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Lussemburgo ed Austria: no alle regola Europee sulla trasparenza bancaria

Il commissario europeo, Algirdas Semeta, ha invitato il Lussemburgo e l’Austria a collaborare per imporre maggiori regole di trasparenza alle banche.

Non è stato possibile raggiungere un accordo .

Eppure, il Commissario ha insistito: “Per il Lussemburgo e l’Austria, in particolare, è necessario riconoscere i cambiamenti che si sono verificati; il mondo si sta già muovendo e l’UE non deve restare indietro.”.

L’accordo politico sul progetto in materia di tassazione dei redditi da risparmio richiede il pieno sostegno di tutti i 28 ministri delle finanze dell’Unione europea entro la fine del 2013 . “L’era del segreto bancario sta volgendo al termine”, ha detto Semeta.. I Ministri devono legiferare adesso per lo scambio automatico di informazioni sui conti di risparmio personali. Questo per inviare un segnale chiaro ai nostri operatori e partner negoziali che l’Unione europea è seriamente intenzionata a combattere la frode fiscale.

Il Lussemburgo ha espresso la volontà di accettare questo principio entro il 2015 e di voler tenere in maggior conto le regole di trasparenza bancaria, ma non fintanto che Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Andorra e San Marino si siano anch’essi adeguati.
La dichiarazione del governo lussemburghese insiste sul fatto che “ogni passo verso un maggiore scambio di informazioni deve essere accompagnato da una maggiore ‘ parità ‘” con i paesi terzi, in particolare i paesi extracomunitari come la vicina Svizzera.

Il Lussemburgo, che, insieme con l’Austria ha a lungo bloccato o rallentato i progressi su questa misura vista come un passo fondamentale nel frenare l’evasione fiscale, sostiene che l’UE potrebbe offrire agli avversari un vantaggio competitivo .

Il Lussemburgo sostiene che le stesse norme devono essere applicate da tutti i maggiori centri finanziari al fine di evitare una fuga di capitali fuori dalla UE e preservare la capacità dell’UE di investire al fine di sostenere l’economia e la crescita.

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Svizzera: Il Consiglio federale discute delle attività informative

Il Consiglio federale nella sua seduta di mercoledì 13 novembre 2013 ha discusso del seguito da dare alle rivelazioni basate sui documenti di E. Snowden in merito alle possibili attività informative sul suolo svizzero. Ha preso atto degli accertamenti effettuati finora dai servizi competenti della Confederazione e ha proceduto a un esame delle misure ipotizzabili. Il Consiglio federale ha dato mandato ai dipartimenti interessati di approfondire questi accertamenti e lo studio delle misure prima di decidere definitivamente in merito.

Nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha preso atto degli accertamenti effettuati dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) e dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Fin dalle prime rivelazioni dei media, che si basavano sui documenti di Snowden, i servizi informazioni della Confederazione e i servizi diplomatici del DFAE hanno contatto i loro omologhi americani per richiedere chiarimenti. Nel giugno 2013, gli Stati Uniti hanno risposto per via diplomatica che rispettavano le leggi svizzere.

Il Consiglio federale ritiene che la Svizzera non sia preservata dalle attività informative condotte da Paesi stranieri sul suo territorio. Condanna in modo fermo ogni attività di questo tipo che violi le leggi svizzere, chiunque ne sia l’autore. Come Paese ospite di numerose istituzioni internazionali, la Svizzera esorta i Paesi che potrebbero svolgere attività informative illegali in questo ambito a rispettare la confidenzialità dei lavori di queste organizzazioni.

Le attività informative, necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini, devono essere strettamente controllate dalle istanze giudiziarie e autorità competenti e rispettare nel miglior modo possibile la sfera privata.

Il Consiglio federale ha anche proceduto a un esame delle possibili misure tecniche di protezione e delle iniziative politiche in corso. La Svizzera è attiva sul piano multilaterale e con la Germania, l’Austria e il Liechtenstein ha depositato presso il Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) un’iniziativa per la protezione della sfera privata nell’era di Internet. La Svizzera sostiene inoltre una risoluzione dell’ONU proposta dal Brasile e dalla Germania e in questo ambito si impegna affinché il diritto alla protezione della sfera privata sia trattato con un approccio basato sui diritti dell’uomo.

