ha confermato la decisione presa a giugno e sottopone il progetto di mandato a consultazione presso le Commissioni della politica estera e i Cantoni. Le parti sociali ne vengono informate.

Questioni istituzionali La soluzione scelta dal Consiglio federale non implica alcuna nuova istituzione di carattere sovranazionale e consente, da un lato, di garantire l’omogeneità del diritto applicabile e, dall’altro, di tutelare l’autonomia della Svizzera in quanto Stato non membro dell’UE. Ogni parte garantirà il monitoraggio sull’applicazione dell’accordo all’interno del proprio territorio mediante le sue autorità, mentre la supervisione generale sull’applicazione sarà assicurata dal comitato misto. Sia la Svizzera sia l’UE possono, all’occorrenza, sottoporre alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) le questioni interpretative relative al diritto dell’UE recepito in un accordo bilaterale. Sulla  base dell’interpretazione della CGUE il comitato misto dovrà cercare una soluzione accettabile per entrambe le parti. In suo difetto potrebbero essere adottate misure compensative proporzionate che possono arrivare fino alla sospensione parziale o totale dell’accordo interessato.

La soluzione scelta non implica nemmeno il recepimento automatico dell’acquis comunitario. Qualsiasi integrazione di una nuova disposizione del diritto dell’UE in un accordo bilaterale deve essere oggetto di una decisione da parte della Svizzera, nel pieno rispetto delle sue procedure interne. In sostanza, un futuro accordo istituzionale non può produrre, come effetto, la modifica della natura e del campo di applicazione degli accordi tra la Svizzera e l’UE. Così, per esempio, per quanto concerne l’accordo sulla libera circolazione delle persone, non sarà recepita la direttiva europea relativa alla cittadinanza. Sarà garantito che la Svizzera possa mantenere le misure complementari in materia di libera circolazione delle persone.

Prossime tappe Il progetto di mandato – che contiene gli obiettivi e le direttive negoziali cui sarà soggetta la delegazione svizzera – viene oggi sottoposto a consultazione presso le Commissioni della politica estera e i Cantoni. Le parti sociali ne vengono informate. I risultati della consultazione saranno presentati al Consiglio federale in vista dell’adozione definitiva di un mandato. Se vengono aperti i negoziati e hanno buon esito, il Parlamento e il popolo avranno la possibilità di esprimersi in materia.

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Il Cancelliere britannico difende le politiche fiscali

Nel corso del discorso annuale sull’economia britannica, tenutosi presso la Mansion House a Londra, il Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito George Osborne ha difeso le misure fiscali adottate dal Governo. Parlando della decisione di ridurre l’aliquota d’imposta applicata alla fascia di reddito più alta, Osborne ha detto che la vecchia aliquota “rappresentava il peggio di entrambe le parti”, in quanto frenava l’imprenditorialità e non generava entrate fiscali sufficienti. Ha anche definito i piani di alcuni stati europei di introdurre una Tassa sulle Transazioni Finanziarie “dannosi”, e ha paragonato questa misura all’abolizione da parte del Regno Unito dell’imposta di bollo sulle azioni quotate all’AIM.

Osborne ha dichiarato che il Regno Unito sta “passando dal salvataggio alla ripresa,” e ha identificato “un sistema fiscale non competitivo” come una delle ragioni che hanno causato la crisi nel Regno Unito. Tuttavia, Osborne ha anche evidenziato altri fattori: questi includono la misura del settore pubblico, che ha detto era “troppo grande;” un’economia poco bilanciata, dipendente da troppe poche industrie e concentrata su poche aree; la mancanza di relazioni con i Paesi del mondo a forte crescita; e un sistema normativo scadente nell’industria finanziaria.

Osborne ha spiegato che il Governo intende affrontare queste problematiche attraverso l’ “attivismo monetario” per supportare la domanda; politiche fiscali volte a ridurre il deficit; e un’ “estesa riforma strutturale” che riguarderebbe anche parti del sistema bancario. Il Cancelliere ha descritto sistemi di prestito per supportare l’acquisto d’immobili e le piccole e medie imprese, e piani di creare una delimitazione tra le banche commerciali e le loro divisioni d’investimento. Facendo riferimento alla banca in difficoltà RBS, che è ora per l’ 81 per cento di proprietà pubblica, Osborne ha presentato la possibilità che i titoli tossici possano essere spostati verso una “Bad Bank”; tuttavia, solo se questo trasferimento supporterebbe l’economia, fosse nell’interesse dei contribuenti e rendesse più veloce un ritorno alla proprietà privata. Osborne ha anche dimostrato la sua approvazione nei confronti di un recente report redatto dalla Commissione Parlamentare per il Settore Bancario, che raccomanda l’introduzione di sanzioni criminali e l’eliminazione dei bonus una volta che il piano di salvataggio delle banche è stato completato, e la creazione di nuove banche commerciali.

