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Brasile – estensione della Free Zone di Manaus

Il governo brasiliano ha annunciato che il Congresso ha approvato l’emendamento costituzionale 83/2014, che estende la validità della Free Economic Zone di Manaus, il 5 agosto 2014.

L’emendamento estende gli incentivi fiscali della zona franca, che si trova nel nord dello Stato brasiliano di Amazonas, a 2.073 dal 2023.

Il senatore Eduardo Braga, l’ex governatore di Amazonas, in precedenza ha detto che l’estensione della zona franca garantirà più sviluppo, più investimenti e più posti di lavoro nella regione occidentale amazzonica.

La zona franca è la patria di circa 600 aziende high-tech nei settori della produzione di elettronica, informatica e di veicoli, secondo Braga. Nel 2013, queste società hanno generato quasi 113.000 posti di lavoro e quasi USD 90bn di entrate, ha detto.

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La Spagna svela la “Google Tax”

Il Congresso dei Deputati della Spagna ha approvato una legge che aprirà la strada all’introduzione di un’imposta sui siti web aggregatori di notizie.

Soprannominata “Google Tax“, la tassa consentirebbe agli editori di addebitare dei costi “ai sistemi elettronici di aggregazione delle notizie”, come ad esempio il servizio di Google News, ogni qual volta verranno pubblicati “un link e una descrizione significativa” di uno dei loro articoli.

Il Governo non ha comunicato a quanto ammontera’ l’imposta, ma il Ministero della Cultura ha rilasciato una dichiarazione dicendo che la legge non verra’ applicata agli utenti di Internet che condividono articoli attraverso i social media.

Secondo le previsioni la nuova legge, ufficialmente denominata “Canon AEDE”, apportera’ un ingresso pari a circa 80 milioni di Euro (106.7 milioni di dollari) di gettito fiscale per anno. Gli introiti supplementari saranno destinati a sostenere l’industria nazionale dei media.

La legge deve venire ratificata dal Senato prima di essere fatta entrare in vigore.

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Il partito dell’opposizione della Nuova Zelanda propone il taglio dell’imposta sulle società

Il Partito dell’opposizione ACT della Nuova Zelanda ha proposto di ridurre l’aliquota d’imposta sulle società al 12,5 %.

L’obiettivo principale del programma del partito di destra, inaugurato il 2 agosto 2014, è quello di aumentare di un terzo il prodotto interno lordo (PIL).

Una riduzione progressiva dell’aliquota d’imposta sulle società dal 28% al 12,5 % entro il 2020, farebbe aumentare gli investimenti e l’occupazione, garantendo in tal modo la crescita mirata del PIL, secondo ciò che ha espresso il leader del partito Jamie Whyte.

La riduzione dell’aliquota d’imposta sulle società al 20% l’anno prossimo avrà un costo stimato di NZD 1.53bn (USD1.3bn) in mancati introiti. Negli anni successivi il tasso scenderebbe rispettivamente al 18,5 %, al 17 %, al 15,5 %, al 14 % e al 12,5 %. L’ACT si propone di compensare la perdita di entrate, abolendo il welfare delle società ed il commercio del carbone.

In Nuova Zelanda le elezioni si terranno nel settembre di quest’anno. E’ improbabile che l’ACT, che non ha alcun seggio alla House of Representatives, rappresenti una minaccia credibile per il Partito Nazionale.

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Repubblica Ceca: l’imposta sulle sigarette portata al minimo stabilito dall’Unione Europea

La Repubblica Ceca ha approvato una legge che aumenta l’accisa sui pacchetti di sigarette di 3-4 Corone ceche (pari a 0.15-0.20 dollari) per portare i tassi in linea con la normativa dell’unione Europea.

La decisione è stata approvata dalla Camera bassa del Paese, ma la stessa era stata richiesta anche ai sensi del diritto dell’Unione europea, in seguito alla svalutazione della Corona ceca rispetto all’Euro.

Le aliquote d’accisa minime sono state rialzate nell’Unione Europea dalla direttiva 2010/12/UE del 16 febbraio 2010, la quale prescriveva che al 1 ° gennaio 2014 l’accisa globale (dazio specifico e dazio ad valorem, IVA esclusa) sulle sigarette dovesse rappresentare almeno il 60% del prezzo medio ponderato di vendita al minuto delle sigarette immesse in consumo. Questa stabilisce che le aliquote di accisa non devono essere inferiori a 90 Euro (120.8 dollari) per 1000 sigarette, indipendentemente dal prezzo medio ponderato di vendita al minuto.

Le aliquote d’accisa minime saranno aumentate nuovamente a partire dal 2018. Il Ministro delle Finanze, Andrej Babiš, ha detto che in caso di mancato rispetto della direttiva sarebbe stato necessario aumentare l’imposta sul valore aggiunto.

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Libano – piani tariffari sulla seconda aliquota IVA

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sconsigliato il Libano dall’introdurre una seconda aliquota di imposta sul valore aggiunto, come parte degli sforzi della nazione per ampliare la base imponibile.

Il Libano applica un’imposta sul valore aggiunto del 10%, ed un’aliquota dello 0% su un’ampia gamma di forniture di beni e servizi.

