Nel 2010 il governo si è posto come obiettivo quello di fare del Regno Unito il paese più competitivo del G20 in termini di imposte sulle imprese e di creare le migliori condizioni per favorire gli investimenti nell’impresa, nell’innovazione e favorire la crescita economica.
Per raggiungere questi obiettivi il governo ha ridotto la Corporation Tax dal 28% al 20% ed una ulteriore riduzione è prevista nel 2020 dove l’imposta sul reddito d’impresa si assesterà al 17%.
In questi ultimi giorni, George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere, ha avanzato l’ipotesi di un’ulteriore riduzione al 15%.
Un ulteriore incentivo è stato portato dall’introduzione del Patent Box e da un bonus sugli investimenti in impianti e macchinari pari a 200.000 sterline annue.
Tutte queste riforme hanno aiutato l’economia inglese a risollevarsi dalla crisi economica del 2008.
Il piano finanziario per il 2016 rinforza la volontà del governo di ottenere un regime fiscale più competitivo e stabile.
Vengono perseguiti i seguenti obiettivi:
- Ridurre gli adempimenti fiscali e la tassazione per le piccole e medie imprese;
- Limitare l’elusione fiscale;
- Semplificare e modernizzare il sistema amministrativo fiscale.
In linea con tale programma di ammodernamento sono stati annunciati cambiamenti nel trattamento delle perdite.
L’attuale normativa, prevede che quando un’impresa realizza una perdita d’esercizio possa:
- Riportare la perdita a nuovo per essere utilizzata negli esercizi successivi;
- Compensare tale perdita con gli utili realizzati l’anno precedente ed ottenere così un rimborso sulle imposte versate;
- Compensare tale perdita con gli utili realizzati da altre società UK facenti parte dello stesso gruppo.
Attualmente non c’è alcuna restrizione sull’ammontare dei profitti che possono essere compensati, ma esistono restrizioni sul tipo di profitti con cui tali perdite possono essere utilizzate negli esercizi futuri.
Generalmente le perdite legate allo svolgimento di una particolare attività possono essere compensate con profitti futuri generati dalla medesima attività.
Il governo ritiene che tale restrizione non sia coerente con l’attuale pratica internazionale di trattamento delle perdite d’esercizio.
Il fatto che le perdite portate a nuovo possano essere compensate con profitti legati alle medesime attività dalle quali sono scaturite, significa non venire incontro alle svariate attività che un’impresa può svolgere.
L’assenza di restrizioni sull’ammontare dei profitti tassabili che possono essere compensati d’altra parte comporta minori entrate nelle casse erariali.
Il governo, per tali motivi, ha annunciato due riforme relativamente alle regole che disciplinano il trattamento delle perdite d’esercizio:
- Le perdite che si genereranno a partire dal 01/04/2017 e riportate a nuovo potranno essere utilizzate in compensazione di qualunque attività aziendale della stessa società o di altre facenti parte dello stesso gruppo;
- L’ammontare di profitti con cui si potranno compensare tali perdite a partire dal 01/04/2017 sarà limitato al 50% per importi superiori ai 5 milioni di sterline.
Questo significa che se una società o un gruppo presenta perdite portate a nuovo per 7 milioni di sterline e nell’esercizio successivo vengono realizzati utili tassabili per 6 milioni di sterline solo 5 milioni e 500 mila potranno essere compensati, mentre il restante milione e mezzo verrà portato a nuovo nell’esercizio successivo.
Si ritiene, comunque, che nonostante l’introduzione di tale soglia, più del 99% delle imprese troveranno giovamento da tale riforma, specialmente per il fatto che verrà data loro la possibilità di compensare le perdite con qualunque profitto aziendale e/o di gruppo.
La consultazione si concluderà ad Agosto 2016 e la bozza di legge sarà pubblicata in autunno e resa operativa nella finanziaria 2017.
Marina d’Angerio
Dottore Commercialista
ICAEW Chartered Accountant
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