Il Cencelliere ombra del Partito Laburista, Ed Balls, ha accolto favorevolmente il piano di Osborne di rivede la struttura della RBS, anche se lo ha accusato di aver abbandonato un piano di vendita “temerario”. Tuttavia, Balls ha contestato la valutazione di Osborne sull’economia generale, citando un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale la ripresa è ancora incerta. Balls ha invitato a effettuare investimenti nelle infrastrutture.

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I deputati del Parlamento Europeo adottano risoluzioni sulle iniziative anti-evasione

I legislatori dell’Unione Europea hanno dichiarato che sarà richiesto a tutti gli stati membri di approvare le misure volte a contrastare l’utilizzo dei cosiddetti “paradisi fiscali” e di misure di pianificazione fiscale aggressiva, così come quelle per bloccare le scorciatoie fiscali.

Adottando una risoluzione in materia di evasione fiscale, i deputati del Parlamento Europeo hanno rimarcato la necessità di colmare il “buco fiscale” creato dalla perdita di entrate causata non solo dalla frode e dall’evasione fiscale, ma anche dall’elusione legittima e da attività di pianificazione fiscale “aggressiva”. È stato stimato che a causa di queste attività ogni anno vengono perse entrate pari a 1 miliardo di euro; la risoluzione adottata dal Parlamento europeo prevede che i governi si pongano l’obiettivo di dimezzare questa figura entro il 2020.

Un’altra risoluzione adottata in relazione al report annuale del Parlamento in materia di tassazione presenta le modalità in cui i governi potrebbero coordinare più efficacemente i propri sistemi fiscali. Secondo Ildiko Gáll-Pelcz, Parlamentare europeo e responsabile per questa risoluzione, l’Europa necessita di “una piattaforma comune per lo scambio di informazioni fiscali negli anni a venire e di sistemi fiscali che promuovano la crescita. Non abbiamo bisogno di più tasse, ma di più persone ed imprese che le paghino.”

Entrambe le risoluzioni richiedono agli stati membri di accordarsi su una chiara definizione, valida a livello europeo, dei “paradisi fiscali”, e di stilare una blacklist comune delle giurisdizioni che si qualificano come tali. In modo similare, dovrebbero essere attuate e rafforzate misure per prevenire che le imprese trasferiscano redditi verso queste giurisdizioni; i governi dovrebbero inoltre fare uso di tutte le fonti di informazioni a loro disposizione.

I Parlamentari hanno anche consigliato di non concedere alcun finanziamento, sia europeo che statale, alle imprese che non rispettano gli standard fiscali dell’UE, mentre le  imprese che prendono parte in competizioni per l’assegnazione di appalti pubblici dovrebbe essere obbligate a fornire i dettagli relativi a qualunque sanzione o condanne legate a questioni di natura fiscale. Nei casi in cui i fornitori violino i propri obblighi fiscali, le autorità pubbliche dovrebbero avere il diritto di terminare il contratto stipulato.

Concludendo, i deputati del Parlamento Europeo vogliono che l’UE assuma un ruolo di guida nel migliorare la trasparenza fiscale ed i meccanismi per lo scambio di informazioni, raccomandando un sistema per facilitare la coordinazione in quest’area.

Le risoluzioni sono state votate in vista della riunione del Consiglio Europeo previsto per oggi. Nel corso di un intervento durante una sessione plenaria del Parlamento, il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha spiegato che i ministri discuteranno le iniziative anti-frode e anti-evasione, con l’obiettivo di ristabilire “il senso di equità che cittadini e imprese non riconoscono più in seguito alla crisi finanziaria.”

Barroso ha chiarito la sua intenzione di insistere affinché vi sia un impegno politico sullo scambio automatico di informazioni per tutte le tipologie di reddito, fissando il 1° gennaio 2015 come data termine per l’implementazione di tali meccanismi. Lavoro, pensioni e assicurazioni sono i campi già inclusi in questo progetto; Barroso vuole però estendere la nuova proposta anche ad altre tipologie di reddito, come quello da dividendi o plusvalenze capitali.

Nonostante ciò, Barroso ha avvisato che l’UE dovrà far fronte a un “divario di implementazione” di tali iniziative. Ha spiegato che le attività svolte a livello nazionale, europeo ed internazionale devono essere velocizzate e coordinate in modo più efficace. Gli stati membri dovrebbero affrettarsi ad adottare il Piano d’Azione della Commissione su evasione ed elusione, così come le Raccomandazioni relative ai paradisi fiscali ed alla pianificazione fiscale aggressiva.

Nel corso dei prossimi giorni la Commissione presenterà delle raccomandazioni per la riforma del controllo e dell’amministrazione fiscale specifiche per ogni paese.

Al termine del suo discorso, Barroso ha sottolineato l’importanza dell’incontro: “Ora è il momento di andare avanti, non con altre parole ed analisi, ma approvando ed implementando proposte ed azioni concrete.”

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