Secondo un rapporto recentemente pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il Giappone ha bisogno di attuare delle riforme fiscali al fine di raggiungere la sostenibilità fiscale.
Il rapporto, intitolato Achieving Fiscal Consolidation While Promoting Social Cohesion in Japan, ha sottolineato che le entrate statali in Giappone sono piu’ basse rispetto a quelle degli altri paesi OCSE. Secondo il report vi e’ spazio per un aumento delle entrate; ci si dovrebbe infatti concentrare sulle tasse meno dannose per la crescita, come ad esempio l’imposta sui consumi.
Per l’anno fiscale 2015, l’obiettivo di disavanzo primario e’ pari al 3,3% del prodotto interno lordo (PIL) per i governi centrali e locali. Il raggiungimento di questo obiettivo dipende dal raggiungimento dell’aumento pari al nove per cento previsto per il gettito fiscale.
Il rapporto afferma che, dato l’elevato debito pubblico del Giappone e l’aumento della spesa connessa all’invecchiamento, il carico fiscale del Paese deve essere aumentato, mentre le spese devono essere ridotte.
La relazione raccomanda di alzare ulteriormente l’imposta sui consumi, mantenendo un tasso unico. Una tassa sul valore aggiunto (IVA), come ad esempio l’imposta sui consumi del Giappone, è una fonte di reddito relativamente stabile ed è meno dannosa per la crescita economica, in quanto impone minori distorsioni sull’occupazione e gli investimenti.
L’OCSE ha anche detto che l’ampliamento della base dell’imposta sul reddito delle persone fisiche renderebbe le aliquote fiscali progressive del Giappone più efficaci nel ridurre le disuguaglianze. Attualmente le entrate derivanti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche in Giappone è bassa.
Infine, il report ha consigliato alle autorità giapponesi di allargare la base imponibile e aumentare le imposte ambientali.
Be the first to comment