Per incrementare le finanze della nazione, i piani in atto sono di aumentare l’aliquota IVA al 12 % nel 2015 e al 15% nel 2017. Invece il governo ha detto di voler ampliare la base imponibile ed affrontare le scappatoie fiscali.

Il FMI, nel suo ultimo rapporto sull’Articolo IV, ha invitato il Libano a rimuovere le agevolazioni fiscali dal sistema dell’IVA. Ha detto che le autorità devono resistere alle pressioni per introdurre aliquote IVA inferiori al tasso del 10%, avvertendo che l’amministrazione fiscale e gli obblighi fiscali diventeranno più complessi. Nel frattempo, ha espresso disappunto per la decisione delle autorità libanesi di sottrarsi all’abolizione dell’esenzione IVA sul gasolio, che avrebbe costituito lo 0,5% del prodotto interno lordo (PIL).

Il rapporto afferma che le misure approvate dal governo libanese non saranno sufficiente a compensare la spesa più elevata. Queste misure includono: un aumento del tasso di interesse sul reddito dal 5 al 7%; un aumento dell’aliquota d’imposta sul reddito delle società dal 15 al 17%; una nuova imposta sulle plusvalenze sulle transazioni immobiliari; un aumento dell’accisa sui tabacchi; aumenti su bolli ed imposte varie. Si pensa che queste misure andranno a costituire circa l’uno per cento del PIL nel 2015.

Il FMI ha sottolineato che, in Libano l’IVA ha il potenziale per coprire il 90% dell’economia nazionale e quindi cambiamenti nella politica in materia di IVA potrebbero avere un impatto drammatico sul gettito fiscale.

Le proposte per alzare l’aliquota IVA all’11% sono in fase di discussione, ed un’aliquota IVA del 15% viene presa in considerazione su alcuni beni di lusso.

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La Corte Bulgara ritiene incostituzionale l’imposta sull’energia rinnovabile

La Corte costituzionale della Bulgaria ha stabilito che l’imposta del 20 % per i produttori di energie rinnovabili è incostituzionale.

La decisione è stata sostenuta da 10 dei 12 giudici costituzionali della Corte. In una breve dichiarazione, la Corte ha affermato che il testo integrale della sentenza sara’ pubblicata in un secondo momento.

L’azione legale è stata promossa dal presidente del paese, Rosen Plevneliev, dopo che 116 su 182 parlamentari bulgari hanno votato a favore dell’aumento nel bilancio del 2014.

Il Ministero dell’Economia e dell’Energia della Bulgaria ha sostenuto che i produttori di energia rinnovabile avevano precedentemente goduto di un regime fiscale preferenziale a causa dei rischi di investire in nuove tecnologie, ma che tale regime non era più necessario.

Tuttavia, Plevneliev afferma che il tributo danneggerebbe l’ambiente economico, scoraggerebbe gli investitori stranieri, ed è in contrasto con i principi costituzionali della liberta’ d’impresa. Ha inoltre lamentato il fatto che l’imposta era stata introdotto senza trasparenza.

Anche se la carica di presidente in Bulgaria ha poco potere reale, Plevenliev ha dichiarato che era suo “diritto democratico” chiedere alla Corte di pronunciarsi.

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Partita IVA europea – manuale sul luogo della prestazione in 23 lingue

La Commissione europea ha confermato che le note esplicative che forniscono indicazioni sul luogo della prestazione in UE, che cambiera’ per le telecomunicazioni, broadcasting e servizi elettronici dal 1° gennaio 2015, sono ora disponibili in 23 lingue, invece la sua guida Mini One Stop Shop (MOSS) è ora disponibile in 27 lingue.

A partire dal 2015, il luogo della prestazione per i servizi di cui sopra è quello del consumatore finale, quello in cui ha il suo indirizzo permanente o la residenza abituale.

Il MOSS fornisce la semplificazione delle modalità di registrazione e contabilizzazione elettronica della Partita IVA europea. Per prevenire la necessità per le imprese di stati non UE di registrarsi in ogni Stato membro dell’UE in cui rendono servizi ai consumatori, il regime speciale MOSS permette la registrazione per la contabilità ai fini dell’IVA europea in un unico Stato membro dell’UE.

Le linee guida hanno lo scopo di informare le imprese sulla legislazione UE che disciplina sia il cambiamento delle norme del luogo comunitario della prestazione, che della mini One Stop Shop. Ulteriori linee guida in materia di revisione nell’ambito del MOSS sono disponibili in tutte le lingue ufficiali dell’UE, russo e cinese. Seguiranno linee guida in giapponese.

Le guide e gli orientamenti di revisione supplementare non sono giuridicamente vincolanti e forniscono solo una guida pratica e informale su come il diritto comunitario e le specifiche comunitarie devono essere applicate sulla base dei pareri della Direzione generale della Commissione per la Fiscalità e l’Unione doganale. Sono opera del lavoro di collaborazione tra la Direzione e gli Stati membri. Le guide non sono complete, ma riflettono la situazione attuale.

