Il 5 dicembre, la Commissione Europea ha prorogato le misure di difesa commerciale dell’UE esistenti contro le importazioni cinesi di prodotti fotovoltaici, in scadenza questo mese.
Attualmente le importazioni di prodotti fotovoltaici cinesi nell’UE sono soggetti a prezzi e restrizioni quantitative, sulla base di un quadro normativo messo in atto nel luglio 2013. Ciò comporta sia l’applicazione del prezzo minimo, che un limite di forniture.
Nel 2013 gli esportatori cinesi accettando il prezzo minimo all’importazione hanno evitato dazi antidumping dall’UE (AD) e dazi compensativi (CVDs) fino al 47,6 per cento. L’accordo era destinato a risolvere il dumping, ove i prodotti venivano venduti in Europa a prezzi inferiori a quelli del mercato cinese, pur garantendo un approvvigionamento stabile di pannelli solari per il mercato dell’UE.
Su richiesta della UE ProSun, associazione dei produttori europei, la Commissione ha avviato un riesame in previsione della scadenza sui dazi antidumping dall’UE e dazi compensativi, e sui prezzi minimi all’importazione di prodotti fotovoltaici cinesi. Le misure esistenti rimarranno in vigore durante questo accertamento, che può richiedere fino a 15 mesi.
In una dichiarazione del 5 dicembre, il Ministero del Commercio cinese ha evidenziato l’importanza di prodotti fotovoltaici nella lotta ai cambiamenti climatici, e nel raggiungimento degli obiettivi sulle emissione. Ha dichiarato che la decisione della CE di estendere il quadro normativo dei prezzi minimi esistenti, ridurrà la crescita del mercato dei prodotti fotovoltaici in Europa, e danneggerà l’industria dell’energia solare cinese.
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