Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha invitato l’Ungheria ad adottare un’ambiziosa e crescente strategia di adeguamento fiscale per ottenere una riduzione sostenibile del debito pubblico, oltre che costruire uno spazio politico. La strategia dovrebbe basarsi sul risanamento durevole delle spese, sulla revisione della spesa ed una graduale eliminazione delle imposte distorsive.
Nell’articolo IV del rapporto di consultazione con l’Ungheria del 2014, il FMI ha accolto con favore l’impegno delle autorità al consolidamento fiscale, ma ha osservato che le politiche attuali sembrano essere insufficienti. Con l’obiettivo di disavanzo in aumento del 2,9% rispetto al prodotto interno lordo (PIL), il disavanzo strutturale è impostato per aumentare di circa l’uno per cento del prodotto interno lordo di quest’anno, lasciando il debito pubblico più o meno invariato a circa il 79% del PIL.
Il rapporto afferma che è necessario che il governo ungherese semplifichi il regime fiscale attraverso una riduzione delle esenzioni e dei regimi speciali, e l’eliminazione delle imposte distorsive settoriali; ridurre il cuneo fiscale elevato per i lavoratori a basso reddito; e combattere efficacemente la frode in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA), in particolare in relazione alla vendita di prodotti alimentari di base.
Presentando le raccomandazioni, il FMI ha affermato che i risparmi fiscali possono essere ottenuti dalla riduzione del numero delle aliquote IVA da tre a due. Allo stesso modo, si consiglia di eliminare le esenzioni fiscali sui redditi di alcune società (ad esempio quelle sportive e ludiche), e rimuovendo le esenzioni dell’accisa su gasolio e tabacco. Nell’insieme tali misure avrebbero un impatto fiscale di circa lo 0,9 % sul PIL.
Tuttavia, il principale contributo alla riduzione del deficit deve essere apportato attraverso la lotta contro le frodi IVA. Infatti, l’eliminazione del 75% del totale stimato sulle frodi IVA avrebbe un significativo impatto di circa l’1,3% sul PIL.
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