Una delle maggiori sfide per le aziende e gli enti normativi è quella di individuare quali criteri siano validi per definire se un determinato investimento o attività sia sostenibile. In tempi in cui la falsa divulgazione di attributi ecologici o sociali è ancora molto diffusa, la necessità di definire una classificazione (o tassonomia) verde è stata discussa e adottata da diversi Paesi per garantire basi solide e fiducia nello sviluppo sostenibile.
Attraverso una consultazione pubblica presentata dal Ministero delle Finanze il 21 settembre 2023, il Brasile compie un grande passo avanti verso la certezza del diritto per gli investimenti sostenibili, in vista della presentazione dei climate goal brasiliani alla COP 28 di Dubai.
Insieme ad altre misure, come la regolamentazione del mercato del carbonio (disegno di legge 412/2022), vengono adottate tassonomie aziendali verdi nel contesto del Piano di trasformazione verde per un’economia sostenibile e rigenerativa e per le energie rinnovabili.
La proposta intende definire, in maniera oggettiva e scientifica, quali sono gli indicatori di attività, beni, progetti e imprese che contribuiscono efficacemente o meno al miglioramento climatico, ambientale e sociale, migliorando il flusso degli investimenti e la mappatura dei rischi, in quanto possono essere adottati in maniera uniforme dagli stakeholder coinvolti, in particolare dai mercati finanziari e assicurativi, dalle imprese e dal governo.
Oltre a migliorare la qualità ambientale, la proposta brasiliana richiama l’attenzione sulla necessità di portare avanti le ambizioni sociali per generare lavoro, ridurre le disuguaglianze e le diversità e aumentare il reddito e la qualità della vita.
Il futuro del business sostenibile dipende dalla definizione delle tassonomie. Il settore privato può inviare contributi fino al 20 ottobre 2023.