Il governo britannico, autorizzato da un primo voto presso la Camera dei Comuni, ha presentato Il piano ufficiale per l’uscita dall’Unione Europea al Parlamento mediante la pubblicazione sui siti governativi di un White Paper, consistente in 78 pagine divise in 12 punti programmatici.
Il White Paper si apre con il seguente messaggio di Theresa May:
“Non siamo intenzionati ad intraprendere negoziati, successivamente all’attivazione dell’articolo 50, aspettandoci un fallimento, bensì un successo. Poiché noi siamo una grande nazione con molto da offrire all’Europa e al mondo”. E ancora: “Non stiamo solo formando una nuova partnership con l’Europa, ma anche un Regno Unito più forte, leale, e globale”.
L’annuncio era già stato fatto dalla premier britannica nel corso del Question Time alla Camera dei Comuni rispondendo così all’appello di numerosi deputati, laburisti e conservatori.
Fra i punti che sono stati oggetto di dibattito, il documento ribadisce la volontà di mantenere legami stretti con l’Irlanda e la Common Travel Area (ossia l’esistenza di una zona di libero transito, senza controlli doganali, che comprende l’Irlanda, il Regno e l’Irlanda del Nord, l’Isola di Man e le Isole del Canale), anche se la vicina repubblica resterà membro dell’Unione Europea
Ancora più importante il capitolo sull’immigrazione.
La Premier britannica calca la mano sulla questione immigrazione dicendo che nell’ultimo decennio si è visto un livello record di immigrazione nel Regno Unito e che questo enorme volume ha dato origine, nell’opinione pubblica, ad una forte preoccupazione per l’impatto che questo avrebbe avuto sui costi dei servizi pubblici, come le scuole, la sanità, benefit e sussidi statali.
Lo scopo del governo May è quello di ridare al pubblico la fiducia nella capacità del Regno Unito di controllare l’immigrazione.
Aggiunge, inoltre, “Resteremo un paese aperto e tollerante, che riconosce il contributo ed il valore apportato dai migranti alla nostra società, accogliendo con favore coloro che possiedono abilità e competenze per rendere la nostra nazione migliore. Ma in futuro dovremo assicurarci di poter controllare il numero di persone che vengono nel Regno Unito provenienti dall’Unione Europea”.
Il governo desidera creare un sistema di immigrazione che permetta di controllare l’afflusso degli immigrati, ma che continui ad incoraggiare studenti e coloro che posseggono capacità e competenze professionali per rendere il Regno Unito migliore.
E’ stato confermato che gli studenti dell’Unione Europea che frequentano o frequenteranno corsi negli anni accademici 2016-17 e 2017-18 continueranno a beneficiare dei prestiti studenteschi.
Vengono confermati, inoltre, i finanziamenti post laurea agli studenti europei il cui percorso di studi inizierà nell’anno accademico 2017-18.
Altra importantissima e delicata questione riguarda i diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito e quelli dei cittadini Britannici che abitano in Europa.
Il Regno Unito si dichiara pronto a raggiungere un accordo di reciprocità con i partner europei il prima possibile.
Theresa May intende inoltre tutelare i lavoratori stranieri nel Regno Unito: non solo intende salvaguardare i diritti dei lavoratori già contenuti nella legislazione europea, ma addirittura migliorarli.
Ad esempio, nel Regno Unito la legge prevede già 5,6 settimane di ferie annuali, rispetto alle quattro settimane previste dalle leggi europee.
Nel Regno Unito, le donne che hanno avuto un bambino possono godere di 52 settimane di maternità di cui 39 retribuite, mentre la legislazione europea prevede solo 14 settimane.
Nell’Aprile 2016, è stato inoltre introdotto il salario minimo nazionale che ha portato un aumento del 6.2% della paga dei lavoratori con redditi più bassi.
Marina d’Angerio
Dottore Commercialista
ICAEW Chartered Accountant
Be the first to comment