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L’Association of Chartered Certified Accountants contesta la legittimita’ dei poteri dell’HMRC

L’Association of Chartered Certified Accountants (ACCA) ha avvertito che le proposte per conferire all’HM Revenue and Customs (HMRC) il potere di “saccheggiare” il denaro dai conti correnti dei contribuenti rischiano di essere incostituzionali.

L’Association of Chartered Certified Accountants ha spiegato infatti come tale proposta consentirebbe di fatto all’HMRC di aggirare il controllo del tribunale. Ad oggi, infatti, le misure utilizzate dall’HMRC per il recupero crediti richiedono l’approvazione della Corte.

Chas Roy-Chowdhury, capo dei servizi fiscali presso l’ACCA, ha dimostrato la sua preoccupazione dicendo che, qualora tali proposte dovessero andare a buon fine, il rischio che l’HMRC possa sentirsi libera di “saccheggiare” i conti correnti dei contribuenti e’ molto elevato. Ha quindi raccomandato di prendere in considerazione l’istituzione di qualche altra forma di controllo da parte di un funzionario del tribunale per regolare l’accesso ai conti correnti.” Roy-Chowdhury ha poi aggiunto che tale potere deve essere utilizzato solo quando sono stati esauriti tutti gli altri mezzi di ricorso.

“E’ necessario porre in vigore delle misure di sicurezza per evitare che l’HMRC possa prelevare denaro dai conti correnti dei contribuenti senza il loro consenso. Dev’essere consentito all’HMRC di utilizzare un tale potere solamente nei confronti di coloro che, pur avendo fondi sufficienti, si sono ripetutamente rifiutati di pagare. Tale potere non deve invece venire utilizzato nei confronti dei contribuenti che non possono permettersi di effettuare il pagamento a causa di difficolta’ finanziarie come le famiglie a basso reddito o i lavoratori autonomi”.

L’ACCA ha aggiunto che, qualora tali poteri dovessero venire conferiti, cercherà di lavorare con l’HMRC per assicurare che vengano messe in atto delle misure di salvaguardia sufficientemente rigorose.

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Svizzera: l’Italia sta lavorando per porre rimedio al contenzioso fiscale

Il presidente svizzero Didier Burkhalter ha chiesto un approccio costruttivo, coerente ed equilibrato per la risoluzione di una serie di questioni fiscali in corso con l’Italia.

Burkhalter ha formulato le osservazioni durante un incontro con Matteo Renzi, il primo ministro italiano, dopo aver discusso la presidenza in Italia dell’Unione europea.

Passando a questioni bilaterali, hanno deciso di tenere discussioni tecniche per negoziare un pacchetto di tre punti di misure su casi fiscali in corso, per lo scambio di informazioni e liste nere, e sulla questione della tassazione frontaliera. Nel mese di maggio, il ministro delle finanze svizzero Eveline Widmer-Schlumph ha annunciato che i negoziati sono in corso per migliorare l’accordo fiscale transfrontaliero delle nazioni. Secondo i termini attuali del Trattato del 1974, i redditi dei lavoratori italiani transfrontalieri occupati in Svizzera sono esenti da tassazione in Italia, ma la Svizzera è tenuta a trasferire all’Italia il 38,8 % delle entrate fiscali raccolte da questi lavoratori.

La Svizzera vuole aumentare le tasse sui lavoratori transfrontalieri italiani in quanto le aliquote più basse della Svizzera stanno attirando un numero significativo di lavoratori dall’Italia. Coloro che vivono non più di 20 chilometri dal confine  con la Svizzera sarebbero soggetti all’imposta italiana. I negoziati sono stati avviati dopo che il Canton Ticino ha chiesto che venga abolito l’accordo, affermando che si stanno abbassando i salari dei lavoratori svizzeri. Widmer-Sclumph ha rifiutato l’abrogazione dell’accordo a favore della sua rinegoziazione.

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Il Fondo Monetario Internazionale consiglia al Regno Unito una riforma dell’imposta sugli immobili

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha raccomandato al Regno Unito una serie di riforme fiscali, tra cui la revisione delle imposte sugli immobili.

Una riforma della tassazione sugli immobili andrebbe ad incoraggiare l’offerta di alloggi, a migliorare il sistema di distribuzione degli stessi e ad aumentare i ricavi: questa la precisazione del Fondo Monetario Internazionale nelle raccomandazioni allegate all’articolo IV del rapporto sulla consultazione con il Regno Unito.

Altre misure in materia di entrate proposte dal Fondo Monetario Internazionale comprendono la riduzione delle spese fiscali (quali l’applicazione delle aliquote zero all’imposta sul valore aggiunto, che ammontano a circa il 2,5% del prodotto interno lordo ogni anno) ed un maggiore ricorso alle “Pigouvian taxes“, quali ad esempio le imposte ambientali.

Il Fondo Monetario Internazionale ha sostenuto gli sforzi di risanamento del bilancio del Regno Unito, sottolineando l’importanza di rafforzare le finanze pubbliche senza compromettere la crescita economica. Ha detto inoltre che le Autorità devono proseguire gli sforzi in ambito fiscale per ridurre il deficit. […]