Gli Emirati Arabi Uniti sono il paese in testa nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa per i più alti afflussi di FDI inflows (IDE – investimenti diretti esteri, ovvero l’acquisto di beni in un altro Paese). Secondo un rapporto dell’UNCTAD pubblicato nel luglio 2023, gli EAU sono entrati nella top 20 delle economie ospitanti in termini di afflussi di IDE. Gli investimenti diretti esteri negli EAU sono passati da 21 miliardi di dollari nel 2021 a 23 miliardi nel 2022, rappresentando il più alto afflusso di IDE mai registrato.
Nel tentativo di sviluppare e favorire ulteriormente gli investimenti diretti esteri, il governo degli EAU ha progressivamente intrapreso una serie di importanti riforme commerciali e legali, che hanno portato all’allentamento delle norme preesistenti relative alla misura in cui gli investitori stranieri potevano investire in società e imprese private “onshore” negli EAU. Fino a poco tempo fa, queste regole creavano restrizioni significative per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri in tali società onshore, che in genere significavano che almeno il 51% del capitale di tale società doveva essere legalmente di proprietà di un cittadino degli EAU. Di conseguenza, gli investitori stranieri potevano detenere solo un massimo del 49% del capitale di tale società, senza avere il controllo legale. Unitamente alle restrizioni sulle licenze commerciali, ciò ha scoraggiato gli investimenti di capitale straniero nel mercato degli EAU.
Tuttavia, il decreto legge federale n. 26 del 2020 ha effettivamente eliminato la maggior parte di queste restrizioni. Di conseguenza, a seguito della piena attuazione della legge e dei relativi allentamenti del regime di licenze commerciali, il requisito della presenza di un partner locale è stato di fatto abolito (ad eccezione delle attività in alcuni settori ritenuti di “impatto strategico”, in cui è stato mantenuto il requisito della partecipazione di cittadini degli EAU, come ad esempio la difesa, le banche e le agenzie commerciali) e i cittadini non UAE possono ora detenere legalmente il 100% delle azioni e il controllo di società private onshore. Ciò ha ampliato in modo significativo l’ambito degli investimenti non nazionali nelle imprese degli EAU, che tradizionalmente e storicamente erano aperti solo agli investitori stranieri senza restrizioni all’interno delle zone franche degli EAU.