Il Consiglio federale continuerà a occuparsi della questione. La sua delegazione «Sicurezza» si è già riunita varie volte per trattare questo tema. Il Consiglio federale ha dato oggi un nuovo mandato ai dipartimenti interessati (DDPS, DFGP, DFAE, DFF) di approfondire gli accertamenti effettuati al fine di adottare misure definitive.

(Fonti ufficilai)

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Europa: Indennizzo vittime di reato, norme italiane insufficienti

La Commissione europea ha inviato un parere motivato all’Italia per la mancata attuazione della direttiva sul risarcimento delle vittime di reati violenti. Si tratta del secondo stadio della procedura d’infrazione, dopo il quale scatta il deferimento alla Corte di giustizia europea.

La direttiva comunitaria 2004/80 impone agli stati membri di definire uno schema ”equo e appropriato” di risarcimenti per le vittime di crimini violenti intenzionali.

”L’Italia – secondo Bruxelles – non ha alcuno schema generale di risarcimenti per tali crimini”. L’Italia ha preso le misure necessarie per aggiornare la legislazione nazionale e adeguarsi alle richieste delle normative comunitarie”. Alle autorità italiane sono ora concessi due mesi di tempo per rispondere, dopo i quali la Commissione europea potrà decidere di deferire il paese alla Corte di giustizia europea.

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Italia: Letta conferma che non ci sarà pagamento dell’IMU

Il Premier Enrico Letta ha dovuto riconfermare che pagamento del saldo 2013 della controversa imposta comunale sugli immobili ( IMU) sulle prime case , che sarà abolita nel 2014 pacchetto di proposte di bilancio del governo , non sarà messo in pagamento il prossimo mese.

 Attualmente all’esame in parlamento , la “Legge di Stabilità ” 2014 avrebbe dato attuazione alla decisione ( pre – annunciata nel mese di agosto ), che IMU sulle prime case sarà sostituita, a partire dal 1 gennaio del prossimo anno , all’interno di una nuova tassa di servizio che coprirà tutte le tasse locali attualmente in vigore , tra cui l’attuale imposta locale sui servizi ambientali e dei rifiuti.

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Gibilterra: il regime fiscale non contrasta con le norme della Comunità europea

Il commissario per il Mercato interno ed i servizi, Michel Barnie, ha dichiarato che la Commissione europea (CE) ha definito “non ben fondate” le accuse contro Gibilterra riguardanti la mancata collaborazione in materia fiscale, finanziaria e di riciclaggio di denaro, secondo.

Il Commissario ha reso noto questo commento in una risposta ai quesiti scritti presentati dall’ eurodeputato Graham Watson il quale ha sottolineato che la legislazione di Gibilterra nei settori interessati è stata aggiornata.

Il verdetto della Commissione Europea è un duro colpo per la Spagna, che ha accusato Gibilterra di essere un paradiso fiscale ed un centro per il riciclaggio di denaro sporco.
Ciò ha portato alla Commissione Europea ad aprire un’indagine sul regime fiscale di Gibilterra, per stabilire se l’esenzione fiscale per il reddito passivo delle imprese violano le norme sugli aiuti di Stato dell’Unione europea, favorendo talune imprese, in particolare le società “offshore”.

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Svizzera ha firmato convenzione OCSE assistenza fiscale

La Svizzera ha firmato a Parigi la convenzione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, che prevede uno scambio spontaneo di informazioni. Essa deve ancora essere ratificata dal parlamento e sarà sottoposta a referendum facoltativo. Mercoledì scorso, la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf aveva già riferito che il Consiglio federale aveva approvato l’accordo e intendeva firmarlo.

