Regno Unito: autodifesa in giudizio

La mancanza di rappresentanza legale non dovrebbe costituire un ostacolo alla giustizia, ma è importante garantire che a coloro che possono stare in giudizio personalmente senza il ministero di un difensore (“litigants in person” – LiP) vengano garantiti gli stessi standard degli avvocati quando si tratta di utilizzare le norme di procedura civile oppure tali soggetti dovrebbero godere di un margine di tolleranza in caso di errori?

Sul punto, la decisione della Corte Suprema in Barton -v- Wright Hassall si e’ pronunciata chiarendo che la tolleranza per i Lip che infrangono le regole sta diminuendo.

Nel caso di specie, il signor Barton era un soggetto abituato ad autodifendersi in giudizio.

Wright Hassall aveva rappresentato Mr Barton per un certo periodo ma aveva poi abbandonato l’incarico a seguito di una disputa sulle tariffe. A questo punto il signor Barton aveva prontamente fatto causa anche a questi, presentando un ricorso con scadenza 25 giugno 2013.

Il signor Barton aveva presentato tale ricorso via e-mail ai rappresentanti di Wright Hassall il 24 giugno 2013, ma il destinatario era in ferie ed era stato informato il 4 luglio 2013 che il servizio via e-mail non era stato accettato. Erano dunque scaduti i termini per presentare ricorso.

Naturalmente Mr Barton si era opposto, richiedendo che il servizio venisse convalidato retrospettivamente citando, tra le altre cose, la sua ignoranza relativamente alle norme procedurali che regolano la presentazione di un ricorso e sostenendo che Wright Hassall stava ricorrendo a “tattiche del mestiere” approfittando della sua inesperienza.

I giudici della Corte Suprema hanno respinto a maggioranza l’appello di Mr Barton.

Sul punto, dichiarandosi consapevole del fatto che, in certi casi, un soggetto potrebbe ritrovarsi costretto a stare in giudizio personalmente senza il ministero di un difensore non per sua scelta, Lord Sumption ha evidenziato che le norme procedurali sono disponibili online e ha evidenziato che il materiale messo a disposizione a tali soggetti dal Tribunale indica a tali soggetti che devono autodifendersi in giudizio l’indirizzo del sito internet in questione.

L’ignoranza di tali norme, pertanto, sia essa inventata o meno, non poteva essere addotta come scusa.

Lord Sumption non era inoltre d’accordo sul fatto che i rappresentanti di Wright Hassall avessero usato delle tattiche, concludendo che questi ultimi si erano semplicemente avvantaggiati della difesa a loro disposizione.

La decisione in questione è stata rapidamente seguita da Reynard -v- Fox, in tema di errata interpretazione di norme procedurali da parte di un Lip.

Nel concludere, era stato stabilito che il sig. Reynard non aveva utilizzato la procedura richiesta contenuta in un’ordinanza del tribunale e che, in ogni caso, non vi erano fondati motivi per cui il sig. Reynard potesse fare appello.

Entrambe le sentenze distinguono tra l’assistenza giudiziaria offerta ai soggetti che si autodifendono in tribunale e l’applicazione obiettiva delle norme in base alle quali devono essere condotti i casi.

L’Equal Treatment Bench Book, recentemente aggiornato dalla magistratura, dedica un capitolo a tali soggetti, vittime del sistema giudiziario.

Viene tuttavia chiarito che, sebbene vi sia un obbligo per il giudice e tutte le parti rappresentate di assistere tali soggetti nella comprensione delle regole procedurali e della lingua del tribunale, è comunque necessario trovare un equilibrio. La magistratura dovrebbe garantire che le parti rappresentate siano protette da qualsiasi problema derivante dalla mancanza di conoscenze giuridiche o procedurali di coloro che si autodifendono senza pero’ diventare loro rappresentante de facto.

 

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