Il Fondo Monetario Internazionale ha consigliato alla Slovacchia di abbandonare le proposte per riportare al 19% l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto dal 20% attuale, pur tagliando il deficit fiscale al di sotto del tre per cento del prodotto interno lordo.
La Slovacchia ha aumentato l’IVA dall’1% al 20% nel 2011 per consolidare le finanze pubbliche. Il piano prevedeva di riportare l’aliquota al 19% una volta che il deficit fosse sceso al di sotto del tre per cento del PIL. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, questo e’ accaduto nel 2013, dopo che il disavanzo di bilancio è stato ridotto di circa il cinque per cento. Il disavanzo dovrebbe essere sceso al 2,8 per cento del Prodotto Interno Lordo – appena al di sotto della soglia per uscire dalla Procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione Europea (“European Union’s Excessive Deficit Procedure”) – ma il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito i responsabili politici che la situazione rimane delicata.
Nella sua recente consultazione in base all’articolo IV con la Slovacchia, il Fondo Monetario Internazionale ha detto che “il debito della Slovacchia rimane gestibile e che le condizioni di mercato hanno permesso una proroga delle scadenze a tassi di interesse più bassi. Tuttavia, sono necessarie misure fiscali durevoli per evitare che il debito continui a crescere, in parte a causa del ricorso a misure temporanee per conseguire un adeguamento.”
E’ stato poi aggiunto: “Rafforzare la riscossione delle entrate dovrebbe essere una priorità assoluta. Tutti i progressi nel rafforzamento della riscossione delle entrate e nella riduzione dell’evasione sono auspicabili, in particolare quelle misure per incrementare la bassa efficienza nella riscossione dell’IVA, ma l’aliquota IVA attuale del 20% deve essere mantenuta”.
E’ stato inoltre consigliato al Governo di implementare un’imposta sugli immobili basata sul valore della proprieta’ per aumentare le entrate fiscali, riducendo l’elevato cuneo fiscale sul lavoro per migliorare la competitività del Paese.
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