Un tribunale italiano ha stabilito che il personale di volo residente in Italia con contratti di lavoro con Ryanair in Irlanda non devono pagare i contributi previdenziali in Italia.
A parere dell’INPS (Istituto di previdenza sociale italiana), i piloti di Ryanair ed il personale di cabina che vivono in Italia e che utilizzano, ad esempio, i servizi di salute pubblica, dovrebbero effettuare i pagamenti previdenziali in Italia. Nel caso giudiziario, che risale ad ottobre 2012, l’INPS ha chiesto un importo di EUR 9,4 milioni (USD10.7m) per tali pagamenti relativi agli anni dal 2006 al 2010.
Tuttavia, Ryanair ha sottolineato che, oltre ad avere contratti regolati dal dirito irlandese, il suo equipaggio e’ assunto da una compagnia irlandese. La società ha sostenuto che erano quindi soggetti sia all’imposta sui redditi personali sia ai contributi previdenziali solo in Irlanda.
Il tribunale di Bergamo ha convenuto che il posto di lavoro di un equipaggio aereo è l’aereo su cui esercitano le loro funzioni. Si è riscontrato che i contributi sociali di quei dipendenti Ryanair erano stati regolarmente pagati in Irlanda e non dovevano essere pagati anche in Italia.
Il responsabile della comunicazione Ryanair, Robin Kiely, ha detto che la decisione della corte ha “confermato ancora una volta che Ryanair rispetta pienamente il diritto irlandese ed europeo… Ryanair è una compagnia aerea registrata in Irlanda, ed i nostri piloti e collaboratori di cabina lavorano in aeromobili registrati in Irlanda, che sono considerati come territorio irlandese dalla legislazione che disciplina i lavoratori nei trasporti in Europa “.
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