Ricoprire la carica di amministratore e socio unico di una societa’ presenta i suoi benefici e rischi, tra cui la pianificazione in merito alla successione nella carica. Se un amministratore e socio unico muore senza che siano stati presi provvedimenti per il futuro, la societa’ da questi amministrata può ritrovarsi improvvisamente in una posizione vulnerabile.
Nel caso di specie, in particolare, la Corte Suprema ha dovuto intervenire ed adottare un provvedimento di emergenza per salvare la societa’.
Il Signor P. era amministratore unico della societa’ Lancashire cleaning Services. Nonostante questi avesse nominato degli esecutori testamentari nel suo testamento, aveva omesso di modificare lo Statuto della societa’ per consentire ai predetti esecutori testamentari di adottare decisioni per conto della societa’ medesima come, ad esempio, nominare un nuovo amministratore. Una volta deceduto il Signor P., il patrimonio della societa’ era stato congelato: i dipendenti della Lancashire cleaning Services, pertanto, non potevano ricevere lo stipendio e gli esecutori testamentari non avevano alcun titolo per intervenire.
Il caso di specie è stato ritenuto un’emergenza e, pertanto, la Corte Suprema è intervenuta provvedendo a modificare il libro dei soci con gli esecutori testamentari onde consentire a questi ultimi di nominare un nuovo amministratore. Nel caso in questione, la situazione d’urgenza venutasi a creare ha permesso alla Corte Suprema di intervenire anche senza un cosiddetto “Grant Of Porbate”: l’intervento tempestivo della Corte, infatti, era l’unico mezzo per salvare la societa’.
Pertanto, al fine di evitare inconvenienti simili o situazioni di incertezza in caso di morte dell’amministratore e socio unico di una societa’ è consigliato modificare lo Statuto societario della stessa in modo tale da consentire alla societa’ di continuare ad operare anche al verificarsi di tale evenienza.
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