Nel 2017 il Ministro per l’edilizia residenziale ha pubblicato un white paper che ha messo in atto i piani del Governo diretti a riformare il mercato immobiliare.
La questione relativa all’estensione del lease di un appartamento è stato uno degli argomenti delle riforme che sono stati proposti. La Law Commission è stata inviata a rivedere i processi di estensione e concessione di fondi. Nel settembre 2018 la Law Commission ha pubblicato le prime raccomandazioni su quali aspetti dell’attuale sistema potrebbero essere modificati, seguita da un periodo di consultazione pubblica che è stata chiusa il 7 gennaio 2019.
I punti principali delle proposte della Commissione di Legge relative alla estensione dei contratti di locazione in sintesi erano:
- Rimuovere le “zone oscure” dell’attuale Act extension process del 1993;
- Limitare ulteriormente l’ammontare dei costi legali e di valutazione che un proprietario immobiliare dovrebbe avere il diritto di recuperare dal proprietario dell’appartamento per aver richiesto un’estensione del lease.
- Garantire coerenza al metodo di valutazione per evitare eventuali discussioni su ciò che un leasholder dovrebbe pagare.
La Law Commission è ora nella fase di sviluppo delle politiche e prevede di pubblicare un rapporto finale con le sue raccomandazioni finali quest’anno. È molto improbabile che la riforma dell’attuale legislazione avrà effetto fino al 2020.
Le ultime due proposte, se attuate, risolverebbe lo squilibrio presente tra il leaseholder ed il freeholder in relazione alle rispettive posizioni di contrattazione. Se i proprietari fossero costretti a sopportare i propri costi professionali del processo di estensione, sarebbero più inclini a stabilirsi in una fase iniziale. Attualmente i titolari di quote possono essere costretti a pagare le quote o a spendere ulteriori costi professionali per far valere il proprio credito nei confronti del Tribunale di primo livello senza alcuna certezza in merito al risultato del premio. Vi è tuttavia un gran numero di proprietari terrieri che concordano prontamente quello che viene definito il prezzo appropriato dell’Atto del 1993 e che non cercano di introdurre unilateralmente termini di leasing avversi, in questi casi è improbabile che le riforme proposte cambino il costo totale dell’estensione. La possibilità di una riforma mette i locatari esistenti in una situazione di incertezza. Se il tuo contratto di leasing sfiora la soglia degli 80 anni o è attualmente al di sotto di quest’ultima, allora è necessario estenderlo. Se invece il contratto di leasing è di 82 anni, non è scaduto e non stai cercando di vendere, allora è meglio aspettare di vedere quali saranno gli effetti delle riforme.
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