La Legge n. 58 sulle locazioni immobiliari italiane, entrata in vigore il 30 giugno 2019, aveva introdotto una serie di disposizioni per le proprietà in affitto a breve termine, tra cui:
– l’obbligo di pagare la tassa forfettaria (21%) sugli affitti a breve termine
– l’introduzione di una banca dati di tutte le proprietà in affitto a breve termine
– l’uso di codici di identificazione per ogni proprietà che devono essere pubblicati accanto agli annunci
– l’obbligo di comunicare i dati alla polizia di Stato.
L’obiettivo di queste disposizioni e’ quello di arginare il problema dell’evasione fiscale nel settore degli affitti turistici, introducendo nuovi obblighi di dichiarazione dei redditi per gli affitti a breve termine, in particolare per i contratti di locazione stipulati tramite agenzie e portali online come Airbnb. La banca dati, il codice di identificazione e l’obbligo di comunicare i dati mirano a creare un sistema fiscale più trasparente per gli affitti brevi.
L’imposta
L’imposta del 21% si applica solo se il locatore e l’inquilino agiscono come privati e se si ricorre a un intermediario.
Se si ricorre a un intermediario, questo deve raccogliere l’imposta e versarla all’autorità fiscale. Airbnb ha contestato questa disposizione sostenendo di non essere un intermediario, ma solo un gestore di siti web. Il 18 settembre 2019 il ricorso era stato presentato alla Corte Europea.
Banca dati
La legge in questione istituisce una banca dati di tutti gli immobili in affitto a breve termine (30 giorni o meno) presenti sul territorio italiano, identificati attraverso un codice identificativo. Tale codice deve essere utilizzato in ogni comunicazione relativa alla pubblicità e alla promozione di tali immobili.
Codice di identificazione
La legge ha introdotto anche l’obbligo di pubblicare il codice identificativo in tutte le comunicazioni e promozioni di immobili rilevanti. Tale obbligo è a carico di:
– I proprietari delle strutture ricettive; oppure
– L’intermediario di riferimento, e
– I soggetti che gestiscono i portali web.
È prevista una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro per la violazione di questa legge.
Comunicazione dei dati
I proprietari degli immobili interessati devono comunicare alla Polizia di Stato i dati relativi agli affittuari di immobili in affitto per brevi periodi. A tal fine, il proprietario interessato deve recarsi presso la propria questura locale e richiedere l’accesso ad Allogiati, il portale online per la presentazione delle informazioni sugli ospiti. Questi dati saranno a loro volta comunicati all’Agenzia delle Entrate (IRS