Stati Uniti: la Tax Foundation invita a riformare l’imposta sulle societa’

indexIn un nuovo documento, la Tax Foundation ha esortato gli Stati Uniti a ridurre le aliquote dell’imposta sulle società e a fondere assieme l’imposta sulle società e le tasse sugli azionisti.

La Tax Foundation ha sottolineato che negli Stati Uniti falliscono all’incirca 60.000 imprese all’anno, e che ne sono fallite all’incirca un milione dall’ultima riforma della tassazione sulle imprese nel 1986. Altre attività sono state strutturate come “pass-through entities”, i cui profitti vengono tassati alle aliquote fiscali individuali previste per i rispettivi proprietari, che possono essere inferiori all’aliquota dell’imposta sulle società. Tali entita’ sono utili per evitare la doppia imposizione sugli azionisti, consentendo agli stessi di evitare imposte sulle plusvalenze o sui dividendi.

Secondo i dati riportati nel documento: “Più del 60% dei profitti aziendali negli Stati Uniti vengono ora tassati ai sensi del codice delle imposte sui redditi delle persone fisiche piuttosto che ai sensi del codice delle imposte sulle imprese, il che spiega il motivo per cui gli Stati Uniti raccolgono un’ammontare relativamente poco elevato di entrate fiscali dalle imprese pur avendo la piu’ elevata aliquota di imposta sulle societa’ del mondo industrializzato”.

Tuttavia, nonostante questa riforma fiscale sia vantaggiosa per l’economia nel suo complesso perché abbassa la pressione fiscale sugli investimenti delle imprese, si teme ugualmente che “qualcosa vada perduto.”

E’ stato evidenziato che queste pass-through entities “non offrono la stessa possibilita’ di attirare gli investimenti da migliaia di soci o di trasferire facilmente le azioni. Il declino del settore Corporate sta di fatto rallentanto la capacità industriale americana e la crescita di posti di lavoro.”

La soluzione per i legislatori è quindi quella di prevedere “un unico livello di imposta” per i vari tipi di impresa, ma anche la riduzione delle imposte sulle società, e l’integrazione dell’imposta sulle società e di quella sugli azionisti per evitare la doppia imposizione, “come buona parte del resto del mondo sviluppato ha già fatto”.

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