“La Norvegia potrebbe impedire al Regno Unito di tornare a far parte dell’Associazione Europea di Libero Scambio”

La Norvegia potrebbe impedire al Regno Unito di tornare a far parte dell’Associazione Europea di Libero Scambio (AELS), di cui fa parte un gruppo ristretto di nazioni che ha accesso al Mercato Unico Europeo senza far parte dell’Unione Europea.

Gli Alti Rappresentanti del Governo Norvegese si confronteranno nelle prossime settimane con David Davis, il Ministro Britannico che si occuperà della transizione che dovrebbe portare la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea.

Alcuni sostenitori della Brexit hanno suggerito che l’adesione all’ AELS rappresenterebbe un modo per mantenere l’accesso al Mercato Unico Europeo, rispettando così il mandato del referendum di lasciare l’Unione Europea.

La Norvegia non è un Paese membro dell’Unione Europea, ma ha accesso al Mercato Unico Europeo tramite la sua adesione allo Spazio Economico Europeo (SEE) che raggruppa tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e tre dei quattro membri dell’AELS (Norvegia, Islanda e Liechtenstein, ma non la Svizzera).

Il Ministro degli Affari Esteri Norvegese, Elisabeth Vik Aspaker, in seguito al crescente dibattito nel Paese dopo la Brexit, ha dichiarato: “Non è certo una buona idea lasciare un grande Paese in questa situazione. Bisognerebbe ristabilire un equilibrio, che non è propriamente nell’interesse della Norvegia.”

Il Ministro ha anche confermato che il Regno Unito può aderire all’ AELS solo se vi è un accordo unanime, attribuendo così alla Norvegia il potere di veto. Inoltre ha aggiunto che non era a conoscenza dei piani del Regno Unito. L’adesione allo Spazio Economico Europeo prevede l’accesso alle quattro libertà del Mercato Comune: la libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali. La Norvegia, che ha bisogno di manodopera in più, non si oppone alla libera circolazione, anche se la questione relativa ai richiedenti asilo ed ai rifugiati è ancora controversa.

Aspaker ha detto che il vertice speciale dell’Unione Europea a Bratislava e la Conferenza del partito conservatore nel mese di ottobre potrebbero fare maggiore chiarezza sulle intenzioni del Regno Unito.

Una delle preoccupazioni è che la Norvegia, attraverso l’AELS, ha firmato accordi commerciali con 38 Paesi, tra cui il Messico, il Canada, la Colombia, il Marocco, il Kuwait e il Qatar. Se il Regno Unito dovesse aderirvi, quegli accordi commerciali potrebbero dover essere rinegoziati e i futuri accordi commerciali diventerebbero più complessi.

Durante la campagna referendaria del Regno Unito, i membri del Governo Norvegese, tra cui il Primo Ministro, Erna Solberg, ripetutamente hanno esortato gli elettori britannici a non seguire l’esempio della Norvegia dicendo: “Non lasciate l’Unione Europea o ve ne pentirete.”

La classe politica in gran parte pro-Unione Europea in Norvegia sostiene che il prezzo da pagare per l’accesso al Mercato Unico Europeo è costituito dalla perdita di sovranità in quanto la Norvegia rimarrebbe vincolata alle decisioni comunitarie senza avere potere di voto sul modo in cui queste ultime vengono prese.

La Gran Bretagna è stata uno dei membri fondatori dell’EFTA nel 1960, l’organizzazione di libero scambio che era un’appendice della Comunità Economica Europea (CEE) che successivamente è diventata Unione Europea. Nel 1973, la Gran Bretagna è entrata a far parte della CEE.

Opponendosi ad un eventuale ritorno della Gran Bretagna a far parte della AELS – in cui le decisioni vengono adottate all’unanimità – la Norvegia potrebbe in effetti bloccare ogni possibilità per Londra di accedere al mercato europeo attraverso l’EEA, poiché solo i membri dell’UE e dell’AELS possono far parte dell’EEA.

Prima dell’estate, Aspaker ha istituito un gruppo di lavoro interministeriale all’interno del Ministero degli Esteri per esaminare le modalità di tutela degli interessi della Norvegia.

Aspaker ha sottolineato la necessità di mantenere buone rapporti bilaterali di cooperazione con il Regno Unito. Ma si teme che se il Regno Unito dovesse aderire nuovamente all’AELS usurperebbe il dominio della Norvegia nell’ambito dello stesso o potrebbe richiedere modifiche sulle condizioni dell’Accordo.

I funzionari del Partito Laborista Norvegese dovranno partecipare alla conferenza del Lavoro del Regno Unito questo autunno per discutere in merito ai futuri rapporti con l’UE.

Fonti del Partito Laburista Norvegese hanno detto che vi é crescente preoccupazione per le conseguenze a cui andrebbe incontro la Norvegia se il Regno Unito aderisse all’ AELS. Una fonte ha detto per scherzo che la Norvegia potrebbe perdere il suo status di superpotenza all’interno dell’AELS se il Regno Unito aderisce all’Accordo. L’attuale composizione dell’EFTA è di 14 milioni di abitanti, ma la popolazione del Regno Unito è di 55 milioni.

Trygve Slagsvold Vedum, il leader del Partito di Centro della Norvegia, ha accusato il Governo di avere esitato nella sua risposta alla Brexit, dicendo che ha bisogno di essere proattivo nel difendere gli interessi norvegesi.

Audun Lysbakken, il leader del partito socialista di sinistra della Norvegia, ha sostenuto che l’accordo EEA deve essere rinegoziato, con l’aiuto del Regno Unito, dichiarando che i Paesi non facenti parte dell’UE “hanno bisogno di un modello per la cooperazione con l’UE migliore rispetto all’attuale accordo EEA”.

Ha aggiunto che non riusciva a capacitarsi del fatto che il suo Governo non abbia voluto avere alcun dialogo in merito a nuovi rapporti con l’UE. Ha detto: “Per tutta la primavera, il Governo è stato irremovibile sul fatto che l’EEA non è un buon modello e non è qualcosa che consiglierei agli inglesi. Ora vogliono improvvisamente lasciare tutto così com’è”.”L’EEA ha creato un notevole deficit democratico attraverso l’importazione di leggi sulle quali la Norvegia ha poca influenza.”

I sondaggi in Norvegia hanno riferito che gli elettori Norvegesi sono divisi sul fatto se la Brexit sarà un bene per la Norvegia o l’inizio della fine per l’UE. Quasi il 70% si oppone all’eventuale entrata della Norvegia all’UE.