Lo scandalo denominato “Windrush” a suo tempo ha spinto il governo ad offrire gratuitamente la cittadinanza inglese ai cittadini del Commonwealth che sono arrivati nel Regno unito prima del 1973. Tuttavia, tale decisione non è stata rispettata a lungo.
Ci sono attualmente milioni di persone che vivono nel Regno Unito legalmente e possiedono un permesso di soggiorno a tempo indeterminato o la residenza permanente. Il Regno Unito dovrebbe aiutare tali soggetti ad acquisire la cittadinanza inglese.
Fino a circa vent’anni fa, era normale che un soggetto che aveva acquisito il diritto a rimanere a tempo indeterminato nel Regno Unito presentasse domanda per ottenere la cittadinanza inglese. Ciò non significa che tutti automaticamente presentassero domanda per la cittadinanza, anche perché per qualcuno il Paese di origine non consentiva il possesso della doppia cittadinanza, ma per coloro che invece volevano ottenerla il processo era semplice e veloce.
Al giorno d’oggi, invece, il processo è piu’ complicato e soprattutto molto costoso. Richiedere la cittadinanza per naturalizzazione costa oggi 1.330 sterline, dieci volte di piu’ rispetto a quanto costava una volta. Bisogna inoltre tenere presente che molte persone che possono presentare domanda hanno già speso migliaia di sterline in tasse di immigrazione e molti di questi non si possono permettere di sostenere i costi per la naturalizzazione. Altri ancora potrebbero sostenerle, ma si chiedono se ne valga la pena, in quanto sono comunque già in possesso del diritto di vivere e lavorare nel Regno Unito a tempo indefinito.
Il risultato è che, al giorno d’oggi, migliaia sono le persone che hanno fatto del Regno Unito la loro casa e che vi lavorano e pagano le tasse, ma non sono cittadini inglesi e non hanno il diritto di voto.
I cittadini del Commonwealth possono votare, ma i cittadini europei non possono votare alle elezioni generali e altri ancora non possono votare per nulla. Le persone che non hanno diritto di voto sanno bene che le loro opinioni poco contano per il paese e per tale motivo potrebbero essere meno interessati in quello che accade attorno a loro e meno desiderosi di esserne coinvolti. Gli Stati Uniti conoscono bene questa problematica e, per tale motivo, il sito del Department of Homeland Security incoraggia i soggetti titolari della green card a richiedere la cittadinanza americana.
Se il governo inglese non si affretta a fare qualcosa, infatti, i cittadini europei che vivono nel Regno Unito e i loro figli potrebbero fare parte di un nuovo scandalo, simile allo scandalo “Windrush” ma su piu’ larga scala.
Uno dei modi per fare fronte al problema è quello di aiutare i cittadini europei ad ottenere la cittadinanza inglese. Bisogna tuttavia sottolineare che molte di queste persone forse non hanno un forte desiderio di diventare cittadini inglesi, anche a causa del rifiuto del governo dopo il referendum di garantire il loro diritto a rimanere in UK. Però, c’è anche da dire che molte di queste persone potrebbero prendere in considerazione tale opzione se solo il procedimento fosse piu’ semplice.
Come prima cosa, il Governo potrebbe ridurre l’imposta per la naturalizzazione da 1.330 sterline a 372 sterline, costo effettivo per processare la domanda.
I cittadini europei inoltre incontrano un altro ostacolo quando presentano domanda per la naturalizzazione. Infatti, siccome il passaporto di questi ultimi non viene timbrato ogni qual volta fanno ingresso nel Regno Unito, l’Home Office solitamente richiede a tali soggetti di fornire una “prova alternativa” per dimostrare la loro residenza continuativa nel Regno Unito per un periodo di cinque anni, necessario per la naturalizzazione (tre anni nel caso in cui il soggetto sia sposato con un cittadino inglese).
Tale procedura non ha molto senso. Da novembre 2015, tutti i cittadini europei che richiedono la naturalizzazione nel Regno Unito devono prima ottenere un documento che ne attesti il diritto di residenza permanente, e per ottenere quest’ultimo devono dimostrare all’Home Office di aver risieduto legalmente nel Regno Unito per un periodo di almeno cinque anni. Quando tali soggetti presentano domanda per la naturalizzazione all’Home Office, questo richiede nuovamente loro di fornire prove simili, e spesso le domande vengono rifiutate.
Altri cittadini (come quelli americani, ad esempio) non devono fornire prova di aver risieduto in UK quando presentano domanda per la naturalizzazione anche se i timbri sul loro passaporto di fatto non dimostrano quanto tempo tali soggetti hanno trascorso nel Regno Unito (il Regno Unito, infatti, ha abolito i timbri all’uscita già molti anni fa). E inoltre, a coloro che hanno in precedenza richiesto il servizio Registered Traveller non viene nemmeno timbrato il passaporto perché’ possono utilizzare le porte per i passaporti elettronici presenti nei vari aeroporti.
L’Home Office raccoglie le informazioni relative all’entrata e all’uscita delle varie persone dalle aerolinee e le custodisce all’interno dei propri database per cinque anni. Pertanto, è già in possesso di numerosi informazioni. Queste ultime, assieme alle informazioni raccolte per processare la precedente domanda del soggetto volta ad ottenere il permesso di residenza permanente, dovrebbero essere sufficienti.
L’imposizione di ulteriori oneri sui cittadini europei potrebbe scoraggiare questi ultimi dal presentare domanda per ottenere la cittadinanza.
È importante sottolineare che aiutare i cittadini europei e gli altri a diventare cittadini inglesi non e’ solo utile a questi ultimi, ma potrebbe anche aiutare a ridurre il divario nel paese, divenuto molto evidente soprattutto dopo il referendum sulla Brexit.
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