 A siglare il documento è stato l’ambasciatore permanente all’OCSE, Stefan Flückiger, il quale in una nota ha ricordato che “dal marzo del 2009 la Svizzera si sforza di rispettare le norme internazionali in materia fiscale”. “La firma della Convenzione – ha aggiunto – conferma l’impegno della Svizzera di partecipare alla lotta mondiale contro l’evasione e la frode fiscali, con l’obiettivo di preservare l’integrità e la reputazione della piazza finanziaria del paese”.

La convenzione dell’OCSE, già in vigore in 28 Paesi, prevede numerose forme di collaborazione in ambito fiscale, tra cui lo scambio di informazioni su richiesta e lo scambio spontaneo di informazioni. I paesi contraenti devono accordare assistenza amministrativa con un effetto retroattivo fino a tre anni dall’entrata in vigore. La Svizzera è stata la 58.esima nazione a sottoscriverla. Venerdì lo ha fatto anche la Croazia.

Secondo il segretario generale dell’OCSE Angel Gurria, l’adesione elvetica alla convenzione “invia un segnale forte e chiaro che la Svizzera fa parte della comunità di Stati per i quali la cooperazione fiscale internazionale è una necessità”.

Pascal Saint-Amans, direttore del centro di politica e di amministrazione fiscale dell’OCSE, ha detto all’agenzia stampa francese Afp che la convenzione “prepara il passaggio allo scambio automatico di dati fiscali”, che dovrebbe diventare norma internazionale dal 2015. La firma di Berna – ha aggiunto – è “una tappa molto significativa” nella lotta all’evasione fiscale e costituisce “la fine del segreto bancario” elvetico.

Mercoledì Widmer-Schlumpf aveva sottolineato che lo scambio automatico di informazioni è fra le misure applicabili, ma che non è obbligatorio e necessita di un accordo supplementare tra gli Stati contraenti.

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Cittadinanza europea

L’Unione europea è l’insieme di tutti quei Paesi europei democratici che collaborano per migliorare la vita dei loro cittadini e per creare un mondo migliore. Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, sancisce che essa si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze.

Valori comuni agli Stati membri

per una società basata: sulla tolleranza, sulla giustizia e sulla solidarietà fra gli uomini.
L’Unione riconosce dei diritti e delle libertà a tutti i cittadini degli Stati membri, facendo riferimento ai principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 7 dicembre 2000, adottata a Strasburgo il 12 dicembre 2007, a cui il Trattato di Lisbona conferisce ora lo stesso valore giuridico dei Trattati.
Sulla base del Trattato di Lisbona l’Unione, decisa ad istituire una cittadinanza comune, prevede disposizioni riguardo quelli che sono i suoi Principi Democratici:

  • Essa rispetta in tutte le sue attività, il principio dell’uguaglianza dei cittadini, che beneficiano di uguale attenzione da parte delle istituzioni, organi e organismi.
  • E’ cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro.
  • La cittadinanza dell’Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce.

Essere cittadino dell’Unione significa avere:

  • il diritto alla libera circolazione e il diritto di soggiorno sul territorio degli Stati membri;
  • il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello stato membro di residenza con le stesse condizioni previste per i cittadini di questo Stato;
  • il diritto di beneficiare sul territorio di uno Stato terzo (non appartenente quindi all’UE) della protezione diplomatica o consolare di uno qualsiasi dei 27 Stati membri nel caso in cui lo Stato di origine non sia rappresentato nel paese;
  • il diritto di petizione al Parlamento europeo e il diritto di rivolgersi al Mediatore europeo oltre che il diritto di scrivere alle Istituzioni e agli organi dell’Unione europea in una qualsiasi delle lingue ufficiali degli Stati membri;
  • il diritto di accedere ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.

Il funzionamento dell’Unione si fonda sulla democrazia rappresentativa attraverso il diritto di voto attivo e passivo del singolo cittadino dell’Unione alle elezioni del Parlamento europeo

  • Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione. Le decisioni sono prese nella maniera più possibile aperta e vicina ai cittadini.
  • I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell’Unione, nel Parlamento europeo.
  • Gli Stati membri sono rappresentati nel Consiglio europeo dai rispettivi Capi di Stato o di governo e, nel Consiglio, dai rispettivi governi, a loro volta democraticamente responsabili dinanzi ai loro parlamenti nazionali o dinanzi ai loro cittadini.

