Le società del Guernsey si oppongono alla tassazione su beni e servizi

La Confederation of Guernsey Industry (CGi) ha pubblicato un nuovo rapporto sull’impatto prodotto dall’introduzione di una tassa su beni e servizi nel Guernsey.

Il CGi afferma che il rapporto, commissionato dal professor Domenic Swords della Henley Business School, rafforza il punto di vista del CGi, del Guernsey International Business Association (GIBA) e della Camera di Commercio, che l’introduzione di una tassa sui beni e servizi (GST) sarebbe inadeguata per una piccola economia come il Guernsey.

La relazione è stata inviata ai legislatori del Guernsey il 16 luglio 2014, nell’ambito di un dibattito in corso sulle misure fiscali per assicurare la sostenibilità a medio termine delle finanze del Guernsey.

Il documento in lavorazione, che includeva la proposta di una tassa su larga scala che grava sui consumi, è stato consegnato ai membri del consiglio per la politica all’inizio di maggio, ma le informazioni sull’atto sono trapelate, e quindi è stato successivamente pubblicizzato sul sito web del governo.

Il documento ha preso atto della eccessiva dipendenza dalla base imponibile corrente sulle imposte dirette sul reddito, ed ha proposto che la base imponibile sia diversificata, per ridurre la dipendenza dall’imposta personale diretta. Sull’imposta sui consumi, il documento raccomanda che: “il Dipartimento del tesoro e delle risorse dovrebbero intraprendere ulteriori lavori e riferire agli Stati, entro e non oltre giugno 2017, in merito alle implicazioni sull’introduzione della tassa su larga scala che grava sui consumi non prima del 2019.”

Il ministro delle finanze dell’isola, Gavin St Pier, ha parlato poi dei benefici che una tassa sui consumi potrebbe apportare, tra cui detrazioni fiscali per attirare più talenti nell’isola. Parlando ai membri del GIBA, ha detto: “La diversificazione della base imponibile offre una serie di opportunità che comprendono la diminuzione della pressione fiscale sia diretta che totale per la maggioranza dei lavoratori della fascia di reddito medio e l’incremento dei compensi esenti da imposte e delle detrazioni fiscali, oltre che l’aumento del contributo da parte di quel settore delle imprese che consuma beni e servizi nelle nostre isole, ma che non paga le imposte sul reddito” ha detto.

Ha poi aggiunto: “Se a tempo debito tutte le proposte vengono presentate per l’introduzione di una tassa su larga scala che grava sul consumo, sarà essenziale che siano accompagnate da misure destinate a ridurre [l’impatto] sui lavoratori a basso reddito.”

La GIBA e le altre due associazioni imprenditoriali del Guernsey, però, non sono convinte. Nel nuovo rapporto presentato ai legislatori e pubblicato sul sito web della CGI, Swords scrive che una GST non è appropriata per il Guernsey, per tre motivi:

  • E ‘probabile che produca un impatto molto negativo su alcuni settori chiave per l’isola. In particolare, nei settori del retail, dei viaggi, del turismo ed ospitalità che si distinguono per avere una bassa tassazione in generale, ed in particolare una esenzione IVA, caratteristica significativa della loro competitività.
  • Come giurisdizione limitata ed aperta, e con una grande percentuale di piccole e micro imprese all’interno della sua economia, l’impatto di una GST avrebbe un effetto sproporzionato e negativo sulla crescita e l’innovazione in questi importanti settori. Una GST sarebbe particolarmente costosa ed inefficiente, paragonabile all’imposizione di un ingente costo amministrativo sulle imprese locali.
  • Una GST è un’imposta ad effetto regressivo, in quanto ha un effetto pronunciato sul consumo e sul tenore di vita dei soggetti con redditi più bassi. Mentre possono essere adottate misure per compensare questo impatto, che provoca una maggiore complessità e maggiori costi al sistema fiscale, falsano il sistema degli incentivi al mercato del lavoro ed alterano la reputazione delle ridotta tassazione delle isole.

In conclusione, una GST non dovrebbe essere introdotta in questo momento come nuova strategia fiscale, a causa di queste potenziali caratteristiche dannose. Essa porrebbe gravi rischi per la futura prosperità delle isole. Prima di decidere se introdurre o meno una GST, è urgente sollecitare che un più approfondito riesame della visione del futuro per i servizi pubblici delle isole dovrebbe essere al centro della preoccupazione per risolvere il problema fiscale“, scrive Swords.

“Un principio importante che è emerso nel processo di consultazione, che è stato al centro della produzione di questo rapporto, è che le decisioni devono essere viste al di fuori del contesto dell’intero sistema fiscale e di spesa, e non valutate su una base imponibile fiscale.” La relazione si conclude suggerendo alcuni modi alternativi in cui Swords crede che lo squilibrio fiscale potrebbe essere ridotto senza danneggiare la salute del commercio a lungo termine delle isole.

Guernsey attualmente non impone un’imposta sulle vendite o sull’IVA, a differenza degli altri territori dipendenti dalla Corona Britannica, Jersey e l’Isola di Man, entrambi riscossori IVA.

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