L’Indonesia, al pari della Malesia, ha deciso di ridurre a zero l’aliquota della tassa sull’esportazione dell’olio di palma grezzo (CPO) nel mese di ottobre, al posto dell’aliquota fiscale del 9% applicata nel mese di settembre, nel tentativo di preservare la propria competitività.
Entrambi i paesi devono fronteggiare la necessità di aumentare le esportazioni e diminuire le rispettive scorte, dopo che i prezzi mondiali dell’olio di palma (utilizzato non solo in cucina, ma anche per la produzione di saponi, detergenti e biocarburanti) sono diminuiti notevolmente negli ultimi mesi come reazione all’eccesso di offerta seguita all’aumento della produzione.
La Malesia, dopo avere fissato l’aliquota dell’imposta sulle esportazioni al 4,5% per settembre, ha successivamente cambiato idea ed ha annullato l’aliquota fiscale per i due mesi di settembre e ottobre di quest’anno. Essa ha anche indicato che, se i prezzi mondiali non dovessero risalire, potrebbe decidere di mantenere l’aliquota zero almeno fino alla fine dell’anno.
L’Indonesia ha deciso di seguire l’esempio. Secondo la normativa fiscale CPO del paese, viene applicato un dazio dell’1,5 per cento sulle esportazioni solo se il prezzo medio di riferimento raggiunge almeno i 700 dollari per tonnellata, mentre il prezzo attuale si aggira intorno ai 650 dollari per tonnellata.
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