Sulla base di questi nuovi principi si introduce dunque il valore giuridico vincolante della Carta e l’importante riconoscimento dell’iniziativa popolare, che dinventa il passaggio basilare per il concretizzarsi del concetto di valori democratici universali da trasmettere alle generazioni future.

L’articolo 11, paragrafo 4, del Trattato recita infatti:
“Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa di invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei Trattati”.

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Le politiche della “Troika”: un successo o un fallimento?

Le politiche della cosiddetta Troika per combattere la crisi nei paesi più colpiti dell’UE sono stati un successo o un fallimento? Rispondere a questa domanda è  l’obiettivo dell’audizione pubblica organizzata dalla commissione problemi economici e monetari, martedì 5 novembre alle 15,30. Il dibattito sarà focalizzato sulla legittimità democratica delle misure, in particolare in Irlanda, Cipro, Slovenia, Grecia, Portogallo e Italia.

 La Troika, composta da Commissione europea, Banca Centrale Europea e Fondo monetario internazionale, è la responsabile indiretta dell’applicazione dei dolorosi piani di austerità negli Stati membri. E delle riforme economiche necessarie per ricevere l’aiuto da parte del Meccanismo europeo di stabilità.
Secondo Sharon Bowles, presidente della commissione problemi economici e monetari: “L’azione della Troika è mancata di trasparenza e, alle volte, di credibilità. L’esperienza di Cipro dimostra che l’attività della Troika ha bisogno di essere più coordinata e necessita di essere ripensata. Non possiamo permetterci che le decisioni che avranno un impatto forte su un paese vengano prese a porte chiuse nella notte, e che poi nessuno si prenda la responsabilità di quelle scelte. La Troika deve poter rispondere alle proprie decisioni e all’impatto che hanno su uno Stato membro”.
L’audizione segna la prima tappa per le discussioni relative a un rapporto sul ruolo e le operazioni della Troika, che la commissione ECON intende redigire prima della fine di questo mandato.
I deputati potranno interrogare i rappresentanti della BCE e della Commissione europea mentre, a causa del proprio regolamento interno, il Fondo Monetario Internazionale non potrà partecipare al dibattito.

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Francia : il Presidente Hollande insiste sulle imposte di solidarietà al 75%

Il Presidente della Repubblica pare non demordere: i redditi elevati devono essere surtassati.

La chiamano « contribuzione eccezionale di solidarietà » e si calcola sulla frazione della retribuzione superiore ad un milione di euro versata dalle imprese.

Questa imposta si applicherà unicamente durante due anni, sulle retribuzioni del 2013 e 2014.

Particolarmente colpite il settore del calcio professionale e le imprese con bilanci in perdita minacciano lo sciopero e la serrata.

Questo perché l’imposta straordinaria non verrà pagata dai giocatori ma dalle società calcistiche.

I sostenitori dell’iniziativa proclamano che anche i calciatori debbono partecipare allo sforzo collettivo per sanare le finanze dello stato ed aumentare il potere di acquisto.
Va bene, ma le imposte straordinarie non sono loro a pagarle ed allora la logica della normativa fa acqua.

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Francia : sospesa l’applicazione dell’Ecotassa

Il Governo francese ha annunciato che l’applicazione dell’Ecotassa è sospesa.

L’ecotassa doveva essere pagata d tutti i mezzi destinati al trasporto di merci circolanti sul terriorio francese.
L’entrata in vigore era prevista per il 1 gennaio 2014.

La tassa colpisce i camion destinati al trasporto di merce, vuoti o carichi, il cui peso è superiore a 3,5 tonnellate, sia per trasporti in conto proprio che per conto terzi.

L’ecotassa è pagata dagli autotrasportatori che possono trasferire il relativo costo a coloro che ordinano le prestazioni di trasporto.

In pratica gli autotrasportatori possono aumentare i prezzi in modo che l’imposta ricada sui loro clienti.

La rete delle strade tassabili si estende per 15.000 kilometri. […]