Il Commissario europeo per l’Ambiente ha richiesto a tutti gli stati membri di adottare le misure necessarie ad aumentare le entrate fiscali generate dalle tasse ambientali.
Nel corso di un discorso tenutosi ad un evento delle Nazioni Unite il 4 aprile scorso, Janez Potocnik ha detto di voler “sfidare” in materia di tassazione sia i suoi colleghi che fanno parte della Commissione sia gli individuali stati membri dell’UE. Il contributo medio delle tasse ambientali alle entrate fiscali totali di ogni paese è pari al 6%. Questa figura è significativamente inferiore al 10% registrato in alcuni paesi.
Potonick ha calcolato che “se tutti i paesi ottenessero gli stessi risultati di quelli che registrano le entrate da tasse ambientali più alte, ci sarebbe un gettito fiscale aggiuntivo all’incirca pari all’1.4% del PIL europeo.” Le entrate generate potrebbero a loro volta essere utilizzate per ridurre i debiti pubblici o le imposte sul lavoro.
Concentrandosi in modo particolare sulle tasse sul lavoro, Potocnik ha spiegato che, per ogni euro generato dalla tassazione di attività dannose per l’ambiente, vengono riscossi 8 euro in tasse sul lavoro.
L’enfasi posta sulle tasse ambientali piuttosto che su quelle sul lavoro riflette i commenti fatti da Potocnick nel corso di un altro discorso tenutosi la sera precedente. Allora, il Commissario aveva dichiarato che la trasformazione dell’economia dell’UE dipenderà in parte sulla transazione dalle tasse sul lavoro a quelle sull’inquinamento e sull’utilizzo delle risorse ambientali.
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